Settembre in tv

Odiens, i telespettatori abbandonano la tv free per Sky

di Stefano Balassone |

I dati (intera giornata) dell’ultimo settembre raffrontati a quelli del gemello dell’anno passato raccontano di un lento, costante arretramento della tv nazionale free che lascia sul campo quasi un punto sul totale degli ascoltatori a favore di Sky Italia.

#Odiens è una rubrica a cura di Stefano Balassone, autore e produttore televisivo, già consigliere di amministrazione Rai dal 1998 al 2002, in collaborazione con Europa.
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Pubblicato su Odiens, Europa il 7 ottobre 2014

Se il buongiorno si vede dal mattino, la nuova stagione del mercato della tv la si dovrebbe capire da settembre. E i dati (intera giornata) dell’ultimo settembre raffrontati a quelli del gemello dell’anno passato raccontano di un lento, costante arretramento della tv nazionale free (quella finanziata esclusivamente dal canone e/o dalla pubblicità) che lascia sul campo quasi un punto sul totale degli ascoltatori a favore, fin quasi al centesimo, della piattaforma satellitare Sky (che così arriva a sfiorare il 20%) dove i ricavi della pubblicità contano meno perché come in un club, si fa conto sulla quota di iscrizione e sui proventi  per le consumazioni che non siano incluse nel trattamento di base.

All’interno di questa cornice non mancano i dettagli significativi. Rai aumenta grazie alle reti 1 e 2, nonostante le difficoltà di Raitre, che vengono da lontano (e ne abbiamo parlato) e quelle dei “canaletti” (che fanno un passetto indietro, forse perché nel frattempo a viale Mazzini qualcuno ha constatato che anziché una prateria sono un vicolo cieco). Discovery, con il suo fascio di canalini gasati per turbo adolescenti, aumenta anch’essa, scavalcando il 6%. Gli altri pagano il conto.

La7 lascia sul campo mezzo punto percentuale, e qui si sente che è finita l’era, iniziata nel 2010, del palinsesto dei miracoli quando, sfruttando la stanchezza della Rai (diretta da Masi, pensa un po’!) Mentana ha strappato di colpo il canale al destino dell’anonimato sciccoso e ha cominciato ad aggregare protagonisti forti nati altrove (Formigli, Santoro), oltre che a favorire un riscontro ben maggiore a favore di Crozza e Gruber che già si trovavano sul posto.

Adesso è arrivato, con tutta probabilità, il momento di un palinsesto-operaio, che lavori pazientemente a far lievitare la resa media in tutte le fasce e in tutte le giornate, anziché affidarsi ai gol dei capocannonieri dell’ascolto di un tempo.

Mediaset arretra di un punto secco, a partire dalla sua ammiraglia, Canale 5, dando, nell’insieme, l’impressione di stare tirando i remi in barca in attesa di un futuro molto diverso dal suo passato. Al punto che nel primo sabato di ottobre accade anche che Raiuno, aggrappandosi a Ballando con le stelle rastrelli il 24% di share infliggendo 4 punti di distacco al Tu si que vales di Canale 5, messo su, non credevamo ai nostri occhi, sulle smorfie eroiche di un po’ di volti Mediaset che fingevano di sbellicarsi davanti al nulla.

Verrebbe quasi da dire, al tirar delle somme, che a Cologno stiano già pensando di squagliarsela zitti zitti, quatti quatti dalla scena della tv. Visto che il duopolio è ormai una fortezza malconcia, essenzialmente perché la pubblicità, non bastasse la crisi congiunturale, sembra crescentemente avviato alle strade del web, dove di monopolio c’è già quello fortissimo di Google, che basta e avanza.

Ma sono pensieri frettolosi, forse figli del desiderio di novità. E poi settembre, come si sa, passa per un mese pazzo.

Ma a volte i pazzi ci azzeccano.