risultati Q2

L’aumento dei prezzi non fa bene a Netflix. Giù abbonati negli Usa (-120 mila) e valore delle azioni (-10%)

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Per la prima volta negli Stati Uniti i clienti sono diminuiti a causa dei rincari e dalla poca quantità di contenuti originali. L'azienda ha comunque sottolineato che il suo servizio rimarrà privo di pubblicità.

Per la prima volta in 12 anni Netflix non è stata all’altezza delle aspettative nella crescita dei suoi clienti nel secondo trimestre, sia negli Stati Uniti, dove i clienti sono diminuiti per la prima volta, sia nelle operazioni internazionali. Lo evidenziano i risultati Q2 del secondo trimestre dove ieri i titoli hanno perso a Wall Street nelle contrattazioni after hours fino al 10%.

L’aumento dei prezzi

La crescita più debole dei clienti è stata attribuita al recente aumento dei prezzi e ai contenuti originali soprattutto quelli in cui è stato aumentato il costo del servizio, come gli Stati Uniti, passato da 11 a 13 dollari al mese.

“Sebbene il numero dei nostri abbonati sia rimasto sostanzialmente piatto nel secondo trimestre, ci aspettiamo di tornare ad una crescita più tipica nel terzo trimestre, e la stiamo vedendo nelle prime settimane“, ha dichiarato la società nella nota indirizzata agli azionisti.

Perdita di clienti mai così alta dalla sua fondazione

In totale, la piattaforma streaming ha aggiunto 2,7 milioni di clienti in streaming nel secondo trimestre, molto meno della crescita prevista di 5 milioni. La base totale era di 152 milioni alla fine di giugno. Negli Stati Uniti, i ricavi e il margine sono leggermente migliorati rispetto all’orientamento, mentre le operazioni internazionali sono state leggermente più deboli delle previsioni. Ma negli Usa, il suo più grande mercato con oltre 60 milioni di utenti, Netflix ha perso infatti 130.000 abbonati nel trimestre contro i 55,96 milioni di un anno prima.

Spese

Un maggior numero di clienti ha contribuito a un maggiore flusso di cassa operativo, compensato però dalla spesa per la produzione di 3,34 miliardi di dollari. Negli ultimi quattro trimestri, la società ha speso complessivamente 13 miliardi di dollari in contenuti. Ciò ha comportato un flusso di cassa operativo negativo di 544 milioni di dollari nel trimestre. Netflix ha comunque aumentato la propria posizione di cassa di 1,66 miliardi di dollari nel trimestre a 5,03 miliardi di dollari, grazie al finanziamento del debito.

Nel periodo che si è chiuso lo scorso 30 giugno, l’utile netto è sceso a 270,7 milioni di dollari, pari a 60 centesimi per azione, da 384,3 milioni nel secondo trimestre dell’anno precedente. Il totale dei ricavi è salito a 4,92 miliardi di dollari.

Pubblicità

Sempre nella lettera mandata agli azionisti il gigante dello streaming video ha dichiarato di non avere ancora intenzione di iniziare a vendere spazi pubblicitari al suo interno. Le voci, diffuse

Quando si leggono speculazioni sul fatto che stiamo entrando nella vendita di pubblicità, confidiamo che ciò sia falso“, ha affermato Netflix. “Riteniamo che avremo un business più prezioso a lungo termine rimanendo fuori dalla competizione per i ricavi pubblicitari e concentrandoci invece interamente sulla competizione per la soddisfazione degli spettatori“.

Netflix recentemente ha lavorato con i brand in rapporti di co-marketing con aziende come Coca-Cola, Burger King e Baskin-Robbins per il lancio della terza stagione di “Stranger Things“.