Il ruolo strategico dello spettro radio al centro del dibattito nazionale. A sollevare la questione è stato il Ceo di Fastweb+Vodafone Walter Renna, che nel weekend nel corso dell’incontro “Identita’ digitale e infrastrutture critiche, le sfide della sicurezza in un mondo interconnesso” che si è svolto all’interno del Forum di Bruno Vespa in masseria a Manduria. L’intervento di Walter Renna dal minuto 30′,40” in poi.
“Nel contesto geopolitico di oggi chi detiene le tecnologie detiene il potere. Sovranità digitale vuol dire proteggere le infrastrutture critiche di un Paese cioè le reti di comunicazione, i data center, l’intelligenza digitale e la cyber security. Proteggere questi quattro elementi ci permette di essere competitivi e mantenere la sicurezza nazionale”, ha detto il Ceo di Fastweb+Vodafone.
Renna entra poi nel dettaglio e cita l’esempio delle “frequenze radiomobili, che ci permettono di veicolare le comunicazioni oggi in Italia. Se non avessimo le frequenze non potremmo comunicare, come successo in occasione del blackout in Spagna. E’ importante parlare di frequenze perché nel 2029 scadranno (i diritti d’uso ndr) delle frequenze attualmente in uso agli operatori di telecomunicazioni in Italia e ci si sta ponendo la questione di come rinnovarle”.
Renna: ‘Ipotesi asta competitiva’
“Una delle ipotesi – ha ricordato Renna – è quella dell’asta competitiva, ovvero chi offre di più si aggiudica le frequenze. Ma questo approccio pone un problema di sicurezza nazionale perché ci espone al rischio che vengano assegnate a soggetti stranieri, non ancorati al Paese con capacità finanziarie illimitate, che potrebbero avere interessi geopolitici non allineati ai nostri”. “Un operatore straniero, che ha capacità finanziarie pressoché illimitate, potrebbe comprare le frequenze e ad un certo punto decidere di spegnere la rete, per motivi che sono più geopolitici che effettivi”. “Ecco perché – ha concluso – bisogna adottare politiche che ci consentono di garantire che asset strategici – frequenze, dati ecc – siano gestiti in modi allineato ai nostri interessi”.
Ma a chi si stava riferendo Walter Renna?
Il quadro geopolitico non è rassicurante, difficile in questo contesto distinguere chiraamente gli amici dai nemici. Il riferimento implicito del Ceo di Fastweb+Vodafone è quello nei confronti degli Hyperscaler (Google, Facebook, Amazon) e ai grandi operatori Cloud (AWS, Microsoft ecc) che potrebbero decidere di partecipare all’asta, rilevare le frequenze e poi disporne a loro piacimento, magari anche decidendo di spegnere il segnale (come gesto estremo). Ma anche Starlink di Elon Musk potrebbe rientrare in questa rosa.
Bruno Vespa solleva il tema golden power. Il Ministro Piantedosi: ‘Tema frequenze importante’
Bruno Vespa dopo le parole, di Walter Renna, solleva la questione del golden power e la gira al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “Ovviamente la questione del golden power si esercita nel momento in cui una società è già aggiudicataria di una concessione diventi oggetto di istruttoria di acquisizione da parte di capitale straniero. In questo caso, ma parlo di cose che non so ancora e non so se siano ancora in fase di istruttoria visto che la scadenza è nel 2029, ma il tema sicuramente sarà importante perché la salvaguardia della sovranità digitale sicuramente sarà uno degli elementi che caratterizzerà i bandi di assegnazione delle concessioni di quelle che sono le frequenze, proprio alla luce delle considerazioni che si sono fatte (da parte del Ceo di Fastweb+Vodafone Walter Renna)”.
Come saranno rinnovati i diritti d’uso?
C’è da dire che il rinnovo dei diritti d’uso delle frequenze è da tempo sul tavolo del Governo, che dovrà decidere come procedere. Certo, l’ipotesi è un po’ estrema, ma il concetto è chiaro: lo spettro radio ha un valore strategico per il Paese. Resta però un altro tema di fondo, con un’asta onerosa resterebbero pochi fondi da spendere per investire.
Modello tedesco anche in Italia?
Nei mesi scorsi, il dibattito nazionale si è orientato sul modello tedesco.
In Germania l’agenzia responsabile dello spettro radio ha proposto il rinnovo automatico delle frequenze con esborso basso, a fronte però di chiari impegni di investimento e copertura da parte degli operatori, con conseguenti obblighi di controllo degli impegni. Un modello anche per l’Italia? Di sicuro l’idea è piaciuta all’ad di Tim Pietro Labriola e anche alle altre telco.
Di certo, il tema del controllo dello spettro radio rientra nella battaglia di Key4biz per l’Indipendenza digitale del nostro paese.
