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Pubblicità ingannevole, Dona (UNC) ‘Esposto al ministero della Salute contro Philip Morris’

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Massimiliano Dona, presidente Unione Nazionale Consumatori: ‘Presentiamo un esposto al ministero della Salute, per chiedere al ministro Giulia Grillo, come ha fatto il suo omologo in Uk, di bloccare la pubblicità dei prodotti del tabacco di Philip Morris ritenuti ‘più salutari’.

Il ministro della salute del Regno Unito, Steve Brine, ha inviato alla Philip Morris una lettera formale, ordinando di rimuovere dai negozi e da ogni altro luogo i poster pubblicitari che fanno riferimento a prodotti del tabacco “più salutari” (healthier). Secondo il ministero i manifesti di Iqos, il sistema che scalda e non brucia il tabacco, infrangono il severo divieto di pubblicizzare il tabacco e i prodotti del tabacco.

“Ottima notizia! E’ esattamente la nostra tesi. Per questo nei giorni scorsi abbiamo denunciato all’Antitrust, all’Agenzia delle Dogane e Monopoli (ex AAMS) il produttore Philip Morris per la pubblicità Iqos presente in aeroporti e stazioni, chiedendone la rimozione immediata” ha affermato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Purtroppo, però, nessuna autorità è ancora intervenuta, in via cautelare, per vietare quelle postazioni. Per questo ora presentiamo un esposto al ministero della Salute, chiedendo al ministro Giulia Grillo di agire, come il suo omologo del Regno Unito, a tutela della salute dei consumatori” ha aggiunto Dona.

Iqos di Philip Morris, perché sotto accusa

Sotto accusa  i totem e gli stand presenti negli aeroporti in cui si promuove IQOS con l’esplicito invito ad effettuare una “prova gratuita”: questo tipo di pubblicità sembra in contrasto con le norme che vietano le comunicazioni commerciali aventi lo scopo o l’effetto diretto o indiretto di promuovere questi prodotti.

“Non pensavamo di dover tornare ad occuparci della pubblicità del fumo, dopo la stretta a suon di campagne salutistiche degli ultimi anni, ma a quanto pare è necessaria una nuova sensibilità nell’affrontare la commercializzazione dei nuovi prodotti cosiddetti a ‘rischio ridotto’, come sigarette elettroniche ad altri apparecchi, che stanno prendendo piede”, ha spiegato il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, annunciando la denuncia dell’associazione a Philip Morris per il prodotto IQOS.

“I cartelloni presenti negli aeroporti”, sostiene l’UNC,  “devono rientrare in questo divieto e, a maggior ragione, dobbiamo censurare quelle postazioni (stand aperti e accessibili tanto a fumatori che non fumatori, adulti e minori). Per questo oltre ad aver segnalato la situazione all’Agenzia delle dogane e ai Monopoli di Stato, abbiamo denunciato la pratica all’Autorità Antitrust al fine di accertare la legittimità di queste politiche.”

Inoltre, ha raccontato Dona che: “L’Autorità si è già dimostrata sensibile al tema aprendo, proprio in questi giorni, un provvedimento contro IQOS per pubblicità occulta su un articolo, comparso sulla rivista “Auto” del mese di febbraio 2018. L’articolo, inserito all’interno di uno speciale che si occupa di auto usate, riporta gli esiti di studi e sondaggi compiuti da un’autorevole rivista inglese del settore automobilistico, secondo i quali i danni causati dal fumo non si limitano soltanto alla salute del conducente e dei suoi passeggeri, ma si estendono anche alle autovetture che perdono sostanzialmente di valore. Tuttavia, proseguendo nella lettura, salta subito all’occhio che l’articolo affronta una tematica del tutto lontana dall’oggetto trattato all’inizio e comunque del tutto fuori contesto rispetto al settore automobilistico nel quale il mensile è specializzato. Nel dettaglio, l’articolo si sofferma a disquisire sulle alternative al fumo delle sigarette tradizionali e, in particolare, sulle ‘ormai conosciute sigarette elettroniche che vaporizzano liquidi e i prodotti del tabacco senza combustione’.

Il mercato della sigaretta elettronica e dei prodotti innovativi come IQOS è relativamente nuovo ed è importante fissare delle regole fin da subito”, ha concluso Dona, “per questo ci auguriamo che l’Autorità si pronunci tempestivamente in modo da arginare il dilagarsi di questo tipo di pubblicità che ci sembra, perlomeno, aggressiva”.