#eJournalism: per la stampa USA, l’uso dei droni protetto dal Primo Emendamento

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Alcune delle maggiori testate giornalistiche USA ritengono che l’uso dei droni nella raccolta di informazioni sia protetto dal Primo Emendamento della Costituzione.

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Fa molto discutere l’uso dei droni. Il loro uso è legale o no? L’argomento è molto dibattuto e adesso sono scesi in campo alcuni giornali Usa.

 

Alcune delle maggiori testate giornalistiche americane – fra cui New York Times, Associated Press, Tribune Corporation, McClatchy, Hearst, Washington Post – ritengono che l’uso dei droni nella raccolta di informazioni sia protetto dal Primo Emendamento della Costituzione Usa.

Secondo quanto riporta Motherboard (magazine online e canale video dedicato alla tecnologia), è quanto sostengono queste testate in una dichiarazione giudiziaria (‘amicus brief’) presentata a sostegno di Raphael Pirker, il primo pilota di droni a ottenere una vittoria legale nei confronti della Federal Aviation Administration (FAA), che lo aveva multato per 10.000 dollari per ‘uso imprudente di aereomobile’.

 

#eJournalism è una rubrica settimanale promossa da Key4biz e LSDI (Libertà di stampa, diritto all’informazione).
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In primo grado Pirker aveva, infatti, ottenuto ragione dal National Transportation Safety Board, ma la FAA aveva fatto appello. Ora il gruppo di testate coinvolte, attraverso tre legali dello studio Holland & Knight, hanno presentato il loro parere per sollecitare l’ NTSB a confermare la propria decisione iniziale.

 

“Come attività costituzionalmente protetta, la raccolta di informazioni attraverso i droni dovrebbe avere una protezione maggiore di quelle concesse agli hobbisti o agli utenti commerciali”, si legge in tale dichiarazione. ‘‘La sentenza NTSB dovrebbe riconoscere la lesione al Primo emendamento come uno dei danni provocati da una mancata regolazione del settore”.

 

Secondo queste testate, dunque, il governo federale avrebbe privato i cittadini e i media dell’opportunità di partecipare al processo di regolamentazione, come invece prescrive la legge, mentre il suo compito sarebbe quello di agevolare lo sviluppo di politiche che proteggano, invece di ostacolare, la libertà di parola e di stampa.