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Cyberbullismo, il Garante Privacy pubblica le modalità per chiedere un intervento

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Per arginare il fenomeno del cyberbullismo, che secondo le ultime ricerche colpisce il 61% degli adolescenti italiani, il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha pubblicato una scheda informativa dedicata ai ragazzi in cui illustra come difendersi dal cyberbullismo su social network e web.

Bullismo e Cyberbullismo rimangono una delle minacce più temute tra gli adolescenti, dopo droghe e violenza sessuale. Per arginare questo fenomeno, sempre più diffuso nel nostro Paese che colpisce il 61% degli adolescenti, il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha pubblicato una scheda informativa dedicata ai ragazzi in cui illustra come difendersi dal cyberbullismo su social network e web.

Cyberbullismo: cosa prevede la Legge 71/2017?

La legge 71/2017, spiega la scheda informativa del Garante, consente ai minori di chiedere l’oscuramento, la rimozione o il blocco di contenuti, a loro riferiti e diffusi per via telematica, che ritengono essere atti di cyberbullismo (ad esempio, foto e video imbarazzanti o offensive, oppure pagine web o post sui social network in cui si è vittime di minacce, offese o insulti, ecc.).

Le richieste di cancellazione dei contenuti vanno inviate al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media dove sono pubblicate le informazioni, le foto, i video, ecc. ritenuti atti di cyberbullismo. L’istanza può essere inviata direttamente dal minore, se ha più di 14 anni, oppure da chi esercita la responsabilità genitoriale.

Il titolare del trattamento o il gestore del sito internet o del social media che ospita i contenuti ritenuti offensivi risponde ed eventualmente provvede alla richiesta di eliminazione nei tempi previsti dalla legge. Nel caso la richiesta non venga soddisfatta, ci si può rivolgere al Garante per la protezione dei dati personali, che entro 48 ore si attiva sulla segnalazione. Per inoltrare le segnalazioni all’Autorità si può utilizzare il modello (clicca qui per scaricarlo) inviandolo via e-mail a: cyberbullismo@gpdp.it.

Adolescenti italiani e cyberbullismo: i numeri

Secondo l’indagine condotta nel 2021 dall’Osservatorio Indifesa, portato avanti da Terre des hommes, in collaborazione con ScuolaZoo, il 61% degli adolescenti italiani ha dichiarato di essere vittima di episodi di bullismo.

Ragazzi e ragazze, indifferentemente, esprimono attraverso le loro risposte un’evidente sofferenza per episodi di violenza psicologica subita da parte di coetanei (42,23%) e, in particolare, il 44,57% delle ragazze ha segnalato il forte disagio provato dal ricevere commenti non graditi di carattere sessuale online.

Contemporaneamente, l’8,02% delle ragazze ha ammesso di aver compiuto atti di bullismo, o cyberbullismo, percentuale che cresce fino al 14,76% tra i ragazzi. Il 60% circa di loro ha dichiarato inoltre di non sentirsi al sicuro online.

Sono le ragazze ad avere più paura, soprattutto sui social media e sulle app per incontri, lo conferma il 61,36% delle intervistate.

I rischi maggiori percepiti

Tra i rischi maggiori, sia per i maschi, sia per le femmine, al primo posto è messo cyberbullismo (66,34%), seguito dalla perdita della propria privacy (49,32%), dal revenge porn (41,63%), dal rischio di adescamento da parte di malintenzionati (39,20%), dallo stalking (36,56%) e dalle molestie online (33,78%).

Nella classifica dei peggiori incubi onilne le ragazze mettono al secondo posto il Revenge porn (52,16%), insieme al rischio di subire molestie online (51,24%), l’adescamento da parte di malintenzionati (49,03%) e la perdita della propria privacy (44,73%).

L’Osservatorio, in particolare, ha posto in evidenza due novità di rilievo nell’indagine appena pubblicata e dedicata al 2020: il revenge porn e il senso di isolamento percepito dai giovani.

Nel caso del revenge porn, 1 adolescente su 3 ha confermato di aver visto circolare foto intime sue, o di amici sui social network. Quasi tutte le ragazze (95,17%) riconoscono che vedere le proprie foto/video hot circolare senza il proprio consenso online, o su cellulari altrui, è grave quanto subire una violenza fisica. La percentuale scende leggermente per i ragazzi (89,76%).

Persistono però i vecchi pregiudizi, legati soprattutto alle tradizioni famigliari e a contesti di forte degrado culturale: “il 15,21% dei ragazzi considera come una “ragazza facile” la ragazza che decide di condividere foto o video a sfondo sessuale con il/la su* partner. Mentre per le ragazze questo è vero per l’8,39% dei casi”.

C’è poi un forte e crescente senso di solitudine registrato dall’indagine, molto probabilmente legato alle misure di lockdown, al distanziamento sociale e alla didattica a distanza: “il 93% degli adolescenti ha affermato di sentirsi solo, con un aumento del 10% rispetto alla rilevazione precedente. Un aumento ancora più significativo se si pensa che la percentuale di chi ha indicato di provare solitudine “molto spesso” è passata dal 33% a un drammatico 48%”.

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