Ecco perché la Francia ha paura di Netflix

di Raffaella Natale |

Tra 15 giorni si apriranno ufficialmente le trattative. Sede a Lussemburgo, prezzi competitivi e programmi esclusivi tra le ragioni che inquietano politici e operatori d’Oltralpe.

Francia


Netflix

Nei prossimi 15 giorni, Netflix avvierà ufficialmente le trattative in Francia per il prossimo sbarco previsto per settembre. La notizia è confermata dalla Sacd (Société des auteurs et compositeurs dramatiques) ed è comprovata dal susseguirsi di incontri tra i vertici della web company americana e i rappresentanti del governo francese: a dicembre appuntamento all’Eliseo e poi il tête-à-tête tra il Ministro Fleur Pellerin e il Ceo Reed Hastings a Los Angeles in occasione del CES.

Gli appassionati di serie tv si sfregano le mani: programmi televisivi e film a volontà al prezzo di 8 euro al mese.

Ma l’accoglienza di Hollande e dei suoi uomini appare tiepida, per non parlare degli operatori. Netflix fa paura per tre motivi.

Gli abbonati

E’ sufficiente guardare alcuni numeri. Netflix è stato lanciato nel 1997 con un servizio per noleggio e invio di Dvd per corrispondenza. Nel 2007 ha allargato l’offerta al video on-demand a pagamento (Svod) in streaming. Fino al 2010 contava 20 milioni di abbonati che sono diventati 44 milioni alla fine dello scorso anno, di cui 33 milioni negli USA, sorpassando lo storico canale Tv Hbo che ne ha 28,7 milioni.

Nel 2010, Netflix ha deciso di espandersi all’estero. Prima Canada e America Latina e dopo il 2012 ha varcato l’Atlantico. Oggi è presente in 7 paesi europei… e s’appresta ad arrivare in Belgio, Francia, Germania e anche in Italia.

La sede a Lussemburgo

Il Ministro alla Cultura Aurélie Filippetti ha dichiarato senza mezzi termini che “Netflix non deve essere un passeggero clandestino“. La società come altre web company (Amazon o Apple) ha stabilito nel 2011 la propria sede europea a Lussemburgo e potrebbe essere tentato di continuare a operare da lì.

La cosa è fuori discussione per Filippetti, per la quale Netflix “dovrà rispettare le regole francesi che fanno il successo della nostra industria”. Diversamente, ha sottolineato, il governo dispone “di un arsenale di misure” per sbarrargli la strada.

Il Ministro si riferisce ai finanziamenti per il settore creativo. In Francia, le piattaforme Svod che realizzano un fatturato annuo superiore ai 10 milioni di euro devono versare allo Stato il 12-15%. Nel 2012, secondo il Consiglio superiore dell’audiovisivo (Csa), la cosa riguardava solo il servizio online FilmoTv.

Nel 2013 Netflix ha superato i 3 miliardi di entrate. Il suo contributo sarà ben apprezzato dall’industria creativa.

Altro obbligo in Francia per le piattaforme che offrono video a pagamento è che almeno il 40% del loro catalogo deve contenere opere francesi.

E ancora c’è il rispetto delle finestre di distribuzione. In Francia un film può essere disponibile on demand solo 36 mesi dopo la sua uscita in sala anche se il Rapporto Lescure prevede di ridurre l’arco di tempo a 18 mesi.

Si tratta di paletti che peseranno molto su Netflix e che lo metteranno sulla stessa barca degli operatori Svod francesi, costretti a offrire film vecchi di tre anni, spesso già usciti in Dvd o trasmessi in televisione.

Ma, sottolinea FilmoTv, se Netflix decidesse di non avere sede in Francia, da Lussemburgo potrebbe offrire anche film d’ultima uscita, sbaragliando la concorrenza francese.

Prezzi e offerta

Netflix sarà inoltre meno caro…negli Stati Uniti l’abbonamento è di 7,99 dollari. In Europa, sarà di 7,99 euro. Un prezzo veramente allettante e con il quale le piattaforme francesi avranno difficoltà a competere.

Aurélie Filippetti ha citato CanalPlay Infinity, VidéoFutur, FilmoTV e UniversCiné. Ma gli abbonamenti si aggirano tutti intorno ai 9,99 euro mensili.

Netflix poi è imbattile sulle serie tv. Considerate le finestre temporali che dovrà rispettare, non potrà essere forte nella distribuzione dei film, ma lo sarà per i programmi televisivi avendo l’esclusiva per alcune produzioni originali come ‘House of Cards’ oppure ‘Orange Is The New Black’. Potrà contare poi su una vasta library di serie americane. CanalPlus dovrà sperare nell’amore dei suoi utenti per le serie francesi.

Il Csa ha inoltre fatto sapere che gli operatori francesi investono pochi milioni di euro in video on-demand mentre Netflix nel 2013 ha speso 2 miliardi di dollari per acquistare diritti tv.