Previsioni

Netflix, mercato scettico. Titolo in Borsa a rischio bolla?

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L’esperto Jim Cramer dice che l’azienda di streaming è diventata ‘una ferita aperta per il mercato’ anche in vista del prossimo lancio di nuovi competitor.

Strano ma vero, l’outlook borsistico di Netflix è diventato negativo per quest’anno e gli investitori cominciano a mettere in dubbio le capacità dell’azienda di trasformare in risultati positivi il suo business. “Netflix è diventata una ferita aperta per questo mercato”, ha detto alla Cnbc l’esperto Jim Cramer, dopo che la scorsa settimana il titolo della piattaforma streaming è andato in terreno negativo a causa della crescente concorrenza e dopo uno scivolone inatteso sull’aumento del numero di abbonati che ha suscitato non poche preoccupazioni sulle prospettive del titolo da parte degli investitori.

“Per restare al passo dei concorrenti, pensano di dover investire di più – ha commentato Cramer – Io spesso penso di no, che devono essere un po’ più intelligenti con le loro spese”.

Le quotazioni di Netflix sono aumentate del 30% da aprile, quando Disney ha annunciato il lancio del suo servizio streaming Disney+ a 6,99 dollari, previsto per il prossimo mese di novembre (Amazon costa il doppio). All’orizzonte di ci sono anche i lanci di altri concorrenti: Apple, AT&T, WarnerMedia, NBC, Amazon e HBO che affolleranno non poco il mercato dello streaming.

Prima dell’annuncio di Disney+, la capitalizzazione di Netflix era superiore di quella di Diseny. Ora, la capitalizzazione di Disney è pari a 238 miliardi di dollari, il doppio rispetto ai 116 miliardi di Netflix.

A pesare sul titolo, l’inattesa perdita di abbonati registrata il mese scorso negli Usa e il mancato raggiungimento degli obiettivi di crescita del bacino di utenza internazionale nel secondo trimestre del 2019, che hanno mandato in sofferenza il titolo ai minimi da 5 anni. Un trend, il calo di abbonati, che secondo Cramer continuerà nei prossimi mesi tanto che l’esperto della Cnbc consiglia di vendere le aizoni della società di streaming.

Secondo Cramer, al momento sul mercato ci sono diversi titoli iper quotati in un contesto simile a quello delle dot com all’inizio degli anni 2000 quando le aziende del settore internet persero fino all’80% del loro valore nel giro di 7 mesi nel 2000.