Il provvedimento

Roaming zero, nessun rinvio e rischio sanzioni per gli operatori

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Roberto Viola, direttore generale della Dg Connect: ‘La deroga di 12 mesi riguarda soltanto gli operatori che avessero perdite di fatturato superiori al 3% ma in Italia è molto poco probabile’.

Non c’è nessun rinvio della fine del roaming, anzi c’è il rischio di “sanzioni” per gli operatori che non saranno pronti al 15 giugno, data fissata dalla Ue per l’abolizione dei sovrapprezzi del roaming per chi telefona e naviga all’estero. Lo ha detto oggi all’Ansa il direttore generale della Dg Connect della Commissione Ue Roberto Viola, avvertendo che operatori come Free si sono già adeguati e che la possibilità di chiedere 12 mesi di deroga riguarda solo quegli operatori che avessero diminuzioni complessive di fatturato superiori al 3%, ma in Italia è “molto poco probabile” che sia il caso per i medio-grandi come Tim, Vodafone o Wind, soprattutto dopo la fusione con Tre.

Linee guida del Berec 

“La deroga” per gli operatori che avessero dalla fine dei sovraccosti del roaming perdite al fatturato complessivo di almeno il 3% “era già prevista dal regolamento adottato il 15 dicembre da Bruxelles, e le linee guida del Berec – che non sono legalmente vincolanti – spiegano semplicemente come attuare in concreto le norme già stabilite dalla Commissione Ue” ha precisato ancora Viola. “In Italia la valutazione spetta all’Agcom, ma “dai dati in nostro possesso è poco probabile che gli operatori italiani medio-grandi si trovino in questa situazione”, in quanto “in Italia il traffico è molto bilanciato” dato che in media gli italiani viaggiano poco, appena 2,2 giorni l’anno e anche tra chi viaggia, il numero medio di giorni passati all’estero è di 8, ha aggiunto il direttore generale della Commissione Ue.

In altre parole, l’impatto dell’abolizione del roaming secondo la Dg Connect della Commissione Ue toccherà maggiormente gli operatori del Nord Europa, i cui clienti viaggiano di più all’estero, soprattutto d’estate, per motivi di turismo.

Quindi “l’impatto complessivo sugli operatori (italiani ndr) è bassissimo”, ha sottolineato, ricordando che quelli più a rischio sono al contrario gli operatori dei Paesi del Nord Europa. Quanto letto su alcuni organi di stampa italiani durante il fine settimana di una possibilità di deroga agli operatori che siano eventualmente “impreparati” a eliminare i sovraccosti da metà giugno, invece, “non è assolutamente previsto”, anzi, ha avvertito Viola, “qualsiasi operatore” che lo facesse “incorrerebbe in sanzioni”.

“Non si può chiedere una deroga se non si è pronti, questo non è possibile”, ha martellato il responsabile del dossier a Bruxelles, aggiungendo che “il dato più interessante è che alcuni operatori, come per esempio Free, hanno già adeguato tutte le loro tariffe al nuovo sistema”. Quanto ai sovraccosti limitati che gli operatori potranno applicare a quei clienti che abusano del roaming, “non c’è nulla di nuovo, questo era già stato deciso dal nostro regolamento sull’uso equo”, ha ricordato Viola, spiegando che “le linee guida del Berec non possono cambiare le regole” ma al contrario “spiegano come applicare il nostro regolamento”.

 

Le eccezioni

 

E’ atteso per il prossimo 15 giugno lo stop al sovrapprezzo per le telefonate effettuate al di fuori del proprio paese. Tuttavia, la fine del roaming non sarà valida per tutti: le linee guida pubblicate la scorsa settimana dall’autorità europea dei regolatori Tlc Berec prevedono, infatti, delle eccezioni. L’operatore potrà prevedere costi aggiuntivi se il cliente usa il telefono più in roaming che nel suo Paese. La valutazione dovrà essere fatta sulla base di quattro mesi. Si applica allora un sovrapprezzo di 19 cent al minuto, 20 cent al MB e 6 cent per sms. Per internet mobile, inoltre, gli operatori possono limitare la quantità di GB che il consumatore può usare gratis all’estero. Ma l’utente potrà evitare i sovraccosti se riuscirà a provare che ha legami particolari, come lavoro, studio o famiglia nella destinazione in cui ha prodotto roaming.

Inoltre l’operatore potrà chiedere una deroga per aggiustare il suo ‘business model’ se potrà dimostrare che a seguito della nuova situazione perderà denaro. Sarà comunque il regolatore nazionale che dovrà decidere. L’opt-out sarà valido per 12 mesi, periodo oltre il quale la compagnia di tlc si dovrà adeguare. Le richieste comunque dovranno essere presentate al più tardi entro il 15 maggio, e l’importo della maggiorazione sarà valutato in base alle necessità.