Il Piano

RaiWay, si riapre la partita delle torri: nel mirino i servizi tlc e broadcast

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Presentato il nuovo Piano industriale 2015-2019. La società delle torri Rai vuole rafforzare la propria posizione puntando a nuove acquisizioni, ma esclude l’interesse per Inwit.

Si riapre in Italia la partita delle torri. A dare il calcio di inizio è questa volta RaiWay che fa sapere di essere pronta a nuove acquisizioni dopo lo stop a Ei Towers che lo scorso febbraio aveva tentato la scalata dell’azienda controllata dalla Rai.

Stavolta però l’azienda, presieduta da Camillo Rossotto, punta al mercato delle torri tlc, già in forte fermento con Inwit di Telecom Italia, che serviranno a portare internet mobile ad alta velocità.

E mentre a Telecom stanno studiando le modalità per valutare l’asset, seguiti con attenzione da Ei Towers, RaiWay punta a consolidare la leadership del mercato Tv & Radio Broadcasting e ad espandere l’offerta Rai, oltre a diversificare l’offerta puntando alle tlc con “servizi wireless broadband abilitati dal potenziamento della capacità del network”.

 

Più precisamente, come ha spiegato oggi il presidente Rossotto a margine dell’investor day, “in un’ottica di utilizzo sempre più spinto di smartphone e tablet“, bisogna utilizzare “i siti strategici” di RaiWay non più solo per far viaggiare “il segnale broadcast” ma anche “il traffico wireless dei dati che possiamo portare dalle nostri torri ai centri di raccolta”.

Un progetto, quindi, che intende sfruttare le potenzialità delle torri, soprattutto nelle aree rurali e extra-urbane, e che si inquadra nel Piano del Governo per la banda ultralarga.

A quasi un anno dal suo sbarco in borsa (il 19 novembre 2014, ndr) l’obiettivo di RaiWay è adesso quello di espandersi verso la banda larga mobile come del resto sta già facendo Ei Towers, controllata da Mediaset (40%), che non vuole essere tagliata fuori da questo promettente business.

Su questo punto del Piano Rossotto oggi è stato molto più chiaro, escludendo l’interesse per la controllata di Telecom Italia.

Rossotto ha, infatti, dichiarato che su Inwit “la partita è chiusa se mai è stata aperta”.

La valutazione delle torri tic, rispetto a quelle di broadcasting sono molto più alte: “Dovremmo portare sinergie tali da giustificare un interesse di RaiWay e non credo ce ne siano”, ha indicato ancora Rossotto.

Per le acquisizioni, parlando in generale, RaiWay punterà sul mondo broadcaster: “Rispetto a un anno fa, quando non c’era ancora un progetto di quotazione degli asset tlc, parlo di Cellnex, Inwit, guardavamo con interesse a una potenziale espansione in quel mondo“. Poi, “ci siamo resi conto che quei tipi di asset hanno preso valutazioni importanti in termini di multipli rispetto alle nostre. Se quando eravamo ancora in fase di Ipo guardavamo a quei processi con interesse, ora – ha concluso – bisogna essere realisti e concentrare i nostri sforzi nel mondo del broadcast”.

Nel Piano industriale 2015-2019, approvato ieri dal Cda di RaiWay, si legge che “per rafforzare la propria posizione di mercato, il gruppo valuterà eventuali opportunità di crescita esterna, anche attraverso operazioni di acquisizione”.

Il business plan prevede di raggiungere nel 2019 utili per 57 milioni, con una crescita media del 10,9%, ricavi per 230 (+2,1% il tasso di crescita medio) e una generazione di cassa di 75 milioni. Il tutto mantenendo la politica di piena distribuzione degli utili ai soci.

I nuovi servizi per la Rai saranno pari a 47 milioni, per nuovi servizi a clienti terzi 5 milioni cumulati e per iniziative su base opportunistica relative a small M&A e sviluppo del modello Fiber-to-the-Tower a circa 15 milioni.

A riguardo, ha comunicato Rossotto, un “dialogo con le istituzioni c’è già stato“, ma “vogliamo capire prima con dei ‘piloti’ se la formula può funzionare e se poi potrà diventare una proposition commerciale per le telco che vedranno in noi un valore aggiunto”.

Portare la fibra alle torri non è un problema dal punto di vista tecnologico. Il vero problema potrebbe essere quali frequenze usare per portare il segnale dalle torri agli utenti. Le bande 800 Mhz e 700 Mhz – quando quest’ultima sarà liberata dal segnale del digitale terrestre e destinata alla banda larga mobile – vanno bene per le torri Rai ubicate in prossimità dei centri abitati, come ad esempio Monte Mario a Roma o la collina di Torino. In ogni caso, non si tratterebbe di coperture wireless capillari degne della banda ultralarga, perché un solo impianto con una vastissima area di servizio dovrebbe ‘spalmare’ la capacità su tutti gli utenti contemporaneamente attivi nell’area. Difficile quindi che uno o due impianti per città possano interessare le Telco, che devono servire migliaia di utenti con un servizio all’altezza delle richieste.

Per quanto concerne il segmento TV & Radio Broadcasting, il Piano prevede che il digitale terrestre si confermi la piattaforma di riferimento del mercato italiano, con le principali opportunità di crescita derivanti dalla riorganizzazione delle frequenze per le Tv regionali (a seguito della pianificazione avviata dall’Agcom), dalla sempre maggiore domanda per la diffusione di contenuti e programmi in Alta Definizione e dalla sperimentazione di nuove tecniche trasmissive destinate a un utilizzo più efficiente dello spettro radio (DVB-T2).

Nel mercato radiofonico si attende inoltre il progressivo sviluppo del servizio di diffusione radiofonica in tecnologia digitale DAB+, che coinvolge sia il cliente Rai che consorzi di emittenti nazionali e regionali.