La vigilia

Tim e Vivendi il 2 aprile al Comitato golden power. Francesi ago della bilancia del nuovo Cda

di |

Alla vigilia dell'assemblea dirimente del 23 aprile per la nuova governance di Tim, il Comitato golden power convoca i vertici di Tim e Vivendi per sondare le intenzioni del socio francese.

Il fondo Merlyn TValue, che detiene una quota dello 0,53% e sostiene un piano alternativo alla cessione di NetCo, ha presentato un elenco di dieci nomi per il rinnovo del consiglio Tim e lancia così il guanto di sfida all’altra lista di maggioranza, presentata dal Cda a sostegno dell’ad Pietro Labriola, guidata dal partner dello studio Legance Alberta Figari.

Ma la vera domanda è a chi andrà il sostegno di Vivendi?

Secondo diverse voci la lista sfidante di Merlyn TValue sarebbe il cavallo su cui scommetteranno i Francesi. Ma non c’è alcuna conferma di questa che è soltanto una voce e va presa come tale con le molle. E’ pur vero che lo scontro fra il Cda e Vivendi negli ultimi mesi è sfociato in uno scontro legale in pieno corso e che sembra difficile, per non dire impossibile, che Vivendi possa sostenere la lista del Cda uscente visti gli attriti.   

Leggi anche: Tim, Merlyn Partners rende pubblica la sua partecipazione prima del voto sul nuovo Cda. Battaglia in assemblea?

Merlyn lancia Stefano Siragusa come nuovo ad di Tim

La lista di Merlyn comprende Umberto Paolucci (ex Microsoft, oggi imprenditore) per la presidenza e l’ex manager Tim Stefano Siragusa come ad. Gli altri nomi sono Ersilia Vaudo, Niccolò Ragnini, Ida Panetta, Ottavia Orlandoni, Boris Nemsic, Robert Hackl, Paul Doany e Barbara Oldani.

Tra le liste di minoranza c’è quella del fondo BlueBell che schiera in pole position Catia Tomasetti, partner dello studio BonelliErede, e quella dei piccoli azionisti di Asati.

La lista con otto nomi presentata mercoledì da Asati invece non era valida, in mancanza totale di quote rosa. Un qui pro quo corretto in corso d’opera dimezzando a quattro il numero di candidati e aggiungendo ai primi tre nomi – il presidente Asati Franco Lombardi, Alberto Brandolese e Maurizio Matteo Decina – il nome di Francesca Dalla Vecchia, che lavora nello stesso studio di consulenza/commercialisti di Brandolese ad Arzignano.

Vivendi ago della bilancia

Tutto però dipenderà da Vivendi, vero ago della bilancia per la formazione del prossimo Cda. Quale lista deciderà di sostenere il primo socio francese con una quota del 23,75%?

Il primo azionista francese non esprime nessun consigliere in nessuna delle 4 liste e non è intenzionato a presentarne una propria. 

Non c’è una posizione ufficiale di Vivendi sul prossimo Cda, dove i francesi sono assenti dall’estate del 2022 essendo uscita in polemica con la decisione del board di cedere la rete senza passare per un volto in assemblea, considerata illegale. Di qui la causa intentata da parte di Vivendi a Tim, con prima udienza al Tribunale di Milano fissata il 21 maggio dopo l’assemblea degli azionisti Tim fissata per il 23 aprile per il rinnovo del Cda.

Oggi scade il termine per la presentazione di ulteriori liste.

Comitato golden power il 2 aprile, il Governo cerca di capire

Intanto, il 2 aprile Tim e Vivendi sono convocate a Roma al comitato golden power. Oggetto della convocazione: monitoraggio per la verifica delle condizioni poste a Telecom e Vivendi sulle attività strategiche (leggi la rete). In poche parole, il governo tramite il Comitato golden power vuole tentare di capire, o forse meglio carpire, le intenzioni di Vivendi. C’è da dire che il MEF si è impegnato a versare 2,2 miliardi per il 20% della Netco, una volta che la rete sarà passata al consorzio guidato dal fondo Usa Kkr. Il closing è atteso entro l’estate, ma prima si dovrà pronunciare l’Antitrust.

Tim: Uilcom: ‘Non abbiamo firmato, accordo va fatto in sede ministeriale’

“Non abbiamo ritenuto di sottoscrivere l’accordo” per la gestione degli esuberi Tim “poiché, viste le turbolenze del contesto complessivo, in cui si vivono cambiamenti repentini anche rispetto agli assetti societari, l’accordo va trovato in sede ministeriale”. Lo dice Giulio Neri della segreteria nazionale Uilcom. In questo contesto, l’intesa “non può trovare definizione in sede aziendale ma necessita di essere sottoscritta in sede istituzionale. A garantire l’accordo ci devono essere gli stessi interlocutori che hanno dato il via libera al progetto” di riassetto di Tim. Altrimenti “rischiamo che sia un accordo privo di valore”.

Uilcom, a differenza di Slc e Fistel, non ha firmato l’intesa sull’uso della solidarietà fino a giugno 2025, raggiunta ieri notte.