gli scenari

Il mercato TV in Italia nei prossimi anni

di Augusto Preta, CEO di ITmedia Consulting |

Da dieci anni ITMedia Consulting monitora e analizza i cambiamenti in atto nel settore televisivo e fornisce previsioni sull’andamento negli anni successivi. In questo senso il rapporto di quest’anno, 'Il mercato TV in Europa: 2016-2018. Crescita strutturale o passeggera?' offre uno spaccato molto diverso da quello che è risultato prevalente per anni.

Le famiglie italiane, oggi, guardano la nuova televisione in digitale con una maggiore consapevolezza dell’offerta tematica e dei nuovi servizi non lineari su larga banda. Il terrestre si conferma la prima piattaforma di fruizione, ma il modello di TV tradizionale, pur rimanendo prevalente, avverte ormai la presenza incombente e molto dinamica dei canali tematici, dove si stanno concentrando le strategie di alcuni importanti operatori internazionali e delle nuove modalità di fruizione di contenuti non lineari (TVoD, SVoD) nella broadband TV: per i broadcaster che avevano dominato nel mondo analogico diviene evidente la necessità di fornire un’offerta complementare e ulteriore rispetto a quella tradizionale.

In questo contesto di grande trasformazione, nel corso del 2016 si è assistito a numerosi eventi che stanno riconfigurando l’intero assetto televisivo: dalle politiche pubbliche alle grandi manovre in corso che coinvolgono un gran numero di attori, ciò che emerge è un grande processo di ristrutturazione e sviluppo di business model, destinati a trasformare e riconfigurare nei prossimi anni l’intera industria nazionale.

Il mercato televisivo mostra nel 2016 decisi segnali di ripresa, che sembrano chiudere definitivamente il periodo di profonda crisi strutturale del settore: i ricavi totali aumentano significativamente rispetto all’anno precedente.  Nel 2016 il mercato è cresciuto complessivamente di € 404 mln, a un tasso superiore al 5% rispetto al 2015. Cresce in particolare la pubblicità, attorno al 6% se si considerano anche i ricavi online, consentendo a questa risorsa di raggiungere quasi il 40% dei ricavi complessivi. Si assiste pertanto nel 2016 al sorpasso della pubblicità sulla pay-TV.

Si tratta però di una ripresa stabile o legata a fattori congiunturali (canone) e a rimbalzi derivanti da situazioni particolarmente critiche in passato?

La risposta secondo ITMedia Consulting non è molto incoraggiante, anche se nell’introduzione allo studio è espressamente indicato come le previsioni si limitano all’analisi dello status quo e non possono tenere conto di variabili di natura commerciale quali possibili cessioni di azienda o rami d’azienda (vedi Mediaset-Vivendi), normative e regolamentari non presenti alla data di chiusura del rapporto, tali peraltro da modificare le attuali dinamiche del mercato. L’unico evento previsto, in quanto ampiamente annunciato, è l’ingresso di Amazon nell’offerta di servizi di video on demand.

Nei successivi due anni dunque la crescita media annua sarà di appena lo 0,6%, penalizzando soprattutto gli operatori che si basano su modelli di business consolidati: la crescita premierà soprattutto i nuovi entranti capaci  di sfruttare meglio le opportunità offerte dall’evoluzione tecnologica e dalle mutate esigenze della domanda, traducendole in un’offerta appetibile al pubblico, sempre più orientato verso una fruizione personalizzata, multipiattaforma, multischermo, anche in mobilità.

Nonostante il Free To Air continuerà ad essere la modalità di accesso primaria ai contenuti per 2/3 delle famiglie italiane, tuttavia la pay-TV, grazie al broadband, appare destinata nel tempo ad aumentare sensibilmente la penetrazione., raggiungendo in breve una quota del 20% ed erodendo quote di mercato a tutte le altre piattaforme. Il satellite DTH rimane infatti la prima piattaforma, ma in decisa contrazione (dal 55% al 50%), come pure la quota del digitale terrestre.

Sky si conferma il principale attore riuscendo a mantenere la sua quota nel periodo considerato attorno al 33%. In leggera flessione invece Mediaset e Rai che scendendo al 29% nel 2018. Chi cresce sono gli Altri Operatori, che raggiungono il 9% del mercato totale a fine 2018.

Relativamente a quest’ultimi, la loro crescita è superiore al 14%, confermando un trend manifestatosi anche negli anni precedenti. La buona performance è sostenuta sia dalla componente pubblicitaria (Discovery, MTV, ecc..), sia dalla parte pay che attraverso l’offerta di Subscription Video on Demand (SVoD) e la presenza di operatori globali come Netflix e Amazon rappresentano il vero forte stimolo alla crescita nei prossimi anni.