L'industria

Robotica e automazione, fatturato nazionale a 7 miliardi di euro nel 2019. Rallenta la crescita

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Dopo il record del 2018 (+11,3%), arriva la frenata: Carboniero (Ucimu), “Alle autorità di Governo chiediamo di abbandonare la logica dell’intermittenza. Le imprese italiane per crescere hanno bisogno di un quadro chiaro e definito delle misure di mediolungo termine”. Sarà in grado di dare una risposta l’attuale esecutivo?

Dopo il record registrato nel 2018, la produzione nazionale di macchine utensili, robot e automazione è stimata attestarsi a poco più di 7 miliardi di euro a fine 2019, per un incremento su base annua del +3,6%. Sono queste le stime preliminari del Centro studi e cultura di impresa dell’Ucimu, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot, automazione e di prodotti a questi ausiliari, pubblicate sull’ultimo numero del magazine “Dall’Ucimu all’Ucimu” di luglio-agosto.
Un dato positivo che non piace agli addetti ai lavori e le associazioni di categoria, perché considerato un campanello di allarme.

Se confermato, si tratta di qualcosa di più di una battuta di arresto.
A fine 2018, il fatturato dell’industria delle macchine utensili, della robotica e dell’automazione in Italia aveva raggiunto il valore di 6,77 miliardi di euro, con un aumento sul 2017 dell’11,3%.
Un risultato che faceva tutti contenti: consegne sul mercato interno aumentate del 15,2% a 3,1 miliardi di euro; export cresciuto dell’8% a 3,66 miliardi di euro; consumi interni +15,1% a 5,1 miliardi di euro.
Per l’anno in corso tutti i settori segneranno un aumento, ma estremamente ridotto rispetto al 2018: mercato interno +0,3%, export +6%, consumi interni +1,1%.

Se è vero che l Piano nazionale industria/impresa 4.0 ha dato i suoi frutti, assieme al superammortamento e all’iperammortamento: “Ora abbiamo bisogno di una svolta ulteriore. Se infatti il contenuto di questi provvedimenti risponde pienamente alle esigenze di crescita e sviluppo della competitività delle imprese, e in particolare delle Pmi, ossatura del nostro sistema industriale, ciò che va cambiato è la modalità con cuiquesti provvedimenti sono resi disponibili”, ha dichiarato all’assemblea annuale dei soci Massimo Caboniero, presidente di Ucimu.
Alle autorità di Governo chiediamo di abbandonare la logica dell’intermittenza con cui fino ad oggi è stata definita l’operatività di tutte le misure a favore delle imprese, come nello specifico caso del Piano Industria 4.0, con super e iperammortamento. Le imprese italiane per crescere hanno bisogno di un quadro chiaro e definito delle misure di mediolungo termine. Solo così potranno pianificare gli investimenti da fare e le azioni da intraprendere”.

Sostanzialmente, le imprese e l’industria soffrono (come sempre è stato) il momento di incertezza politica, lo scontro tra fazioni al Governo e in Parlamento (nonché a livello locale), la mancanza di una prospettiva davvero di lungo termine e i dubbi sulla tenuta dei programmi.

Il Governo Conte, purtroppo, sembra già destinato ad una fine prematura, viste le tensioni continue e crescente nella maggioranza.
Differenze di vedute sul come portare avanti le politiche per la crescita e lo sviluppo, in questo caso 4.0, stanno dando i loro effetti negativi sul settore industriale, mettendo in allarme non poco le imprese.
Serve quello che l’Ucimu ha chiamato “un documento unico strutturale”, che sommi in sé i vantaggi fiscali legati agli investimenti in ricerca e sviluppo e a superammortamento e iperammortamento per gli investimenti in nuovi macchinari, disegnando così un progetto di insieme di lungo periodo.