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Netflix in Italia, ecco come rispondono i competitor

Netflix ha ufficialmente annunciato il proprio arrivo in Italia. Il prossimo 22 ottobre anche gli italiani potranno accedere alla piattaforma di video streaming che vanta 63 milioni di abbonati nel mondo e conta di arrivare per fine anno a 150 mila utenti nel nostro Paese.

Come si muoveranno i concorrenti?

Quali le offerte in campo per spiazzare il player americano?

Da Sky a Mediaset, passando per Telecom Italia e altri operatori italiani che offrono già servizi Over-The-Top, possiamo sicuramente affermare che il mercato italiano è già pronto alla nuova sfida.

Netflix, dalla sua, ha già messo in cantiere 5 miliardi di dollari da investire nelle produzioni originali, su scala globale, che sono la vera forza di questa piattaforma.

Da House of Cards a Orange is the new black, senza tralasciare la serie Marco Polo interamente girata in 4K, sono tanti i contenuti d’appeal sui quali far presa per spopolare.

Senza tralasciare che, come già fatto in altri Paesi come in Francia con Marseilles, non è escluso che Netflix possa lavorare anche in Italia a una serie interamente prodotta da noi.

L’arrivo di Netflix ovviamente spariglia le carte sul mercato audiovisivo e non solo.

E mentre l’azienda ha già siglato gli accordi con gli operatori tlc, Telecom Italia e Vodafone, i broadcaster stanno affilando le armi.

Content is the king, questa è la regola.

Le telco sono già al lavoro e sono a caccia di sinergie con i produttori di contenuti. La media company Vivendi è il nuovo socio di riferimento di Telecom Italia che sta dimostrando di voler puntare molto proprio sui contenuti.

E’ questa la nuova via e i broadcaster lo sanno bene.

Per riuscire a raccogliere la sfida che arriva dal mondo del web, bisogna essere forti anche sullo streaming.

Sono 1,5 milioni gli italiani che guardano la tv in streaming e aumenteranno notevolmente con il passare degli anni.

Il ‘telespettatore’ del futuro vuole costruire il proprio palinsesto su misura dei propri gusti e preferenze, ma soprattutto vuole poter sfruttare ogni dispositivi connesso per guardare i programmi preferiti e farlo in qualunque momento e in ogni luogo.

Per poter fare tutto questo servono però le connessioni a internet. Connessioni che devono essere veloci e performanti per assicurare la qualità della visione senza interruzioni.

La banda ultralarga serve eccome. Questo è un anello essenziale della catena.

 

Sky è pronta

Ecco allora che arriva l’accordo tra Sky e Telecom Italia che permette alla pay tv di Murdoch di portare i propri contenuti sulla fibra dell’operatore tlc.

Anche Mediaset ha stretto un accordo analogo con la telco italiana.

Sky si sta muovendo già da tempo su internet. A fine 2013 ha infatti lanciato Sky Online, un servizio streaming on-demand con film, serie Tv, sport, intrattenimento.

Ma c’è anche l’app Sky Go che permette agli abbonati di guardare sui propri dispositivi mobili l’offerta della piattaforma satellitare e c’è Sky on-demand che collegandosi a internet attraverso il decoder My Sky HD permette di accedere a 2.500 programmi, 900 film, collezioni speciali, serie Tv, documentari, programmi per bambini e produzioni esclusive.

E non finisce qui.

A maggio è stato presentato Sky Online Tv Box, un piccolo dispositivo che se collegato al televisore permette di accedere in streaming all’offerta della pay tv.

L’amministratore delegato di Sky Andrea Zappia lo aveva già anticipato nei mesi scorsi: “Netflix in Italia troverà concorrenti agguerriti”.

E così sarà.

Mediaset punta su Infinity

L’azienda non ha mai perso occasione per attaccare frontalmente gli OTT, lamentando la mancanza di un level playing field.

Il gruppo però ha già dal 2014 un proprio servizio di pay tv online, Infinity, che offre contenuti on-demand: film, serie tv, fiction, anche in HD e lingua originale. Riguardo a Netflix, la scorsa estate Piersilvio Silvio Berlusconi ha precisato: “Non vediamo Netflix come un concorrente diretto: il nostro core business resta la tv generalista e gratuita, ma anche sul fronte della pay siamo sempre stati molto innovativi, come dimostra anche il lancio di Infinity un anno fa. Non ci sentiamo così minacciati dall’arrivo di Netflix”.

Mediaset ha in cantiere altri progetti che puntano sullo streaming e le app.

Sta già lavorando a un nuovo decoder che potrà ricevere digitale terrestre, banda larga e satellite e sarà pronto a gennaio 2016. Al vaglio anche un’offerta pay sul satellite che dovrebbe partire a febbraio-marzo, in grado di sfruttare anche su un’altra piattaforma l’ampio portafoglio di diritti acquisiti da Premium in esclusiva, a partire da quelli per la Champions League 2015-2018.

Il Biscione offre anche Premium Play, servizio VOD gratuito disponibile per tutti gli abbonati Mediaset Premium: 2500 titoli tra film, serie tv, documentari, sport in base al pacchetto di abbonamento; canali calcio Premium in diretta streaming via web e tablet e i migliori programmi di Canale 5, Italia 1 e Rete 4 degli ultimi 7 giorni.

 

Le atre offerte OTT

Tra gli operatori web native, ricordiamo la success story di Chili tv, 430.000 utenti in tre anni.

Si tratta di un servizio online di video on-demand nato da Fastweb che prevede il noleggio in streaming e l’acquisto di film e serie Tv: 4500 titoli con qualità video 720p e 1080p.

Senza tralasciare Google Play, servizio on-demand di noleggio e acquisto di film e serie televisive disponibile in Italia da novembre 2013.

Last but not least, TimVision, piattaforma on-demand di Telecom Italia con 6000 titoli tra serie tv, cartoni, cinema, documentari e gli ultimi 7 giorni dei principali canali televisivi.

E la Rai?

Mentre in Francia anche la tv pubblica affila le armi, offrendo un servizio in streaming sul modello di Netflix, in Italia c’è ancora moto da fare.

La Rai ha già comunque una propria piattaforma di catch-up tv, Rai.tv, per poter guardare il meglio dei programmi trasmessi sui canali del servizio pubblico.

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