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Piattaforma Premium a Sky, un mese di tempo per Mediaset

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L’eventuale cessione prevede anche il passaggio di 100-150 dipendenti da Mediaset a Sky, lasciando al Biscione il ruolo di editore di Premium, visto che molti clienti sono rimasti in attesa di comprendere gli eventi della pay tv.

Si è aperta giovedì scorso la finestra temporale di un mese nella quale Mediaset, attraverso il veicolo R2, potrà cedere a Sky la piattaforma tecnologica e amministrativa della pay tv Premium. Il mercato si attende che l’operazione si chiuda in tempi stretti, anche se non se ne parlerà prima di fine anno dopo il parere obbligatorio dell’Antitrust che coinvolgerà anche l’Agcom.

Piattaforma Premium a Sky, un mese di tempo per Mediaset

L’eventuale cessione prevede anche il passaggio di 100-150 dipendenti da Mediaset a Sky, lasciando al Biscione il ruolo di editore di Premium, visto che molti clienti sono rimasti in attesa di comprendere gli eventi della pay tv.

La cessione della piattaforma tecnologica da Mediaset a Sky è finalizzato a ridurre ulteriormente l’impatto finanziario negativo dovuto alla mancata acquisizione nel luglio 2016 di Premium da parte di Vivendi.

Il taglio di questi costi, anche se poi il Biscione dovrà pagare un canone se vorrà restare nel comparto, potrà essere messo a bilancio solo dal 2019. Ma intanto porta una prospettiva migliore sui conti del gruppo, che già dall’accordo più complessivo con Sky di Pasqua conta su un effetto positivo da 70 milioni l’anno, circa la metà contabilizzabili già sul 2018.

Mediaset-Vivendi, si torna a trattare?

Sul fronte della battaglia legale con Vivendi, è fissata per i primi giorni di dicembre l’udienza fra Mediaset, Fininvest e Vivendi sulla richiesta di risarcimento miliardario dopo il dietrofront sull’acquisizione di Premium da parte dei francesi e la conseguente scalata definita ostile al Biscione bloccata a dicembre 2016 dall’Agcom.

Secondo le ultime voci, un accordo fra le parti si potrebbe raggiungere sulla base di un risarcimento tra i 600 e gli 800 milioni. Era la cifra che in qualche modo Vivendi l’inverno scorso cercava di generare attraverso Tim con contratti di fornitura al gruppo televisivo.

Tutto saltò per le difficoltà della compagnia Tlc di arrivare in Cda con il progetto e ora se i francesi vogliono la pace devono fare da soli, senza coinvolgere Tim. Ma Piazza Affari, come sempre, tifa per lo scontro e nelle ultime cinque sedute positive il titolo Mediaset è salito di oltre il 12%.

Il trend rialzista è iniziato dopo che Simon, la fiduciaria scelta da Vivendi per custodire quasi il 20% delle quote Mediaset a seguito del pronunciamento dell’Agcom, ha impugnato, forse fuori tempo massimo, l’assemblea di giugno dalla quale era stata esclusa. Una novità, unita al fatto che ora Vivendi non ha più il controllo di Tim e che Bolloré è uscito dal patto di Mediobanca, il che lascia immaginare che i francesi abbiano mani più libere per trattare.