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“Premio Vincenzo Dona, voce dei consumatori”, UNC premia lo scultore Jago e il giornalista Marco Carrara

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Il presidente Massimiliano Dona ha guidato gli ospiti in un percorso lungo l’intera mattinata, attraverso le sfide del mercato, la sostenibilità, la rigenerazione di corpo e anima e focus specifici su leadership gentile, intelligenza artificiale e nuove generazioni. 

Il “Premio Vincenzo Dona, voce dei consumatori” il più importante evento sui consumi nel panorama italiano, è tornato quest’anno con un’edizione ricca di personalità e pubblico, in una prestigiosa locationnel cuore di Roma: il Museo dell’Ara Pacis. Il tema che l’Unione Nazionale Consumatori ha scelto per questa diciassettesima edizione è “Ri-Gener-Azioni”; il presidente Massimiliano Dona ha guidato gli ospiti in un percorso lungo l’intera mattinata, attraverso le sfide del mercato, la sostenibilità, la rigenerazione di corpo e anima e focus specifici su leadership gentile, intelligenza artificiale e nuove generazioni. 

Massimiliano Dona ha aperto i lavori, presentando anche i dati di un sondaggio lanciato sui social network: «rigenerarsi significa “rinascere, ricostruire, rinnovarsi” e questo cambiamento riguarda i campi più disparati, da quello biologico a quello tecnico, passando per un senso più morale e simbolico. Abbiamo chiesto ad un pubblico di circa 330 mila consumatori appartenenti alla mia community su Instagram, cosa intendono per “rigenerazione” e non sorprende che più del cinquanta per cento (esattamente il 57%) ha in mente un rinnovamento spirituale, a cui segue il 28 per cento che pensa ad un cambiamento che passa attraverso il benessere fisico. Solo per il 10 per cento di chi ha partecipato al sondaggio, la rigenerazione è un concetto legato al business. Ma come fa un’azienda a rigenerarsi? I miei follower si dividono tra il 34 per cento di chi pensa che avvenga rendendo felici i dipendenti e il 31 per cento che risponde: “introducendo nuovi prodotti e servizi”. La sostenibilità ambientale è fondamentale per un’azienda rigenerata secondo il 25 per cento degli intervistati; infine, solo per il 10 per cento la rigenerazione passa dal cambiamento di immagine e logo. Ultima domanda dedicata alle nuove generazioni e quali sono i loro bisogni: secondo il 48 per cento di coloro che ha risposto al sondaggio, i giovani hanno bisogno di buoni esempi, per il 21 per cento di ascolto, per il 19 per cento di regole e per l’11 per cento di sogni». 

Dopo il benvenuto di Dona è intervenuto Gianni Bientinesifondatore di Business Intelligence Group e autore del saggio “RI-Generazione” (edizioni Minerva): «come Business Intelligence Group crediamo profondamente nell’importanza del processo di Ri-Generazione, come necessità di adattamento e innovazione costanti per prosperare in un mondo in continua evoluzione. Abbiamo, tutti insieme, una responsabilità importante verso le nuove generazioni.  Le aziende, secondo questo modello, hanno la responsabilità di essere protagoniste e responsabili del cambiamento continuo e il nostro ruolo è quello di accompagnarle nelle loro trasformazioni. La sostenibilità e la circolarità sono al centro della nostra missione. L’empatia, l’ascolto e l’inclusione devono essere i pilastri delle relazioni con i clienti. Dobbiamo impegnarci a creare legami solidi e significativi, cercando di evocare emozioni positive attraverso esperienze uniche. L’innovazione tecnologica è essenziale in questo processo di RI-Generazione. In generale, crediamo che le aziende debbano assumere un ruolo attivo nella promozione di un modello generativo e di economia civile per un mondo più sostenibile e sano. Il nostro compito è quello di trasmettere questi valori fondamentali attraverso le nostre azioni. Con il nostro lavoro quotidiano, siamo dunque determinati a costruire un futuro migliore per tutti e a condividere i nostri valori fondamentali con il mondo». 

La prima parte della mattinata è stata dedicata ai temi economici con un focus sulla transizione energetica e sul trimestre anti-inflazione. 

Giovanni Maffei, responsabile commerciale di Enilive (Eni Sustainable Mobility): «le oltre 4.000 Enilive Station in Italia sono il cuore di una trasformazione che guarda al futuro della mobilità e del settore della distribuzione dei carburanti che necessita di una rete orientata a soddisfare le esigenze dei consumatori. Si stanno evolvendo da stazioni di servizio a “mobility hub” in grado di fornire ai clienti tutti i vettori energetici disponibili, tra cui il biocarburante HVOlution, l’elettrico e il biometano, e di rispondere alle esigenze delle persone in movimento. La sosta per il rifornimento, tradizionale o elettrico, diventa l’occasione usufruire di tanti servizi: i punti Telepass, le auto Enjoy, il pagamento dei bollettini postali, la possibilità di ritirare pacchi in appositi locker o di fare la spesa in negozi di prossimità. A questi si affianca l’offerta di ristorazione: ai 600 Eni Cafè, grazie ai quali Enilive è già uno dei principali player nel settore del food, si aggiunge il nuovo format di ristorazione su strada ALT Stazione del Gusto, in collaborazione con Accademia Niko Romito, che ha inaugurato il suo primo store in una storica stazione Enilive a Roma e di cui prevediamo nel quadriennio l’apertura di 100 ristoranti, a cominciare dalle principali città italiane».

Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione è partito nel suo intervento dalla situazione di difficoltà delle famiglie, ponendo l’accento su un concetto fondamentale che deve andare di pari passo alla “rigenerazione”: «del termine “rigenerare” la definizione che mi sembra di poter condividere è: “il recupero di un precedente stato di dignità”. Dignità per quella parte della classe media, falcidiata da una crescente difficoltà economica, che rischia di scivolare pericolosamente verso soglie di quasi indigenza, e che cerca attraverso il commercio moderno, soluzioni di consumo convenienti ma di qualità. Dignità per le nuove generazioni, che manifestano nei consumi sensibilità crescenti su temi di sostenibilità, che hanno comportamenti originali e spesso apparentemente contraddittori. Dignità per contesti urbani degradati, e i cittadini che vi risiedono, che con investimenti importanti il commercio moderno è in grado di recuperare, realizzando un risultato straordinario di rivitalizzazione di aree abbandonate, altrimenti preda di decadimento e insicurezza. Dignità per agricoltori e produttori locali che, in una relazione di partnership con il commercio moderno, trovano nuove opportunità di sostenibilità economica e sviluppo». 

Un elemento chiave delle rigenerazioni è la connessione tra il benessere personalee quello dell’ambiente circostante. Una maggiore consapevolezza della nostra interconnessione con la natura e lo spazio in cui viviamo può ispirare azioni più responsabili. Paolo Lucchetta, architetto e founder Retail Design ha introdotto il concetto di rigenerazione dei luoghi: «si tratta di qualcosa che ha catturato in questi tempi di cambiamento un’attenzione nuova, che mette al centro l’importanza dell’estetica delle relazioni tra luoghi, cose e persone nelle nostre città e nei nostri paesaggi, ai quali da più parti si chiede di essere “belli, sostenibili, inclusivi”. A questa indagine abbiamo dedicato le attività di ricerca e progetto del nostro laboratorio (Paolo Lucchetta + Retail Design) descritti nel libro “Lo spazio, il Luogo, le Possibilità”. Un elogio del senso delle possibilità, un elogio della libertà di scoprire mondi sociali possibili esplorando connessioni e coltivando memorie. In un paese condannato a vivere nella bellezza, si tratta di riconoscere i luoghi, opponendosi alla dittatura del presente, tutelando gli spazi per gli esercizi dell’immaginazione. Ecco perché è fondamentale occuparsi di beni culturali abbandonati come i mercati coperti, le stazioni che introducono le esperienze nelle nostre città, gli edifici del nostro patrimonio edilizio, la tutela e la manutenzione del nostro paesaggio in attesa di rappresentare la qualità del nostro vivere civile. Il senso di questa possibilità viene descritto attraverso casi studio realizzati, ognuno a suo modo caratterizzato da percorsi e azioni, connessioni e memorie, alla ricerca di verità e validità che hanno aperto ventagli di alternative e un repertorio sconfinato di possibilità». 

Valter Longo, direttore Programma di Oncologia e Longevità IFOM Milano è uno dei massimi studiosi di longevità, nonché ideatore della dieta della longevità; nel suo video intervento ha illustrato la sua strategia per aumentare l’aspettativa di vita in salute: «entro il 2050, più del 34% della popolazione italiana avrà oltre 65 anni. La sfida principale sarà quindi garantire una “durata della salute” in parallelo alla durata della vita stessa, visto che l’avanzare dell’età è il principale fattore di rischio per le malattie croniche come diabete, tumori, malattie cardiovascolari, e neurodegenerative. L’identificazione dei meccanismi cellulari che regolano l’invecchiamento ma anche quelli che regolano il “ringiovanimento” apre la porta a modulare la salute attraverso l’alimentazione. Abbinando la dieta della longevità, comune a molte popolazioni longeve nel mondo, con brevi periodi di una nutrizione che mima il digiuno, è possibile influenzare questi meccanismi rallentando l’invecchiamento e aumentando l’aspettativa di vita in salute, potenzialmente, di oltre 20 anni.  

La dieta della longevità, basata sui “5 pilastri”, è un approccio che integra una vasta gamma di conoscenze provenienti da diverse aree scientifiche e mediche, e che si assicura che le raccomandazioni siano solidamente radicate nelle basi scientifiche e contribuiscano in modo significativo a una sana longevità». 

Ad Antonino Tamburello, psichiatra e psicoterapeuta il compito di parlare di rigenerazione dell’anima, benessere psicologico e nuove generazioni. «La natura è già predisposta alla rigenerazione continua -ha spiegato Tamburello- è pronta ad una continua apertura al nuovo, dovremmo imparare da lei fidandoci delle novità, anche seguendo l’onda di fronte a ciò che può farci paura, solo così saremo pronti a diventare la versione migliore di noi stessi». 

A chiudere la prima parte della mattinata è Guido Stratta, direttore People and Organization di Enel, ma anche fondatore dell’Accademia della Gentilezza: proprio alla rinnovata gentilezza e alla leadership gentile è stato dedicato il suo speech dal titolo “Ri-Evoluzioni”: «le Ri-Evoluzioni nascono fuori dai nostri piani. Pensate a quando, durante la pandemia, abbiamo dovuto affrontare un nuovo mondo senza preavviso. Siamo tutti vulnerabili e da soli siamo depotenziati. Parlare di “gentilezza” qualche anno fa non era qualcosa di comune, l’ossimoro “leadership gentile” ha sollevato l’ironia di molti… abbiamo però visto come in questi anni la capacità di abilitare relazioni potenzianti, accogliere le nostre vulnerabilità ed entrare nella dimensione del dialogo con tutto ciò che è diverso da noi ci ha consentito di ottenere risultati sorprendenti. Per oltre 100 anni le aziende sono state focalizzate sul risultato. Oggi siamo consapevoli che sono le persone a portare le aziende verso il successo e il profitto duraturo. Il nostro lavoro, al servizio nell’ambito del people management, deve avere come obiettivo quello di coltivare il benessere, oltre quello psicofisico -che resta fondamentale- e guidare i singoli sulla capacità di creare ambienti di lavoro nei quali la fiducia, la fioritura del talento di ciascuno vadano in favore della collettività. La passione del fare “ciò che amo” porta l’individuo ad andare oltre la paura di non riuscire o del giudizio. La motivazione è quindi un elemento endogeno che consente l’evoluzione nella dimensione del NOI. Un passaggio che, lo abbiamo visto e testato in azienda, produce risultati autentici e duraturi». 

Laura Galimberti, direttore Legal Affairs & Corporate Sustainability di Agos ha aperto la seconda parte della mattinata dedicata alle nuove generazioni presentando una ricerca sul tema della sostenibilità e soffermandosi su un nuovo tipo di rapporto tra consumatori e imprese: «il titolo Ri-Gener-Azioni apre a diverse chiavi di lettura per tutti gli attori e in particolare per le imprese, chiamate a contribuire in modo sempre più concreto alla crescita della società. I consumatori si trovano spesso a dover bilanciare acquisti sostenibili e costi legati alla scelta “green” e l’attesa che emerge, specie dalle giovani generazioni, è di agire con iniziative consistenti, chiare e misurabili. Ce lo dice la 2^ edizione della ricerca “Agos Insights: i nuovi consumi sostenibili”, realizzata da Eumetra per Agos. Si comprende l’importanza di passare ad un sistema di mobilità più sostenibile, elettrodomestici più efficienti e un miglior coefficiente energetico delle abitazioni, ma spesso mancano sufficienti informazioni e si evidenzia l’impatto delle spese richieste dal cambiamento. Si apre un nuovo rapporto impresa-consumatore e il compito di un’azienda come Agos diventa perciò di essere vicina ai clienti nel momento della decisione, accompagnandoli in comportamenti di acquisto più consapevoli e fornendo consulenza e soluzioni verso un percorso sostenibile».  

Partendo proprio dai dati, Walter Rolfo docente universitario, ingegnere, psicologo, ha introdotto un nuovo tema legato al concetto di rigenerazione: la ricerca della felicità che passa attraverso la contestualizzazione di fattori diversi. «Cosa intendiamo quando parliamo di realtà? Ci riferiamo a una sola realtà, oggettiva, unica? E quale? Perché invece non ragionare secondo una prospettiva diversa, più complessa e affascinante? Io penso che non esista una sola realtà. Al contrario, penso che esistano mille realtà intorno a noi e sta a noi scegliere la migliore realtà possibile per noi stessi. Si tratta di un approccio pragmatico alla vita, perché ci porta a conoscere molte realtà diverse e imparare a distinguerle. Si tratta di un approccio molto utile, perché permette di avere maggior contezza del mondo e ci rende più attenti di fronte a ciò che ci viene proposto, ai tentativi di persuasione di cui siamo costantemente oggetto da parte del contesto in cui viviamo. 

Più in generale, riconoscere le diverse realtà e scegliere quella che ci è più affine ci aiuta ad agire e comunicare nel modo migliore possibile con noi stessi e con gli altri, a gestire la vita in modo più positivo e può rivelarsi un interessante percorso verso l’autoconoscenza. In breve: è la migliore strategia per essere felici». 

C’è poi un’accezione di “rigenerazione” ancora poco conosciuta dai più, legata all’immaginazione e all’Intelligenza Artificiale. Mariella Borghi, artificial intelligence Linkedin Top Voice 2023 e Elisabetta Alicino, creative director & founder, Brand Genesi hanno affrontato il tema guidando il pubblico in un viaggio nell’universo della creatività umana e della sua evoluzione con l’aiuto dell’IA: «l’incontro tra immaginazione e IA rappresenta un ponte tra il nostro innato spirito creativo e le capacità straordinarie delle intelligenze artificiali generative, ha affermato Borghi. La creatività, nel suo fluire naturale nel cervello umano è potenziata dalla tecnologia e permette di aprire nuovi orizzonti. La ‘NeuroFusion’ può amplificare le nostre capacità creative, superando i limiti della mente umana e introducendo nuove prospettive nella percezione della realtà».  

Secondo Alicino: «l’intelligenza artificiale generativa può essere applicata in vari settori come arte, design e scrittura e le nuove tecnologie stanno ridefinendo i confini della creatività umana. È fondamentale la collaborazione tra l’umano e l’IA: la NeuroFusion può rappresentare un’opportunità per espandere la nostra immaginazione e creatività, il tutto senza trascurare le implicazioni etiche dell’uso dell’IA». 

La mattinata del Premio Vincenzo Dona è anche l’occasione per consegnare i riconoscimenti a chi nel corso dell’anno si è distinto per il suo impegno a favore dei consumatori. Ad aggiudicarsi il premio 2023, nella sezione “Personalità” è l’artista Jago (pseudonimo di Jacopo Cardillo) a cui Massimiliano Dona ha consegnato il premio nei giorni scorsi nel suo quartiere generale ai cantieri del Mediterraneo di Napoli. 

Queste le motivazioni del riconoscimento: 

Jago rappresenta a pieno l’ideale di rigenerazione, intesa come trasformazione e rinascita, non solo con le sue opere che partono da una materia grezza per diventare messaggio universale, ma anche per la sua comunicazione che contribuisce a favorire l’accesso dei più giovani all’arte.

Proprio sui giovani dice Jago: «per me le persone sono il “materiale umano”, ho sempre più interazioni con i giovani e sono convinto che più si abbassa l’età del pubblico, maggiore debba essere l’attenzione che si deve prestare nel comunicare. Le cose che dici le devi misurare molto bene perché come con l’argilla, lavorandola puoi fare un capolavoro o un disastro, a seconda degli strumenti che utilizzi. Non puoi lavorare il marmo con gli strumenti dell’argilla, ma devi conoscere prima il materiale e poi scegliere lo strumento giusto. Il problema è che spesso si parte con degli strumenti senza conoscere il materiale che si ha davanti, come accade talvolta nel sistema scolastico italiano, in cui sarebbe meglio partire dalle persone, anche perché i ragazzi rappresentano il nostro futuro».  

Ad aggiudicarsi il Premio Dona 2023 nella sezione stampa è il conduttore di Timeline e volto di Agorà, Marco Carrara con la motivazione:  

Per la sua capacità di parlare a tutti, giovani e meno giovani, di attualità, innovazione e cambiamento, dimostrando che è possibile intrecciare la televisione tradizionale ai social media per fare informazione di servizio e migliorare la società

Ha dichiarato Carrara: «innovazione, sostenibilità e cambiamento sono argomenti che ho molto a cuore e che provo a trattare da anni a ‘Timeline’, il programma che conduco su Rai 3 dedicato al mondo dei social media. Il linguaggio migliore da utilizzare è quello mirato a includere, non escludere: quando conduco scelgo parole in grado di essere comprese e di arrivare a quante più persone possibili, ad abbracciare ogni fascia d’età, non solo i più adulti ma anche e soprattutto i più giovani. In questo i social, in quanto strumento assolutamente trasversale, possono aiutarci a divulgare le notizie, a sensibilizzare e a fare rete: ognuno deve fare la propria parte, ogni cosa è collegata anche perché, come diceva qualcuno più importante di me, nessuno si salva da solo». 

Ad aggiudicarsi il Premio per le migliori tesi di laurea in materia di tutela dei consumatori: 

Ex equo

  • Giulia Anzelmo ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITÀ DI BOLOGNA tesi dal titolo: Human to human marketing e il caso Spotify          
  • Lorenzo Ruffilli UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO tesi dal titolo: The reversal influencer marketing: the “deinfluencing” trend