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Libra, al G7 tutti uniti e tutti contro. Tria: ‘Presto un intervento’

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Dal G7 finanziario di Chantilly, a scagliarsi contro la nuova moneta digitale di Facebook sono i ministri delle Finanze di 7 Paesi.

Tutti d’accordo. L’arrivo di Libra, la criptovaluta lanciata da Facebook, preoccupa i governi per le ripercussioni che potrebbe avere sul sistema finanziario.

Dal G7 finanziario di Chantilly, a scagliarsi contro la nuova moneta digitale sono i ministri delle Finanze di 7 Paesi.

I miei timori su Libra e la mia volontà di riflettere a una regolazione efficace sono noti. Osservo che il segretario al Tesoro (Usa) ha espresso preoccupazioni simili. Dobbiamo appprofittare delle discussioni a Chantilly per progredire”, aveva dichiarato ieri il ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire in un’intervista al quotidiano Le Figaro.  

Nessuno può accettare che delle multinazionali con oltre un miliardo di utenti si trasformino in Stati privati. E si dotino di un moneta capace di competere con valute sovrane, se non destabilizzare le riserve delle banche centrali, senza obblighi di controllo sui rischi di riciclaggio o di lotta al finanziamento del terrorismo”, aveva aggiunto Le Maire.

“Aspettiamo di vedere le valutazioni e le raccomandazioni fatte dai banchieri centrali – risponde Le Maire – Non si può dare luce verde ad un progetto che non fosse inquadrato da una stretta regolamentazione ed efficace“.

Anche il ministro dell’Economia italiano Giovanni Tria a margine delle riunioni ha parlato di una ‘preoccupazione generale’ sulla Libra. “Un punto di interesse per tutti è stata la discussione intorno a Libra, questo nuovo tipo di moneta su cui c’è una preoccupazione generale e la decisione che questa preoccupazione si tradurrà in un’azione di controllo di quello che sta accadendo e la preoccupazione darà luogo a un intervento“, ha dichiarato il ministro.

Il segretario di Stato americano Steven Munchin aveva già precisato da Washington il tenore delle preoccupazioni: “è una moneta che può essere utilizzata per riciclare denaro o finanziare il terrorismo”. D’accordo anche il ministro tedesco Olaf Scholtz, che ha aggiunto i suoi dubbi sulla valuta social in quanto minaccia “alla stabilità del sistema finanziario internazionale“.

L’audizione Usa al Senato

Martedì Facebook è stata interrogata dai senatori statunitensi, in un’audizione che ha confermato la preoccupazione del Senato al progetto di Mark Zuckerberg.

A parlare per il social network era presente David Marcus, il manager responsabile del progetto sulla criptovaluta. Fra i primi a intervenire è stato il senatore democratico Sherrod Brown. “Saremmo pazzi a consentire a Facebook di effettuare esperimenti con i conti correnti della gente. Inoltre è delirante per Facebook pensare che i consumatori le daranno fiducia sui loro dati finanziari dopo il ruolo giocato dalla società nelle elezioni del 2016 e gli altri scandali. ” ha detto Brown.

Scettici anche i senatori repubblicani. Mike Crapo, il presidente della commissione bancaria, si dice preoccupato dalla già vasta influenza di Facebook e dalla quantità di informazioni che la società controlla. “Le ambizioni di Facebook – ha aggiunto Crapo – mostrano la necessità per il Congresso di dare ai consumatori un “vero controllo” sui loro dati per prevenirne un cattivo uso”.