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Safer Internet Day 2018, ogni giorno 175 mila minori entrano in rete per la prima volta. La Guida contro i pericoli online

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L’accesso digitale espone adolescenti e bambini ad un gran numero di benefici e opportunità, e allo stesso tempo a una serie di rischi e minacce, tra cui l'accesso a contenuti dannosi, l'abuso sessuale, il cyberbullismo e l'uso improprio di informazioni private.

Oggi è la Giornata mondiale della sicurezza in rete, l’edizione 2018 del Safer Internet Day. Una manifestazione internazionale, organizzata con il supporto della Commissione europea, che si pone come fine la promozione di un utilizzo più sicuro e responsabile del web e delle nuove tecnologie digitali, soprattutto tra i minori, i giovanissimi e i bambini.

Lo slogan scelto quest’anno è “Create, Connect and Share Respect. A better internet starts with you”, cioè “Crea, connetti e condividi il rispetto: un’internet migliore comincia con te”. Un messaggio teso a stabilire un uso consapevole dei mezzi tecnologici che porti a sviluppare una coscienza attiva, un maggiore senso di responsabilità, verso sé stessi e gli altri, per costruire come dice il titolo “un’internet migliore”.

L’accesso digitale espone i minori, quindi adolescenti e bambini, ad un gran numero di benefici e opportunità, e allo stesso tempo a una serie di rischi e minacce, tra cui l’accesso a contenuti dannosi, lo sfruttamento e l’abuso sessuale, il cyberbullismo e uso improprio di informazioni private.

Ogni giorno nel mondo 175.000 bambini e ragazzi si connettono per la prima volta nella loro vita a internet, si legge in una nota odierna del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef): in media, uno ogni mezzo secondo.

In termini generali, possiamo dire che al mondo un utente su tre è minorenne: gli under 18 sono il gruppo di età di gran lunga più connesso, con un tasso di presenza online del 71% rispetto al 48% della popolazione totale.

Come proteggerli dalle minacce digitali ed informatiche a loro dedicate?

L’Unicef ha pubblicato una guida incentrata proprio sull’uso sicuro della rete da parte dei bambini, in cui si chiede un maggiore coordinamento delle azioni a livello globale, regionale e nazionale; una maggiore attenzione alla privacy dei piccoli; un migliore accesso più equo e programmi efficaci di alfabetizzazione digitale per promuovere il libero e “sicuro” potenziale digitale di ogni giovane utente di internet; un’attenzione crescente al tema da parte dell’industria hig-tech ed ICT; più grandi investimenti in formazione e cultura digitale, anche per i più piccoli.

In occasione del Safer Internet Day 2018, l’UNICEF Italia, presenta la guida Parlare ai bambini di Internet, rivolta ai genitori, per essere informati sulle nuove tendenze del mondo digitale e aiutarli ad accompagnare i figli a un uso sicuro del web, realizzata insieme a UniceF Malesia, Digi e Telenor Group.

Altra iniziativa nazionale lanciata sempre oggi in occasione del Safer Internet Day è la seconda edizione della campagna “Giovani ambasciatori contro il cyberbullismo per un web sicuro…in tour…”, promossa dal Moige (movimento italiano genitori) e la Polizia di Stato.

Il progetto coinvolge 18 regioni, oltre 50 mila ragazzi e 100 mila tra genitori e docenti. L’iniziativa nasce per sensibilizzare giovani e genitori sul problema della violenza in rete e del preoccupante atteggiamento di sottovalutazione degli effetti dei comportamenti in rete: “Sempre più ragazzi rendono accessibile a tutti il materiale, infatti ben 1 ragazzo su 3 rende sempre accessibile “a tutti” il materiale condiviso tramite social e più della metà è consapevole che il materiale condiviso verrà viralizzato da altri”.

Dati confermati da un’altra indagine globale di Kaspersky Lab, che ha rilevato quando segue: la maggior parte delle persone intervistate (93%) condivide le proprie informazioni online e di queste il 70% condivide foto e video dei propri figli.

In modo preoccupante, quasi la metà (44%) degli utenti non prende in considerazione il fatto che le informazioni personali condivise su internet, una volta diventate di dominio pubblico, possono sfuggire al controllo dei loro proprietari.

Una persona su cinque ammette di condividere dati sensibili con persone che non conosce bene e con estranei, limitando così la possibilità di controllare il loro uso futuro.