Un’eccellenza tutta italiana brilla nel panorama internazionale della fusione nucleare. Lo spin-off dell’ENEA ICAS Srl ha vinto il prestigioso Fusion Technology Transfer Award 2024, promosso da Commissione Europea, EUROfusion e Fusion for Energy (F4E). A convincere la giuria? Il know-how unico nel campo dei conduttori superconduttori e la capacità di trasferire competenze nate per la fusione verso nuovi settori industriali, generando valore economico e impatto sociale.
Lo spin-off ICAS
Nata nel 2010 per costruire i cavi superconduttori destinati al reattore sperimentale ITER, il più ambizioso progetto mondiale sulla fusione, in costruzione a Cadarache (Francia), ICAS ha saputo trasformarsi in un player globale dell’alta tecnologia. Con il supporto di Tratos Cavi e Criotec Impianti, l’azienda ha prodotto oltre 100 km di cavi superconduttori per ITER e JT-60SA, il reattore giapponese inaugurato nel 2023 che ha recentemente stabilito il record mondiale di volume di plasma: ben 160 metri cubi, riconosciuti dal Guinness World Records.
Grazie a investimenti mirati e a una forte spinta verso l’innovazione, ICAS ha costruito linee produttive dedicate per la fabbricazione di cavi per magneti ad altissime prestazioni, qualificando ogni fase con standard di qualità rigorosi. Tra le sue ultime realizzazioni anche 15 km di cavi per il DTT (Divertor Tokamak Test), il reattore sperimentale italiano in costruzione nel centro ENEA di Frascati.
I progetti nel mondo
Ma la vera rivoluzione è arrivata con l’espansione verso nuovi mercati. La competenza sviluppata nel mondo della fusione ha aperto le porte a settori strategici come quello medicale e dei magneti ad alto campo, fino a progetti di Big Science in tutto il mondo. ICAS ha firmato forniture per istituzioni di prim’ordine come NHMFL (USA), EMFL (Paesi Bassi), Helmholtz-Zentrum (Germania) e persino il CERN, per il quale ha realizzato cavi in diboruro di magnesio (MgB₂) destinati al progetto HiLumi LHC, che porterà il Large Hadron Collider a una nuova era di prestazioni.
Il premio ricevuto non è solo un riconoscimento tecnologico: è la prova che la fusione nucleare può essere motore di sviluppo concreto, e che l’Italia ha le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista nel futuro dell’energia e della scienza.