Strategie

Mediaset riapre a Sky ma sul tavolo anche torri e radio

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Il Biscione sotto i riflettori. Ruolo di primo piano nella partita delle torri e delle radio e porta aperta a Sky.

Poche e misurate parole che aprono però uno spiraglio nei rapporti tra Mediaset e Sky. Il Biscione torna così sotto i riflettori per far capire che ‘tutto può succedere’ nel futuro di Premium e non solo.

L’azienda della famiglia Berlusconi ha in ballo diversi progetti: da Premium al polo unico delle torri con Ei Towers, alla radio.

Non si tralascia nulla.

Al momento, ha però precisato l’amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi in occasione degli ultimi risultati della pay tv, offerte per Premium “ufficiali non ce ne sono state”.

E così mentre anche Mediobanca scende in campo per caldeggiare una fusione tra la pay tv del Biscione e Sky, resta sempre aperta l’opzione con Vivendi.

 

Mediaset apre a Sky

Dai toni usati da Pier Silvio Berlusconi, si comprende bene che l’azienda non intende sbarrare la porta a nessuna possibilità, anche riguardo a Sky.

I rapporti negli ultimi tempi sono diventati sempre più tesi, in particolare sulle retransmission fee, ma questo non esclude che in un prossimo futuro, non sicuramente imminente, i rapporti tra i due operatori di pay tv possano avere una nuova virata.

Berlusconi Jr ha ammesso che le due aziende continuano a parlarsi. “Ci sono contatti”, ha detto, misurando le parole, ma ha tenuto a precisare: “Gli analisti dicono “makes sense”. Certo che ha senso ma bisogna vedere come. I contatti e i rapporti ci sono sempre. Cose concrete non ci sono”.

Per gli analisti, in particolare quelli di Mediobanca, un matrimonio tra Mediaset e Sky avrebbe senso proprio perché il mercato italiano della pay tv non è abbastanza grande e forte da ospitare due operatori. Senza considerare poi che il moltiplicarsi delle offerte streaming concorrenti, specie da Netflix, hanno reso ancora più competitivo il mercato dei contenuti on-demand.

Sky continua per la sua via con tante novità in serbo per i propri abbonati che saranno lanciate nei prossimi mesi. La scorsa settimana ha presentato i risultati del primo semestre dell’anno fiscale 2015-2016.

Nell’ultimo trimestre Sky Italia ha registrato 12 mila clienti in più.

“In Italia ci siamo mossi bene – spiega Sky – in un’ambiente altamente competitivo e sullo sfondo della perdita dei diritti della Champions League. Abbiamo aumentato i nostri clienti di 12.000 unità nel trimestre”.

Secondo alcune indiscrezioni, Sky sarebbe stata interessata a presentare un’offerta per Premium, ma il prezzo sarebbe stato considerato eccessivo.

Con l’ingresso di Telefonica, il valore di Premium sarebbe lievitato a oltre 900 milioni di euro.

Ieri Pier Silvio Berlusconi non ha risparmiato l’ennesima frecciatina a Sky: “Abbiamo un concorrente con abbonati, ricavi e spesa media in calo mentre noi abbiamo ricavi, abbonati e spesa media in crescita”.

“La pay tv è il loro core business – ha aggiunto Berlusconi – e con noi di mezzo fanno tanta fatica”.

 

 Il peso della Champions

 

Premium, però, risente del grosso investimento, circa 700 milioni di euro, sborsati per assicurarsi i diritti tv della Champions League.

Un investimento che potrebbe non avere un buon ritorno, se le uniche due squadre italiane ancora in gara – Roma e Juventus – non passassero il turno.

“Sapevamo che era una sfida tosta”, ha osservato l’Ad di Mediaset, indicando però che l’obiettivo, è “creare una base più solida di abbonati” per Premium, in un settore dove siamo e “vogliamo continuare a rimanere”.

La pay tv del futuro, secondo Berlusconi, “avrà meno canali, tanti eventi, ci sarà un aumento del consumo non lineare. Già oggi in 600 mila utilizzano Infinity e altri 600 mila abbonati Premium usano invece regolarmente il servizio on-demand Play. Gli abbonamenti complessivi di Premium hanno superato quota 2 milioni, l’arpu è in crescita netta. E di fronte a un mercato della pay tv che in Italia ha perso il 20%, con un concorrente che ha i dati in calo, questi numeri per noi sono positivi, poiché i nostri ricavi, la spesa media e gli abbonamenti sono in crescita”.

“Per l’utile c’è tempo – ha detto – intanto era importante sviluppare la base di utenti: il futuro sarà con meno canali, più eventi e un’attenzione al non lineare”.

In merito all’indagine antitrust sull’assegnazione dei diritti tv della Seria A, Berlusconi si è ‘tranquillo e fiducioso’, precisando “dimostreremo che tutto si è svolto in un ambito di concorrenza addirittura esasperato”.

 

Con Vivendi tutto è possibile

Resta poi sempre aperta per Premium l’opzione Vivendi.

“Con loro – ha ribadito Pier Silvio Berlusconi – ci sono dei rapporti e sono ottimi. Ci sono degli ambiti di collaborazione, il rapporto è solido sia tra le aziende, sia tra le famiglie. Quindi, usando le parole dell’Ad di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, tutto è possibile”.

Vivendi non ha mai nascosto il progetto di diventare il primo conglomerato a livello europeo e molto analisti, in particolare Mediobanca, spingono sui vantaggi di un matrimonio con Mediaset Premium.

Gli analisti di Piazzetta Cuccia spiegano anche perché: segue il trend del mercato audiovisivo che punta sempre più alla convergenza tra operatori tlc e società di media.

L’intesa tra Vivendi e Mediaset non sorprenderebbe quindi e avrebbe “molto senso dal punto di vista industriale”.

La media company però ancora non prende una decisione nonostante è già da un anno che i propri consulenti studiano i conti della pay tv del Biscione.

 

Torri, Ei Towers in prima linea

Berlusconi non ha tralasciato di parlare anche della partita delle torri, dove Mediaset intende giocare un ruolo di primo piano attraverso Ei Towers per la nascita di un polo unico.

Il top manager ha precisato che “la cosa importante è che ci sia un progetto italiano di aggregazione” per il settore delle torri di telecomunicazioni “e che ci veda partecipi”.

Ei Towers ha presentato un’offerta per rilevare una quota di Inwit, controllata da Telecom Italia, in gara però col tandem Cellnex-F2i.

“E’ ovvio – ha osservato l’Ad – che c’è la tendenza a creare un polo sulle torri. Farlo è una cosa banale, semplice e normale. Noi ci avevamo provato con l’opa lanciata su Rai Way, ma la politica ci ha fermato. Ora vediamo, qualcosa sicuramente succederà, noi vogliamo essere della partita”.

 

Al lavoro per il polo radiofonico

A proposito delle emittenti radiofoniche recentemente rilevante dal gruppo, Berlusconi ha spiegato di crederci molto per ottenere ascolti complementari alla tv: “Stiamo lavorando per creare nell’arco di mesi il vero polo radiofonico italiano”.

Mediaset ha già acquisto l’80% di Radio 101 da Mondadori per 36,8 milioni, per inserirsi successivamente nella cessione delle radio di Rcs, acquistando azioni con diritto di voto pari al 19% del capitale e il 50% di quelle senza diritto di voto da RB1 – che ha il 92,8% di Finelco (105, Montecarlo e Virgin Radio) – per una cifra che dovrebbe aggirarsi intorno ai 19 milioni.

La maggioranza dei diritti di voto resta al momento in mano alla famiglia Hazam.

Il progetto è di costruire un polo delle radio leader del mercato con una fetta di circa il 30%.

Un fronte quello delle radio, dove è molto attiva anche Vivendi che ha recentemente comprato il 64% di Radionomy, piattaforma digitale con 57 mila radio creare potenti sinergie con Universal Music e Dailymotion.