#Cashless, tutto quello che avreste voluto sapere sul Bitcoin

di di Cristian Testa |

Italia


Bitcoin

#Cashless è una rubrica settimanale promossa da Key4biz e  Waroncash.org.

Con questo articolo, Waroncash.org apre la nuova rubrica di approfondimento “#Cashless” cominciando con un articolo in 5 puntate sul Bitcoin pubblicate il 6, 13, 20 dicembre e 10, 17 gennaio 2014.  E’ una trattazione piuttosto approfondita grazie alla quale ci auguriamo di fare luce su un argomento, il Bitcoin, molto citato ultimamente da mass media ma ancora poco spiegato nella sua interezza. Ai lettori di Waroncash.org segnaliamo inoltre che il 23 gennaio 2014 CashlessWay e Innopay presentano il primo masterclass italiano sul Bitcoin a Milano in collaborazione con IED con la media partnership di Key4Biz e ThePaypers, oltre che di Waroncash.org. Le iscrizioni sono aperte. Buona lettura!

 

 

Money won’t create success, 

the freedom to make it will

[Nelson Mandela]

 

 

Selfie, twerk, shorooming e Bitcoin … Quando ho iniziato a scrivere questo articolo (novembre) il Bitcoin veniva scambiato a 500$. Oggi, giorno in cui il pezzo viene ospitato da Key4Biz,  la valuta virtuale è sopra i 1.000$. Già questo dovrebbe far capire come il Bitcoin non sia più un fenomeno limitato agli ambienti informatici o al circuito finanziario. Nell’ultimo anno, anche grazie all’interesse dei media, è divenuto oggetto di discussione presso il vasto pubblico, al punto che ha attirato l’interesse anche dell’Oxford Dictionary che l’ha inclusa nella cinquina delle nuove parole più rilevanti dell’anno, insieme al “twerk” reso noto da Miley Cyrus e allo “showrooming” (la pratica di sbirciare nei negozi per poi acquistare online). Per la cronoca, come “word of the year” è stata poi scelta “selfie”, ma ciò non toglie che l’inserimento denota un interesse che va ben oltre le nicchie altamente digitalizzate.

 

La moneta digitale con oltre 140 imitazioni – Il Bitcoin è una moneta virtuale ideata nel 2008 dal misterioso Satoshi Nakamoto e messa in circolazione nel gennaio 2009. L’identità dell’inventore al momento rimane un segreto ben celato dalla rete. Secondo alcuni potrebbe essere un personaggio virtuale creato da un collettivo hacker (forse asiatico). Per l’esperto di tecnologia e filosofo americano Ted Nelson la persona reale dietro il denaro digitale sarebbe il matematico giapponese Shinichi Mochizuki (che ha però smentito). Secondo altri rumors della rete il deus ex machina potrebbe essere l’informatico finlandese Martti Malmi.

Il Bitcoin è una valuta di portata teoricamente rivoluzionaria: è privo di un ente centrale di controllo (come possono essere le banche centrali nel mondo reale) e grazie al suo avanzato sistema di crittografia, basato sull’algoritmo  SHA-256 sviluppato negli anni 90 dall’intelligence americano, può controllare in tempo reale le transazioni effettuate, evitando il problema della doppia spesa. Le valute virtuali sono dati, quindi teoricamente riproducibili, e il sistema potrebbe non accorgersi che un certo ammontare speso non è vero, ma solo una copia. Bitcoin risolve il problema attraverso un meccanismo di pubblico registro detto block chain che tiene memoria di tutte le transazioni mai avvenute con la moneta digitale. Questa valuta quindi non ha niente di fisico, ma è un file.

Ad oggi si contano qualcosa come 140 monete digitali in circolazione. Poco dopo la creazione di Satoshi è stata lanciata Litecoin (molto simile, ma caratterizzata da un algoritmo scrypt più semplice), mentre negli ultimi due anni si sono affacciate sul mercato Deutsche eMark, Worldcoin e Italycoin, solo per citarne alcune. Qualcosa di simile era stato immaginato dagli scrittori cyberpunk degli anni 90 che prevedevano un mondo in cui l’unico bene intrinsecamente commerciabile fosse il bit informatico e dove la moneta tradizionale (cartacea o metallica) conservava un valore meramente storico solo per i collezionisti.

 

Diffusione – Bitcoin ha carattere diffuso perché ha una struttura peer-to-peer, basandosi quindi su una rete informatica i cui nodi sono tutti di pari grado. Il sistema seppur molto giovane ha già qualche ombra alle spalle: data la sua capacità di mantenimento dell’anonimato delle parti in causa, la moneta è stata usata anche per transazioni online illegali dal sito Silk Road (usato per il commercio di armi e droga) provocando l’intervento del FBI, che ha confiscato 173 mila Bitcoin  (quasi l’1,5% della moneta attualmente in circolazione). La sua diffusione è comunque in forte crescita, favorito da un contatto diretto tra venditore e compratore, privo di intermediazione finanziaria e quindi senza i costi caratteristici delle operazioni di compra-vendita (nell’ordine dell’1-3%). Accettano pagamenti in Bitcoin la piattaforma di blog WordPress, Reddit, il sito di dating OkCupid, il motore di ricerca cinese Baidu, l’università di Nicosia, ma anche molti casinò online sparsi per il mondo. Recentemente sembra che vi siano state delle aperture anche da parte di Ebay, che non ha escluso di accettare la moneta digitale in futuro, e da China Telecom (terzo gestore mobile del paese) .

Molto usato è anche per donazioni in favore di associazioni fortemente web-oriented, come Wikileaks, Linux, Free Software Foundation, Pirate Party, o per progetti umanitari (di recente poteva essere usato per aiutare le vittime del tifone che ha colpito le Filippine). Aumenta l’accettazione presso locali fisici, soprattutto bar e pub frequentati da una clientela giovane e digitalizzata. Secondo il sito BitPay ci sono ormai 12 mila aziende nel mondo che accettano pagamenti in Bitcoin.

 

L’attenzione della finanza internazionale – Intorno a questa moneta sta montando un enorme interesse, alimentato dai media che spesso però trattano l’argomento con una certa superficialità. Al contrario, il big capital manifesta una forma di coinvolgimento ben più concreto: operazioni in moneta digitale sono state effettuate da Morgan Stanley e Goldman Sachs. Nel novembre 2013 i fratelli Winklevoss (tra i pionieri del progetto poi divenuto Facebook) hanno annunciato di voler creare un fondo d’investimento (exchange traded fund) per tutti i risparmiatori interessati al denaro digitale, dopo che il loro investimento personale nel Bitcoin ha raggiunto la ragguardevole cifra di circa 90 Mil $ (al cambio di 1.000$). Secondo i Winklevoss quella delle monete virtuali è una sorta di nuova frontiera, un “gold 2.0”, con una possibilità di crescita di 100 volte rispetto ai valori attuali, e in un prossimo futuro il Bitcoin potrebbe diventare la moneta di una nazione reale. Un fondo ETF è già stato creato da Second Market per gli investitori istituzionali (come i fondi pensione) e inizierà ad operare all’inizio del 2014.

L’era della sfiducia – Questa nuova moneta sembra rispondere anche a un bisogno più profondo, sottile, quasi inconscio, di vasti settori della popolazione: sottrarre al controllo delle istituzioni tradizionali, sia pubbliche che private, il proprio denaro perché ritenute non più meritevoli di fiducia. Non è un caso che secondo l’annuale ricerca dell’americana Edelman nel2013, a livello globale, i governi godano ormai di un livello di stima inferiore a quello delle aziende. Il potere pubblico galleggia sulla soglia dell’affidabilità (50%), soprattutto per colpa della corruzione e dell’incompetenza, mentre alle imprese è riconosciuta una maggiore credibilità (59%). In Italia il gap è addirittura di 21 punti a causa della poca fiducia riposta nel governo (35%). Scarsa stima continuano ad avere anche le banche nell’opinione pubblica internazionale (45%).

 

 

La seconda puntata, dedicata all’architettura informatica del Bitcoin, sarà pubblicata su Key4biz il 13 dicembre.