Pace fatta

Rai-Sky, passa in Cda l’accordo anti-oscuramento

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Stop ai programmi oscurati per gli abbonati Sky. Il Cda Rai ha votato all’unanimità la proposta commerciale da inviare alla pay tv.

Pronta la proposta di contratto Rai per Sky. Alla scadenza dei trenta giorni concessi dall’Agcom con la delibera del mese scorso, il Cda di Viale Mazzini ha votato oggi all’unanimità il documento commerciale da far recapitare alla pay tv.

Obiettivo? Mettere fine, come ha stabilito l’Autorità, all’oscuramento di alcuni programmi Rai agli abbonati di Sky.

L’Agcom ha, infatti, stabilito che è illegittimo farlo, scrivendo la parola fine su un’annosa querelle che vedeva contrapposti i due broadcaster.

Il Cda Rai ha, quindi, stabilito oggi il compenso da chiedere alla pay tv, inoltrando a Sky una proposta di contratto “equa e ragionevole”, come ha chiesto l’Autorità.

Dai piani alti di Viale Mazzini non è però trapelato alcun dettaglio sui contenuti di questa proposta, sappiamo però che l’accordo precedente ammontava a 400 milioni euro.

Ora la palla passa a Sky che dovrà esprimersi sull’ipotesi di contratto messo a punto dalla Rai.

Già lo scorso anno c’era stato un tentativo da parte delle due aziende di trovare un’intesa. Operazione che però si era conclusa in un nulla di fatto. Problemi interni al Cda Rai fecero saltare il possibile accordo che era invece caldeggiato dall’amministratore delegato di Sky, Andrea Zappia, che in audizione in Vigilanza aveva ribadito: “La Rai deve smetterla di oscurare i programmi ai nostri abbonati “. Aggiungendo, “I nostri utenti hanno bisogno di tutela e devono poter vedere i programmi Rai senza essere discriminati”.

Ricordiamo anche che Sky era pronta a chiedere alla Rai un risarcimento danni pari a 50 milioni di euro per aver oscurato agli abbonati della pay tv alcuni programmi di punta del servizio pubblico. La pay tv ha, inoltre, già vinto due cause: al TAR del Lazio nel 2009 e al Consiglio di Stato nel 2013.

La delibera Agcom dell’11 marzo ha poi segnato la fine di questa battaglia cominciata nel 2009 quando l’allora Direttore generale della Rai, Mauro Masi, decise di far oscurare i principali eventi mandati in onda sulle reti pubbliche agli abbonati della tv satellitare.

Una decisione definita da alcuni ‘scellerata’, che portò allo scioglimento di un accordo, quello tra Rai e Sky, di circa 400 milioni di euro.

Scegliendo di criptare alcuni programmi di punta agli abbonati Sky, la Rai ha inoltre finora rinunciato a un fatturato pubblicitario più consistente, diretta conseguenza di un’audience più allargata.