#eJournalism: testate storiche svendute, mentre il web continua a crescere

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#eJournalism è una rubrica settimanale promossa da Key4biz LSDI (Libertà di stampa, diritto all’informazione). Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

 

Cala a picco il valore di molte testate giornalistiche tradizionali, che un tempo godevano di grande prestigio e che oggi vengono vendute invece a prezzi stracciati. Mentre cresce impetuosamente il valore delle piattaforme social.

 

Prendiamo il caso del francese Nouvel Observateur. Gran parte degli investitori – osserva il sito spagnolo Media-tics.com – sono alla ricerca di qualcosa che i giornali su carta non possono assicurare: la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti.

Il declino del loro modello di business, ma anche la cattiva gestione da parte dei consigli di amministrazioni e dei sindacati, spiegano il divario che si è aperto tra il valore che oggi viene assegnato ai media tradizionali e quello delle imprese high-tech, aggiunge il sito citando l’ultimo Monday Note di Frédéric Filloux.

 

Filloux riflette sull’acquisizione da parte di Le Monde del 65% del Nouvel Obs per solo 13,4 milioni. Un prezzo molto basso per una testata che dovrebbe valere sui 40-50 milioni di euro. In realtà Le Monde non sborserà più di 10 milioni.

 

Ma non è un caso isolato. Il Gruppo Lagardère ha venduto nel 2011 tutte le sue riviste internazionali al Gruppo americano Hearst e ora vuole sbarazzarsi di un’altra decina di magazine, sostenendo che dovrebbe chiudere se non si dovesse fare avanti nessun compratore (e ancora nessun soggetto editoriale sembra interessato). Il fatto che Arnaud Lagardère non nasconda il suo desiderio di sbarazzarsi di questo gruppo a tutti i costi, permette ai potenziali acquirenti di attendere che il prezzo scenda ulteriormente, una strategia che ha fatto ulteriormente deteriorare il valore delle testate.

 

Secondo gli analisti finanziari che Filloux ha interpellato a Parigi e Londra, la causa di questa perdita di valore senza precedenti sta prima di tutto nella incapacità delle imprese di trasformarsi. Questo ritardo nell’adattarsi ai tempi che cambiano comporta l’obbligo per gli acquirenti di investire molto denaro nella transizione digitale, cercando nuovi finanziamenti per ridurre la dipendenza da una pubblicità sempre più indebolita e far fronte ai forti cali della diffusione.

 

Libération, ad esempio, soffre di tutti questi problemi e a essi si somma la sfiducia della redazione nei confronti della gestione. Nonostante i contributi pubblici, le sue perdite sono evidenti e sarà condannato alla scomparsa se non riuscirà a ristrutturarsi, rinunciando alla edizione su carta e imboccando una politica del Mobile First.

 

Questa tabella mostra la pesante perdita di valore subita dalle testate tradizionali rispetto alle nuove piattaforme (Facebook, Twitter, Instagram, ecc.). Contro i 165 dollari a utente di Twitter ci sono gli 8 dollari a lettore per il Nouvel Observateur.