Relazione annuale

Relazione annuale Agcom: comunicazioni elettroniche a 27,8 miliardi (-2,8%), mercato dimezzato in 10 anni

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Il mercato delle comunicazioni elettroniche continua a perdere colpi con un calo del 2,8% nell'ultimo anno. Cresce il traffico dati fisso e mobile e di pari passo anche i ricavi delle Big Tech.

Il mercato delle comunicazioni elettroniche continua a perdere colpi. Nel 2021 ha registrato una ulteriore erosione del -2,8% su base annua a 27,84 miliardi, con una contestuale flessione anche degli investimenti (-0,7%) a 7,55 miliardi. E’ quanto emerge dalla Relazione annuale 2022 dell’Agcom, illustrata alla Camera dal presidente dell’Authority Giacomo Lasorella. C’è da dire che le dimensioni del mercato sono più che dimezzate rispetto a 10 anni fa: nel 2012 il settore delle comunicazioni ha totalizzato 61 miliardi di euro .

Mercato resta dinamico

Resta comunque elevato il dinamismo competitivo del settore “sia per effetto dei processi di consolidamento tra operatori di medie dimensioni (Qcom-Intred, Brennercom-Retelit, Linkem-Tiscali), sia in virtù dell’ingresso nella rete fissa di nuovi attori di rilevante peso economico quali PostePay, Iliad e Sky ha detto Lasorella.

Risorse da mobile a 12,44 miliardi (-4,6%) e da fisso a 15,44 miliardi (-1,3%)

“La flessione è ascrivibile principalmente al calo delle risorse della rete mobile, il cui valore – oggi pari a 12,44 miliardi di euro – appare ridotto del 4,6%, mentre i servizi di rete fissa – con un valore complessivo pari a 15,4 miliardi di euro – mostrano una riduzione maggiormente contenuta (-1,3%)”, si legge nella Relazione annuale.

Aumentano gli abbonati broadband: 18,7 milioni a fine 2021

Aumentano gli abbonati broadband su rete fissa di oltre 500mila unità (18,7 milioni a fine anno), con gli accessi che utilizzano le tecnologie Vdsl, Ftth e Fwa cresciuti di oltre 1,9 milioni di unità (14,6 milioni di linee). Continua anche la crescita del traffico dati sia nella rete fissa (+19%) che in quella mobile (+30%). Nella telefonia mobile, sembra inoltre consolidarsi la propensione degli utenti ad adottare offerte low cost, il che favorisce in particolare la crescita della customer base degli operatori mobili virtuali, i cui ricavi sono aumentati in misura significativa.

Banda larga, resta il divario Nord-Sud

Guardando all’attuale situazione della diffusione dei servizi a larga banda sul territorio italiano, a fine 2021 gli accessi broadband e ultrabroadband residenziali e affari hanno raggiunto 18,7 milioni di unità, equivalenti a 31,7 linee ogni 100 abitanti. Più in dettaglio il rapporto in questione è pari a 24,4 linee per 100 abitanti per le connessioni commercializzate con capacità maggiori di 30 Mbit/s, (20,4% nel 2020), ed a 19,5 linee per 100 abitanti con riguardo alle linee con velocità superiori a 100 Mbit/s (15,6% nel 2020). “Rimangono, come già evidenziato nelle precedenti relazioni annuali, significative differenze territoriali nella penetrazione di tali servizi”, si legge.

Si evidenzia, in generale, un divario strutturale tra le diverse macro-regioni considerate con il Nord-Ovest e il Centro in cui la diffusione degli accessi con velocità maggiori di 100 Mbit/s è superiore rispetto alla media nazionale, a fronte delle aree del Sud e delle Isole che si pongono su valori decisamente inferiori. Considerando solo la diffusione delle tecnologie qualitativamente migliori in termini di velocità di connessione (linee Vdsl, Ftth e Fwa), tale divario si acuisce ulteriormente.

Tlc: Agcom, mercato mobile resta altamente concentrato

Tim, Vodafone e Wind Tre rappresentano poco meno del 90%. “Il mercato della telefonia mobile si conferma altamente concentrato dal punto di vista concorrenziale. Tre operatori, Tim, Vodafone e Wind Tre, con quote tra loro relativamente simili, intorno al 30%, rappresentano poco meno del 90% del mercato. Va tuttavia osservato come, nel corso del 2021, Vodafone e Wind Tre abbiano perso 2,2% punti percentuali in favore di Iliad e dei cosiddetti Mvno, gli operatori mobili virtuali, che registrano complessivamente un aumento del fatturato dell’8,3% rispetto al 2020″, si legge.

Traffico dati da mobile +26% nel 2021

Nel mercato mobile, rileva l’Autorità, si conferma il ricorso a soluzioni a elevato consumo di dati (+26,6% rispetto al 2020 con un traffico unitario medio di circa 12,5 GB gigabyte/mese per Sim) determinato dalla didattica e dal lavoro a distanza, dallo streaming video, e da un più intenso utilizzo di applicazioni di comunicazioni online in sostituzione dei servizi voce tradizionali, diminuiti rispetto al 2020 del 3,3%.

Nel 2021 crescita del traffico dati da fisso +15,9%

“Nel mercato della rete fissa si conferma il trend di crescita del traffico dati, che registra un +15,9% rispetto al 2020” tuttavia “permangono alcune differenze strutturali tra le diverse macroaree del Paese. Al Nord-Ovest e al Centro la diffusione degli accessi con velocità maggiori di 100 Mbit/s è superiore rispetto alla media nazionale, mentre al Sud e nelle Isole i valori sono decisamente inferiori”.

Sim M2M crescono ancora nel 2021

Continua, anche se in misura meno accentuata che in passato, la crescita delle Sim machine to machine che, a fine 2021, superano i 28 milioni di unità, con applicazioni concentrate principalmente nei settori della mobilità e delle utilities. “Nell’ultimo anno”, ha detto Lasorella, “l’Autorità ha svolto, nell’ambito delle proprie competenze, un ruolo proattivo e rilevante nell’attuazione del Pnrr”. “A ciò si aggiunge – ha proseguito – una significativa produzione regolamentare e di vigilanza nei diversi ambiti delle comunicazioni elettroniche. Il procedimento più importate è stato quello relativo all’offerta di co-investimento presentata da Tim per la realizzazione di una nuova rete ad alta capacità”.

Tim, Agcom: con nuova offerta riavvio rapido iter coinvestimento

Tim “ha modificato unilateralmente la proposta di impegni di coinvestimento” per FiberCop, “rendendo necessario il ritiro dello schema di provvedimento trasmesso alla Commissione europea da parte dell’Autorità e l’avvio di nuovi approfondimenti istruttori, nonché di ulteriori interlocuzioni con tutti gli operatori interessati. Una volta ricevuta l’offerta da Tim, l’Autorità riavvierà tempestivamente l’iter del coinvestimento”.

Tlc: Agcom, in calo controversie tra operatori e utenti, -9%

Con riferimento all’attività di definizione delle controversie – rimesse alla decisione dell’Autorità e dei Co.re.com. in caso di esito negativo del tentativo di conciliazione – il totale di istanze ricevute nell’anno 2021 è stato pari a 11.476, con una flessione pari al 9% rispetto all’anno precedente. E’ quanto indicato dalla Relazione annuale 2022 dell’Agcom.

Considerando solo le conciliazioni svolte (al netto di quelle giudicate inammissibili, pari a 9.520) un dato di interesse è quello relativo all’efficacia della negoziazione svolta direttamente dalle parti tramite ConciliaWeb, che, grazie alle nuove funzionalità della versione 2.0 della piattaforma, ha portato alla conclusione con accordo transattivo, prima ancora dell’intervento del conciliatore, di 18.969 procedure, pari al 18% del totale.

Agcom, volano ricavi big tech: 1.100 miliardi nel 2021 (+24%)

“Il valore dei ricavi realizzati su scala mondiale dalle principali piattaforme continua a crescere. Nel 2021, i ricavi conseguiti dai primi cinque operatori sono aumentati del 24%, superando i 1.100 miliardi di euro, e questi consolidano le prime posizioni in tutti i settori di attività in cui sono presenti”. Lo ha detto il presidente Agcom, Giacomo Lasorella, ricordando che “il mercato delle piattaforme ha registrato, su scala globale, tra il 2012 e il 2021, una crescita media annua e un margine netto attorno al 16%, nonché una significativa crescita dei ricavi che, nell’anno passato, ha superato di oltre il 50% quella del 2019”.

Agcom è pronta ad accogliere, se il Parlamento e il Governo lo riterranno opportuno, la sfida di diventare Digital Services Coordinator, ovvero quel soggetto individuato tra le autorità nazionali competenti, cui viene affidato il compito di interloquire con la Commissione per l’applicazione coordinata delle norme del Digital Services Act in ciascuno Stato membro”.

Agcom: a pubblicità online oltre metà ricavi, parte del leone ai big del web

I ricavi complessivi derivanti da inserzioni pubblicitarie su tutti i mezzi di comunicazione nel periodo 2017-2021 sono – per le piattaforme web – più che raddoppiati, raggiungendo il 46% del totale. Nell’intero settore dei media, considerando oltre ai ricavi pubblicitari realizzati sul versante degli utenti, anche i contributi pubblici, il peso delle piattaforme è quasi triplicato rispetto a quello dei loro competitors. Indipendentemente dai modelli di business adottati, si osserva nel documento, la pubblicità rappresenta, in Italia e da diversi anni, la principale fonte di entrata per il settore dei mezzi di comunicazione, incluso Internet.

La pubblicità online non ha manifestato segnali di arresto neanche nell’anno più complesso della crisi economica e sanitaria, arrivando a superare nel 2021 cinque miliardi di euro di ricavi. La pandemia ha ampliato il divario tra la pubblicità online e quella destinata ai mezzi tradizionali: si è determinata un’ulteriore contrazione del peso delle entrate pubblicitarie sui mezzi di comunicazione tradizionali, mentre gli introiti complessivi derivanti da inserzioni online sono oltre il 54% del totale dei ricavi pubblicitari che sono pari a quasi 10 miliardi di euro.

I volumi di ricavo (lordi) gestiti dai primi tre player rappresentano il 70% delle risorse complessive del comparto. In tal senso, i primi posti della graduatoria delle risorse complessive continuano ad essere appannaggio di Alphabet/Google e Meta/Facebook; soggetti che presentano ricavi in deciso aumento, sia sul versante delle entrate nette (ossia, derivanti dalla vendita di spazi pubblicitari online propri o di soggetti terzi, al netto della quota retrocessa a questi ultimi), sia su quello dei fatturati pubblicitari lordi (ottenuti dalla raccolta complessivamente gestita per spazi pubblicitari online propri o di soggetti terzi, al lordo della quota retrocessa a questi ultimi). Amazon si colloca – stabile – al terzo posto, con introiti in crescita.

Elezioni, Fico: ruolo Agcom fondamentale in prossime settimane

Il ruolo dell’Agcom sarà fondamentale per garantire il pluralismo nelle prossime settimane di campagna elettorale. Lo ha sottolineato il Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, nel suo indirizzo di saluto alla presentazione della relazione annuale dell’Agcom, in corso alla Camera. “Concludo con una considerazione istituzionale sull’importanza del ruolo dell’Autorita’ per le prossime settimane: la garanzia del pluralismo, a tutela di tutti i cittadini, sara’ fondamentale e serve che ci sia un impegno degli operatori dell’informazione, come degli stessi rappresentanti politici”, ha detto Fico. Rea

Media: Lasorella (Agcom), ‘tv in chiaro tiene, giganti streaming tentati da pubblicità’

Declino “con tratti di irreversibilità” del comparto editoriali classico, complessiva “tenuta del settore radiotelevisivo” free to air, contrazione dei ricavi della tv a pagamento su satellite, crescita di ricavi e offerta delle piattaforme di video on demand, trainate da pandemia e lockdown e la tentazione dello sbarco nel mercato pubblicitario dei grandi colossi dello streaming di fronte alla tendenziale saturazione della platea degli abbonati. Queste le direttrici delle tendenze in atto nel mercato dei media indicate dal presidente Lasorella.

“È evidente – ha detto Lasorella – il declino, con tratti di irreversibilità, del comparto editoriale classico, da oltre un quindicennio in perdita di copie, pubblicità e, conseguentemente, di ricavi e valore, sia nel settore dei quotidiani, sia (in misura ancora maggiore) nel settore dei periodici. Si conferma una complessiva tenuta, in termini di valore economico e di audience, del settore radiotelevisivo free to air largamente attestato su piattaforma digitale terrestre, mentre viene rilevata una contrazione dei ricavi conseguiti dalla televisione a pagamento su piattaforma satellitare, che potrebbe anche costituire il primo segnale di una tendenziale raggiunta maturità della piattaforma stessa. Quasi specularmente – anche quale effetto della crisi pandemica e del lockdown del biennio 2020/21, oltreché della specifica attrattività dei propri contenuti più pregiati – si osserva una crescita rilevante di ricavi, offerta di contenuti e numero di abbonati da parte dei servizi VoD offerti su piattaforma Internet. Parallelamente si evidenziano da un lato il crescente peso della pubblicità online (a beneficio delle grandi piattaforme, in particolare) rispetto ad un perdurante calo della raccolta sui mezzi tradizionali, e d’altro lato l’emergere di una offerta free anche su piattaforma Internet, che ragionevolmente andrà in futuro a strutturarsi e ad ampliarsi sull’esempio del bouquet Pluto proposto dal novembre scorso da ViacomCBS“, ha sottolineato il presidente di Agcom.

“Infine, quale indicatore di prospettiva, si ravvisa una possibile e graduale revisione del modello di business da parte dei grandi player dello streaming, tentati dallo sbarco sul mercato pubblicitario, alla luce di una tendenziale saturazione della platea degli abbonati e dell’inasprirsi della tensione competitiva sul mercato di riferimento, con conseguente pressione sulla redditività”, ha concluso Lasorella.

Agcom: in 2021 consegnati in Italia 961,3 mln pacchi, fatturato di 6 mld

Nel 2021 gli operatori postali presenti in Italia hanno consegnato circa 961,3 milioni di pacchi postali, e generato un fatturato di 6 miliardi di euro: la crescita dei valori risulta trainata, in particolare, dagli invii multipli di pacchi postali non rientranti nel servizio universale, ascrivibili perlopiù ad acquisti di commercio elettronico (Business-to-Consumer, B2C).

Si registra, tuttavia, per i pacchi postali, un ricavo medio unitario in calo, che potrebbe essere ascritto alla dinamica concorrenziale presente tra gli operatori, in concomitanza alla crescita degli invii di pacchi e-commerce.

Per l’arco temporale 2017-2021, i volumi dei servizi di consegna dei pacchi sono quasi raddoppiati, mentre gli invii di corrispondenza si sono ridotti di quasi un terzo. Nel 2021, i volumi dei pacchi postali sono cresciuti, rispetto all’anno precedente del 12%, mentre i servizi di corrispondenza sono rimasti stabili. Nel 2021, il settore postale nel suo complesso ha registrato, in Italia, circa 3,26 miliardi di invii, in crescita del 3,2% rispetto al 2020. Il fatturato complessivo è stato di 7,78 miliardi di euro, con un incremento del 14,4% rispetto all’anno precedente, riconducibile prevalentemente ai ricavi da consegna pacchi non rientranti nel servizio universale . A questo dato vanno aggiunti i ricavi derivanti da servizi, come la filatelia, la vendita di caselle postali, i servizi di intermediazione, che, nel 2021, ammontano a circa 115 milioni di euro. Il peso dei servizi postali sull’economia, misurato dal rapporto tra i ricavi del settore ed il Pil, è pari allo 0,44%, in crescita rispetto all’anno precedente.