Torri

RaiWay, Giacomelli: ‘Bene le integrazioni ma rispettare il vincolo del 51%’

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Gina Nieri di Mediaset rilancia sull’operatore unico, chiedendo al CDM di modificare la norma che fissa al 51% la quota di RaiWay che deve restare in mano pubblica.

Torna caldo il tema delle torri in Italia. Ad animare il dibattito è RaiWay, che ha presentato il nuovo Piano industriale annunciando nuove acquisizioni e il rafforzamento sui servizi broadcast, escludendo però l’interesse per Inwit, la tower company di Telecom Italia per la quale è stato avviato il processo di valorizzazione.

Capitolo chiuso anche per Ei Towers, controllata al 40% da Mediaset, che lo scorso febbraio aveva tentato la scalata a RaiWay.

Ma il Biscione non considera affatto la partita chiusa anzi proprio oggi il consigliere Mediaset Gina Nieri ha invitato il governo a rivedere la norma che fissa al 51% la quota di RaiWay che deve restare in mano pubblica, rilanciando l’ipotesi dell’operatore unico delle torri.

Ma il Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, oggi ha ribadito la necessità che quel 51% rimanga nelle mani dello Stato.

Il 24 febbraio scorso Ei Towers aveva infatti lanciato un’offerta per il 66,7% di RaiWay mettendo sul piatto 1,22 miliardi di euro.

Un’operazione che aveva immediatamente registrato lo stop del Ministero dell’Economia e della Rai e successivamente della Consob e dell’Antitrust.

Anzi il Cda di Viale Mazzini aveva bocciato anche la successiva proposta che puntava al 40% di RaiWay, precisando che “non avrebbe aderito in alcuna misura all’offerta promossa da EI Towers, anche a seguito della modifica apportata”.

Oggi Giacomelli ha detto chiaramente che una crescita di RaiWay in termini di integrazioni è logica ma a patto che il controllo resti in mano pubblica.

Riguardo a possibili integrazioni, ha precisato che “in termini industriali un ragionamento su un dimensionamento più ampio sia logico, ma vale solo nel rispetto del principio del 51%. L’idea di un lavoro sulla dimensione industriale ottimale è un punto di riflessione”.

Ieri Camillo Rossotto, presidente di RaiWay, ha sottolineato che non ci sono le condizioni normative e di antitrust per un consolidamento delle torri broadcasting in Italia attraverso un’operazione RaiWay-Ei Towers.

Ecco allora che ci pensa Nieri, del parere che “un operatore unico in termini industriali ha un fondamento e crea valore, quindi prima o poi ci si arriverà“.

Ma questo progetto si scontra con quanto stabilito dal DPCM del 2 settembre 2014 che, autorizzando l’Ipo di RaiWay, stabilisce che il 51% della società debba restare in mano pubblica.

Una norma che secondo Nieri potrebbe essere cambiata: “E’ una decisione del Cdm e il Cdm la può sempre cambiare”.

Partita ancora aperta quindi anche se da parte del governo non sembra ci sia l’intenzione di riaprire il dossier.

Procede intanto l’iter parlamentare della riforma Rai. Questa mattina alle ore 10.00 è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti al Ddl sulla tv pubblica, già approvato al Senato e ora in discussione nelle Commissioni Congiunte Cultura e Trasporti della Camera. Le proposte di modifica dovrebbero essere, secondo quanto si apprende, circa 500. Il Pd ne ha presentate una quindicina.