Digital divide

Reti mobili: Londra in pressing sulle telco, giro di vite sulla copertura

di Lorenzo Sorbini |

Il governo inglese vuole rendere più stringenti i vincoli di copertura di rete delle telco. Consultazione aperta fino al 26 novembre, ma il giro di vite è dietro l’angolo.

Il governo inglese pronto a varare un nuovo decreto legge per forzare le telco ad aumentare la copertura della rete su tutto il territorio, eliminando così il problema della scarsa copertura nelle zone rurali.

Per Sajid Javid, sottosegretario alla Cultura, quest’operazione in teoria doveva partire spontaneamente dalle telco, visto che si fanno garanti del funzionamento del servizio. Non dovrebbe, infatti, essere un problema del governo, né il governo dovrebbe farsi carico di sollecitare le compagnie ad agire.

Dietro l’inerzia delle compagnie di telecomunicazione si cela, in primis, una pura ragione economica e poi un problema di natura logistica.

Pronta la replica degli operatori al provvedimento del Governo. EE – la più grande telco inglese – comunica “l’impossibilità di applicare ‘roaming’ nazionale, garantendo cosi la possibile copertura in tutto il territorio, perché cosi facendo potrebbe intaccare negativamente il network esistente e porterebbe a un aumento sostanzioso dei costi.”

Anche Vodafone si associa alla rivale affermando che “la copertura totale richiederebbe delle procedure tecniche molto complesse e rischierebbe di impoverire il segnale pre-esistente.”

Ma il governo sembra non essere incline ad accogliere le proteste e fissa il termine ultimo della consultazione in materia per il 26 novembre. “Non è accettabile che un quinto della popolazione inglese non possa fare una chiamata perché non c’è nessuna rete di copertura”, tuona Sajid Javid.

Ad ogni modo, non bisogna dimenticare che le telco hanno pagato miliardi di sterline al governo per le licenze dei loro network e ora non sono inclini a spendere cifre elevate per un profitto chiaramente minimo.

Le proposte che il governo ha suggerito, in merito alla questione, sono sostanzialmente tre: la prima ipotesi, è la creazione di un roaming nazionale che, nelle zone critiche, possa far passare automaticamente l’utente da un gestore all’altro in modo da garantire il segnale più forte. La seconda, riguarda la costruzione di nuove infrastrutture di ricezione e l’aumento del numero di ripetitori sulle antenne in modo da poter allargare la copertura. La terza ipotesi, prevede l’obbligo per i gestori di coprire una certa percentuale di territorio (almeno il 70%)e non tutto come previsto in precedenza.

Nel frattempo, le telco studiano le loro contromosse in vista del del termine delle consultazioni fissato il 26 novembre.