L'emergenza

No al 5G in 400 comuni, raddoppiati in un mese di lockdown

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In un mese di lockdown raddoppiato da metà aprile il numero di comuni che ha bloccato le antenne 5G per timori ingiustificati di danni alla salute.

Il lockdown da coronavirus pesa sull’avanzamento del 5G nel nostro paese. Per colpa delle fake news, che in maniera assolutamente ingiustificata mettono in relazione 5G e diffusione del virus, aumenta il numero di comuni che in un modo o nell’altro dicono no alle antenne del nuovo standard di comunicazione wireless. Sono più di 400 i comuni italiani, (fra cui ad esempio città importanti come Udine, Messina, Vicenza, Foggia, Siracusa, Civitavecchia e diversi comuni veneti) che hanno bloccato la posa delle nuove antenne 5G. I comuni no 5G erano 200 a metà aprile e sono praticamente raddoppiati nel giro di un mese.

L’escalation dei comuni no 5G viaggia sui social network ed entra nei consigli comunicali, dove lo stop precauzionale alle nuove antenne è sempre più frequente. La gente ormai dice sempre più spesso la sua sulle nuove antenne, sono tutti esperti di elettromagnetismo.

Cosa dicono gli esperti sentiti da Key4biz

E dire che gli esperti parlano chiaro: dal Cern all’Istituto Superiore di Sanità (ISS) il messaggio è forte e chiaro: non c’è alcun legame fra 5G e diffusione del virus. E ancora, Federico Ronchetti, fisico nucleare presso l’INFN e il CERN ed esperto in radioprotezione, in un’intervista a Key4biz si rivolgeva così ai sindaci: “Capisco che abbiano a cuore la salute dei cittadini e questo gli fa onore. Tuttavia, consiglierei, se non hanno una formazione tecnica, di informarsi a fondo consultando i tanti esperti che ci sono nei comuni e nelle regioni e suggerisco di non prendere decisioni che finiranno col danneggiare i cittadini (specie i giovani) dal punto di vista economico e culturale tagliandoli fuori dalla società digitale”.

Sulla stessa falsariga Alessandro Polichetti, l’esperto più autorevole dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sugli effetti dei campi elettromagnetici sulla salute: “Ma ci saranno sempre delle resistenze, perché quello che possiamo dire sul 5G e sui campi elettromagnetici e sulla telefonia mobile in generale è che per quanto riguarda gli effetti che noi conosciamo, quelli elettromagnetici, siamo sicuri che non c’è nessun problema, perché gli effetti termici sono effetti a soglia che si verificano soltanto sopra certi livelli e i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici tutelano ampiamente da questi effetti. Addirittura, in Italia, com’è noto, abbiamo dei limiti anche più bassi rispetto a quelli della media Ue”. 

E ancora Nicola Blefari Melazzi, direttore del CNIT che ogni anno organizza il 5G Italy: “Le paure del 5G vanno capite e affrontate con il dialogo e lo studio e non con sufficienza. Ma il potenziale del 5G è grande e limitarne l’uso significa limitare una delle cose più belle e importanti degli esseri umani: la comunicazione”.

La mappa dei comuni no 5G

La mappa dei comuni no 5G è costantemente aggiornata dall’Alleanza italiana stop 5G. Certo, la pandemia non aiuta a fare chiarezza e nemmeno i social network, per usare un eufemismo.  471 comuni sono ufficialmente Stop 5G; 311 sindaci hanno emanato ordinanze stop 5G e 2 regioni hanno approvato mozioni per la precauzione.  

Perché il 5G non ha alcun legame con il Coronavirus

Alleanza italiana Stop 5G

Cavalca l’onda l’Alleanza italiana Stop 5G, che il 4 giugno prossimo ha organizzato un sit in di protesta contro il 5G davanti alla sede dell’Istituto Superiore di sanità a Roma.

Alleanza Italiana Stop 5G ha consegnato 340mila firme al Ministro della Salute Roberto Speranza per chiedere una moratoria nazionale in grado di fermare i pericoli sanitari del 5G.

In sintesi, sono tre le richieste dell’Alleanza Italiana Stop 5G:

  1. sospendere con una moratoria qualsiasi forma di sperimentazione tecnologica del 5G su tutto il territorio nazionale.
  2. mantenere gli attuali valori limite di legge nella soglia d’irradiazione elettromagnetica (che sono già i più bassi d’Europa).
  3. minimizzare il rischio sanitario promuovendo anche uno studio epidemiologico sui campi elettromagnetici. 

Timori infondati. Paradosso dei Comuni (già prima del Covid-19)

Per quanto infondati dal punto di vista scientifico e medico, i timori per la salute legati alla diffusione del 5G sembrano quindi in aumento. I timori per ipotetiche e non motivate ragioni di tutela della salute pubblica spingono quindi diversi comitati spontanei di cittadini a bloccare i sindaci dei piccoli comuni, costretti a stoppare i permessi per l’installazione di nuove antenne. Eppure, anche in Parlamento c’è stato il voto contrario ad ogni richiesta di stop.  

Il Covid-19 ha peggiorato il quadro

A peggiorare il quadro già di per sé non certo roseo per lo sviluppo del 5G, ci si è messo anche il Covid-19. Tra le tante bufale che si sono diffuse con la pandemia c’è anche quella secondo cui la tecnologia 5G aumenterebbe il rischio di infettarsi.

Le teorie complottiste si dividono principalmente in due correnti: chi sostiene che il 5G abbassi le difese immunitarie, facendo sì che le persone si infettino più facilmente; chi invece afferma che la tecnologia stessa diffonda il virus. Gli scienziati hanno le idee chiare, e hanno definito queste teorie “fesserie biologicamente impossibili”. Ecco perché il 5G non ha alcun legame con il coronavirus.

Peraltro, ci sono già le rassicurazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, quelle della Commissione Ue e dell’Icnirp. Ma sono sempre troppi coloro che si fidano più delle bufale cospirative e complottiste che trovano sui social network delle conclusioni scientifiche raggiunte dalle fonti ufficiali.