L'operazione

Tim, Merlyn Partners rende pubblica la sua partecipazione prima del voto sul nuovo Cda. Battaglia in assemblea?

di |

Merlyn Partners, un fondo di investimento alternativo con sede in Lussemburgo, ha dichiarato di detenere martedì lo 0,53% di Tim e potrebbe in teoria presentare una sua lista alternativa per il rinnovo del Cda.

Merlyn Partners, un fondo di investimento alternativo con sede in Lussemburgo, ha dichiarato di detenere martedì lo 0,53% di Tim. Lo rende noto la Reuters, ricordando che la divulgazione della quota arriva prima dell’assemblea generale annuale del mese prossimo in cui l’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, cercherà un nuovo mandato mentre lavora per finalizzare la vendita dell’asset principale della società, la rete fissa, al fondo statunitense KKR.

Il ruolo potenziale di Merlyn

La quota detenuta da Merlyn, che a novembre in linea con Vivendi avrebbe voluto un passaggio in assemblea sulla cessione di NetCo, è sufficiente per consentire al suo proprietario di presentare una lista di candidati per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Tim, una potenziale minaccia per Labriola qualora il fondo sostenesse un diverso candidato amministratore delegato.

Una fonte a conoscenza della questione ha detto che Merlyn sta valutando la possibilità di presentare una propria lista di candidati per il consiglio di amministrazione di Tim.

 in vista del rinnovo del cda ad aprile, si apre uno scenario di una possibile proxy fight e alla costruzione di quote a supporto dei candidati che si sfideranno.

Anche se lo facesse, aggiunge la Reuters, il fondo non si opporrebbe all’accordo di KKR, anche se presenterebbe le proprie proposte per azioni che l’attuale management di Tim non sta prendendo in considerazione, ha detto la fonte.

L’anno scorso Merlyn Advisors, la società londinese dietro il fondo, ha collaborato con un ex dirigente di Tim nel tentativo di contestare il piano di Labriola di vendere la rete fissa, proponendo un rinnovamento alternativo e un cambio al timone di TIM.

Ora le cose sono cambiate e Merlyn è favorevole allo scorporo. La nuova Tim, nella visione del fondo, “diventerà il partner d’elezione per supportare la Pubblica Amministrazione e le imprese italiane nella loro trasformazione digitale. TechCo, grazie alla chiara visione strategica Tech&Infra unita ad un bilancio pulito post vendita di NetCo, Tim Brasil e TIM Consumer, agirà come aggregatore di mercato, assumendo il ruolo di predatore piuttosto che quello di potenziale preda” nei settori delle nuove tecnologie. “Siamo profondamente convinti che TechCo raggiungerà la giusta dimensione e diventerà un leader europeo in questo spazio” si legge.

Il piano di Merlyn

Merlyn fa un richiamo alla “corretta governance” all’interno del Cda “per prendersi cura di tutti gli azionisti, a partire dai principali azionisti della società, Vivendi e CDP, garantendo sempre che gli interessi della società, il suo patrimonio, la forza lavoro, e del parco fornitori venga rispettato e che continui a contribuire alla crescita del nostro Paese”.

“Il nostro piano, unito ai punti di forza e alle opportunità esistenti di Tim, può aumentare il valore per gli azionisti a livelli migliori rispetto a quello presentato il 7 marzo dalla società” sostiene il fondo e “la leadership è fondamentale per realizzare un tale piano”. A ottobre Merlyn aveva candidato Stefano Siragusa, ex manager Tim come nuova guida del gruppo, ora i nomi non vengono svelati ma “abbiamo una lista di candidati con competenze internazionali e di settore, in grado di supportare e aiutare il futuro team di gestione ad eseguire il piano, promuovendo al contempo una governance migliore e più collaborativa all’interno del cda” conclude il fondo. 

Il piano del fondo Merlyn è quello di trasformare Tim in una “TechCo, una società tecnologica e infrastrutturale di fascia alta”.

TechCo, il cuore della nuova Tim, sarà un’azienda italiana con ambizioni globali che integrerà efficacemente la rete intelligente di Tim (la parte esterna al perimetro NetCo/KKR) con le competenze, il know-how, le relazioni con i clienti, gli ecosistemi di fornitori, le società controllate (come Olivetti, Telsy e Noovle) e le relative infrastrutture (datacenter e contratti PSN) di Tim Enterprise. Questa Tim rimodellata offrirà esclusivamente servizi non regolamentati.

“Tale trasformazione non solo creerà valore superiore per tutti gli azionisti grazie al valore aggiunto all’avanguardia, ai margini più elevati e ai multipli di mercato più elevati, ma aiuterà anche l’Italia a raggiungere i propri obiettivi. Obiettivi di digitalizzazione e rilancio dell’intero sistema economico nazionale” si legge nel piano del fondo. 

Le azioni Tim sono colate a picco dopo che Labriola ha presentato un piano per la società lasciata dopo la vendita della rete.

L’ad Pietro Labriola, capofila della lista del cda, potrebbe dunque doversela vedere con altri sfidanti, che potrebbero cercare il sostegno di Vivendi, primo azionista del gruppo di tlc con il 23,7% del capitale, da molto tempo critico verso Labriola.

Cambio di Cda rischioso

Secondo l’Ansa, alcuni analisti guardano con preoccupazione a ribaltoni: “un repentino cambiamento di management in una fase così delicata per il gruppo potrebbe comportare rischi significativi per il titolo”, afferma Intermonte, che giudica “non sufficienti” le rassicurazioni di Merlyn sul fatto che “non si opporranno alla cessione della rete in caso di vittoria” e auspica che a Labriola, anche in caso di sconfitta, possa comunque essere conferito “come gesto di responsabilità” un incarico di Ceo “ad interim” per consentire “una transizione senza intoppi”.

Nei giorni scorsi Barclays aveva detto che “un cambiamento nel Cda e nel management creerebbe una non necessaria incertezza”, sottolineando l’importanza di finalizzare l’accordo con Kkr da parte di “qualunque cda” verrà eletto.