Nuova sfida

Vivendi, Bolloré svela il piano di rilancio della pay tv

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Il presidente della holding francese dettaglia il progetto per rilanciare la pay tv: sport, tecnologie, e meno free-to-air.

Vivendi svela il proprio piano per il rilancio della pay tv che sta ostacolando la strategia del presidente Vincent Bolloré che vorrebbe trasformare il gruppo in una media digital company forte nel Sud Europa.

Dopo i conti in rosso di Canal+ e anche di Premium, che Vivendi ha acquistato da Mediaset e che dal prossimo settembre rientrerà nel perimetro delle attività della holding, Bolloré comincia a dettagliare il progetto.

La pay tv è ‘salvabile’ e ‘sarà salvata’, ha detto il presidente in un’intervista rilasciata a Les Echos, precisando che punterà sull’accordo con BeIN Sport, per cui si attende l’ok dell’Antitrust, e su un nuovo approccio di marketing.

Il primo intervento riguarderà – a partire da settembre- la drastica riduzione delle ore free-to-air trasmesse sulla pay tv per dare maggiore spinta ai canali criptati quindi accessibili solo agli abbonati.

Avere spazi in chiaro, dichiara Bolloré a Les Echos, “non è un obbligo regolamentare, possiamo quindi ridurli”.

Il finanziere bretone punta a risolvere la questione entro l’estate.

Secondo quanto riporta il quotidiano francese, Canal+ ha già ridotto di circa un’ora gli spazi in chiaro di questa stagione e per settembre si andrà anche oltre.

Fino a cinque ore di programmi gratuiti a settimana e sei ore nel weekend.

Bolloré spiega che gli spazi in chiaro permettono di guadagnare dalla pubblicità nel breve termine, ma nel lungo periodo fanno perdere abbonati specie se non si riesce a compensare con un’offerta alternativa o si depotenziano contenuti che invece potrebbero essere a pagamento.

Una buona idea, suggerisce, potrebbe essere quella di cominciare a trasmettere delle partite per poi criptarle.

A quasi un anno di distanza dalla riorganizzazione dei vertici di Canal+, Bolloré è convinto che il peggio sia passato anche se la pay tv continua a perdere abbonamenti (400 mila in un anno).

“Ritengo che Canal+ non solo sia salvabile ma che sarà salvata, fatti salvi gli accordi previsti e le economie pianificate. Siamo passati da una prima fase di consapevolezza, dopo abbiamo messo in piedi la squadra che serviva e la direzione è adesso chiara”, indica Bolloré, precisando che si tratta di un progetto di lungo periodo.

Il presidente è convito che, se il gruppo otterrà dall’Autorità per la concorrenza il diritto a distribuire in via esclusiva BeIN Sport, si potrà partire col rilancio delle attività.

Arricchire i contenuti di Canal+ con lo sport dovrebbe consentire al gruppo di adeguare e diversificare la commercializzazione della propria offerta, proponendo abbonamenti a prezzi differenti.

Una via per attirare nuovi clienti, mantenere quelli che rischiano di lasciare la pay tv o di far lievitare l’abbonamento medio degli altri.

Vivendi fa notare che “il tasso di penetrazione della pay tv è del 45% in Inghilterra e solo del 20% in Francia”.

Da considerare poi che il prezzo di accesso a internet è relativamente basso in Francia, cosa che dovrebbe concedere più potere d’acquisto per i contenuti.

Pe riprendere il cammino della crescita, al di là dello sport, Canal+ punta sui propri investimenti in contenuti e tecnologie.

Per distinguersi dalla concorrenza, il gruppo continuerà a sviluppare le proprie serie esclusive e nuove app in grado di fidelizzare i propri abbonati, favorendo il consumo in mobilità o la catch-up tv.

Il gruppo conta anche di rafforzare le sinergie tra gli asset di Vivendi, da Dailymotion a Universal Music, passando per Mediaset Premium in Italia.

Riguardo alle indiscrezioni sulla cessione di iTélé, Bolloré è chiaro: “Non bisogna vendere ma, al contrario, mantenerla sfruttando i punti di forza di Vivendi e Canal+: può coprire di più sullo sport, il cinema, la cultura, l’economia e l’estero. Bisogna che si distingua dalla concorrenza, giocando sulle nostre forze”.