L’operazione Vivendi-Mediaset dovrebbe chiudersi in anticipo rispetto ai tempi previsti.
Le due aziende parlavano di settembre ma ormai è possibile che si riesca più rapidamente a formalizzare l’accordo per il passaggio della pay tv Premium ai francesi.
Stando a quanto riporta MF-Milano Finanza, prima però di chiudere definitivamente questo dossier, Mediaset è stata obbligata a fare pulizia di bilancio e a rafforzare patrimonialmente la controllata perché, come emerge dai documenti societari, il gruppo televisivo a causa delle elevate perdite, sia del 2015 sia del primo trimestre di quest’anno, ha eroso il patrimonio a tal punto da portarlo in territorio negativo (-3,5 milioni).
Così, spiega MF, nei giorni scorsi si è tenuta l’assemblea straordinaria della società controllata da Rti (89%) e partecipata da Telefonica (11%) che ha deciso dapprima di approvare i conti al 31 marzo e successivamente, nel coprire il rosso di periodo, di abbattere e poi ricostituire il capitale sociale.
Nel frattempo Mediaset ha presentato il ricorso al Tar del Lazio contro la multa dell’Antitrust da 51 milioni di euro per l’assegnazione a Premium dei diritti Tv del campionato di calcio nel triennio 2015-18.
In tutto questo gli analisti continuano a domandarsi se Bolloré abbia fatto un buon affare.
Ma forse l’affare lo ha fatto proprio Mediaset, dismettendo l’asset della tv a pagamento da tempo in profondo rosso.
Il punto è che il finanziere bretone che guida Vivendi intende procedere come un treno. Il proprio obiettivo è quello di creare una holding dei media in grado di reggere la concorrenza con i grossi broadcaster di settore come Sky o con newcomers come Netflix.
Il suo piano prevede quindi da un lato il rilancio delle attività della pay tv, puntando su Premium e Canal+ e, dall’altro, quello del prossimo lancio di una piattaforma OTT, Watch, che in autunno sbarcherà in Italia, Francia, Germania e Spagna.
Contemporaneamente Bolloré sta negoziando con gli operatori tlc per assicurarsi che i proprio contenuti possano viaggiare sulla fibra.
Sta puntando anche all’Africa e All’America Latina.
Non è un caso che recentemente anche Telecom Italia, di cui Vivendi è il principale azionista, abbia imboccato decisamente la via dei media, affidandone la gestione direttamente all’amministratore delegato Flavio Cattaneo, molto vicino alle posizioni di Bolloré.
Il finanziere bretone si sta inoltre rafforzando anche in Vivendi. Il suo gruppo ha annunciato ieri d’aver superato la soglia del 15%. La partecipazione è salita da 14,35% a 15,33% a livello di azionariato, mentre per quanto riguarda la percentuale dei diritti di voto il passaggio è da 15,41% a 16,41%.
“Anche se il superamento della soglia [del 15%] non deriva dalla sottoscrizione di azioni, il dichiarante non può escludere di realizzare in futuro acquisizioni di azioni Vivendi in funzione alle opportunità che si presenteranno sul mercato“, riferisce il comunicato, in cui si precisa che il gruppo non punta però al controllo di Vivendi.
Vivendi ha intanto chiuso l’operazione anche su Gameloft di cui ora controlla il 95,77% del capitale con diritto di voto. E’ quanto risulta alla chiusura dell’offerta che è stata riavviata nel periodo dal 2 giugno al 15 giugno. Secondo i risultati dell’offerta, comunicati dall’Autorità di borsa francese (Financial Markets Authority, AMF), nel periodo di riapertura dell’offerta, sono state consegnate 25.783.122 azioni. Alla luce dei risultati, Vivendi proporrà alla assemblea annuale di Gameloft, convocata per il 29 giugno, la modifica del board per riflettere la nuova struttura azionaria.