Arriva Chelsea

Netflix rivoluziona il talk show, format unico per 190 Paesi

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Il talk show di Netflix, Chelsea, sarà globale: disponibile in 190 Paesi e tradotto in 20 lingue.

Netflix si lancia nei talk show e la sua novità promette già di rivoluzionare il classico modo di fare questo tipo di programmi che stanno vivendo una fase di declino sulla tv generalista.

E’ questa la nuova via per il rilancio dei talk?

Presto lo sapremo.

Chelsea, è questo il nome del talk show e la sua conduttrice è Chelsea Handler, è il primo a esordire simultaneamente in oltre 190 paesi del mondo ed è anche il primo a essere concepito per l’internet tv, essendo disponibile per la visione anytime, anywhere e any device, proprio per rispondere alle esigenze degli utenti.

La grossa novità sta anche nel fatto che, diversamente da quanto ci offre la tv tradizionale, questo talk show è transfrontaliero, arriva ovunque e in qualsiasi momento, e il tutto avviene proprio mentre la Ue sta lavorando per rendere concreta la portabilità dei contenuti e rimuovere le barriere rappresentate dai sistemi di geoblocking, introducendo anche alcune modifiche all’eccezione culturale in modo che anche gli Over-The-Top rispettino gli stessi vincoli per le produzioni europee così come già fanno i broadcaster.

“Diversamente dai programmi della Tv lineare – spiega Netflix in una nota –  abbiamo creato un spettacolo senza frontiere, né geografiche né di contenuto. Per Chelsea i nostri team hanno dovuto affrontare diverse sfide per eseguire al meglio un programma sui generis: tempi stretti di realizzazione e adattamento dell’interfaccia all’attualità degli episodi (pur lasciando piena libertà di scelta al consumatore), il tutto assicurando che il sarcasmo tagliente e audace di Chelsea non si perda nella traduzione”.

Chelsea è il primo talk show a esordire simultaneamente nel mondo in 20 lingue. Per Netflix, queste innovazioni nell’ambito della localizzazione permetteranno a Chelsea di trovare nuovi spettatori ovunque, superando anche le barriere linguistiche.

Una delle più importanti sfide di Netflix è stata proprio la traduzione come indica Tracy Wright, direttore responsabile delle attività operative per i contenuti del gruppo.

A Netflix si sono chiesti: come facciamo ad essere sicuri che quello che dice venga compreso nel mondo senza essere travisato?

E in più come facciamo a offrire una traduzione di alta qualità in sole 12 ore?

“In primo luogo – rivela Wright – abbiamo dovuto trovare eccellenti traduttori in grado di comprendere una comicità americana provocatoria e piena di oscenità e tradurla in un’altra lingua, mantenendo il tono e la rilevanza culturale richiesti”.

Sono stati setacciati oltre 5000 linguisti per giungere ai circa 200 traduttori scelti per le 20 lingue in cui Chelsea viene offerto.

In secondo luogo, a causa dei tempi stretti di consegna delle traduzioni in 20 lingue entro le 12 ore concesse, bisognava strutturare un flusso di lavoro che consentisse di creare e condividere un copione master in inglese utilizzabile da tutti i traduttori, dalla Mecca in Arabia Saudita fino a San Paolo in Brasile.

Per far questo, Netflix si è affidata a una tecnologia di respeaking per creare una trascrizione dal vivo del dialogo che poi viene sottoposta a editing e convertita in un copione master in lingua inglese, una volta finalizzato l’episodio. Il copione viene distribuito la sera stessa per essere tradotto e viene riconsegnato la mattina successiva.

Infine, per ogni lingua ci sono degli esperti che curano lo streaming live dell’episodio durante la registrazione, così possono identificare per i traduttori le frasi difficili e i riferimenti alla cultura locale a personaggi pubblici.

Jennifer Nieva, direttore responsabile dell’innovazione del prodotto di Netflix, e il suo team hanno lavorato per adattare l’esperienza degli abbonati a un talk show.

“Mentre ripensavamo lo stile dell’interfaccia su tv, tablet, laptop e smartphone, ci chiedevamo e chiedevamo anche agli stessi abbonati in che modo avrebbero voluto vedere lo show? Vorranno vedere immediatamente l’episodio di cui hanno sentito parlare dagli amici? Vorranno vedere l’episodio più recente a fine giornata? O vorranno vedersi due settimane di episodi uno dietro l’altro? Nonostante le domande e i dubbi, eravamo certi che incentrando i nostri sforzi sulla creazione di un’esperienza intuitiva avremmo facilitato una fruizione personalizzata per ogni tipo di spettatore”, commenta Nieva.

Bisogna infatti combinare le caratteristiche della visione dei talk show e quella delle serie di Netflix.

Nel mondo dei talk show l’attualità di un episodio è molto importante. Il pubblico è interessato a quello che un ospite interessante dirà quella sera e, se impossibilitato ad assistere alla trasmissione dal vivo, vuole reperire velocemente l’episodio più recente o quello di cui tutti parlano.

“Si tratta di una nuova sfida per Netflix, in quanto gli abbonati sono abituati a iniziare dal primo episodio, cioè dall’inizio di una storia. Sanno che in qualsiasi momento possono risalire al primo episodio di una serie e spesso amano vedere diversi episodi uno dietro l’altro”.

Diversa la situazione per un talk show.

Cosa ha fatto quindi Netflix?

Per evidenziare gli episodi più recenti, ha invertito l’ordine di presentazione, posizionando quello più recente in cima all’elenco. Dopo la visione dell’episodio più recente, si suggerisce quello precedente e così via. Tuttavia, se un abbonato decide di guardare il programma dal primo episodio, si consente una visione-maratona di Chelsea nella direzione opposta.

“In poche parole – chiarisce Netflix – se ti piace il programma, ti aiuteremo a continuare a guardarlo, indipendentemente dal punto in cui vuoi iniziare”.

Per i talk show, programmi strettamente legati a eventi e problematiche sociali di attualità, è imperativo comunicare chiaramente agli abbonati quali episodi siano nuovi di zecca e quando arriveranno quelli futuri (ogni mercoledì, giovedì e venerdì, per tutto l’anno).

“Anche se molti abbonati – indica Netflix – scopriranno e apprezzeranno gli episodi di Chelsea per settimane o mesi dopo la prima trasmissione, sicuramente ce ne saranno altri che divoreranno ogni episodio non appena disponibile”.

Netflix ha quindi ideato un’esperienza utente che unisce le consuetudini degli spettatori di talk show tradizionali alle abitudini specifiche degli abbonati al servizio di video streaming, per creare un modo intuitivo, facile e completamente nuovo di guardare un talk show.

David Ronca, direttore responsabile delle tecnologie di codifica di Netflix, interviene sulle codifiche e la compressione video per la distribuzione su Internet.

“La sfida posta da Chelsea – osserva – era quella di ridurre il tempo di registrazione e codifica fino a circa 30 minuti, con appena 15 minuti per controllare ogni sorgente e circa 15 minuti per codificare tutti gli stream audio e video richiesti dalla produzione. Per realizzare codifiche di 30 minuti, coordiniamo i processi di codifica su migliaia di dispositivi sul cloud di Amazon, dove viene eseguito l’ingente flusso di lavoro parallelo”.

Il recente lavoro del team di engineering multimediale, volto a sfruttare i server AWS meno sovraccarichi durante le ore non di punta, consente a Netflix di raggiungere in maniera efficiente la velocità operativa richiesta dallo show. Completate le codifiche dei file, l’infrastruttura di distribuzione del contenuto si accerta che vengano diffusi globalmente attraverso la rete Netflix Open Connect in meno di 2 ore.