Banda larga

Lepida: Dorsale sud radio, procede l’installazione delle antenne sull’Appennino

di Redazione |

La dorsale sud radio disegna una linea in alta quota da Piacenza alla Romagna, composta da ben 42 siti. Ad oggi 19 sono già accesi o in fase di accensione, per altri 7 è già aperto il cantiere che si concluderà in pochi mesi, mentre per 13 postazioni si deve ancora concludere l’iter dei permessi.

L’inverno è mite e si riesce quasi a lavorare sulle cime dell’Appennino, ma certamente l’arrivo della primavera farà da acceleratore alle operazioni necessarie per installare i tralicci della dorsale sud radio, la rete di connessione, radio, nativamente connessa alla fibra ottica della Rete Lepida, nata per servire le zone più disagiate della Regione.

Sono arrivati i permessi per parecchie delle installazioni già progettate, tutte con grande attenzione all’impatto ambientale. La dorsale sud radio disegna una linea in alta quota da Piacenza alla Romagna, composta da ben 42 siti. Ad oggi 19 sono già accesi o in fase di accensione, per altri 7 è già aperto il cantiere che si concluderà in pochi mesi, mentre per 13 postazioni si deve ancora concludere l’iter dei permessi.

Dal punto di vista geografico la porzione ormai completa è quella che va da Rimini a Modena e ora LepidaSpa si sta concentrando sulla parte più occidentale. Le antenne già installate lavorano alle frequenze licenziate di 15, 18 e 23GHz, ma nel corso dell’anno verrà effettuato il passaggio alla nuova frequenza licenziata di 26GHz, omogenea per tutto il territorio e quindi per tutta la dorsale, che lepida spa si è aggiudicata a fi ne 2014.

I nuovi siti in completamento saranno accesi immediatamente a 26GHz. Sui vari siti sono già attivi operatori che forniscono servizio a imprese e cittadini del territorio valorizzando la capacità di trasporto o di fornire banda offerta dalla Rete Lepida.

Interessante osservare che appena un sito si rende disponibile vi sono immediatamente operatori interessati ad andarci. La dorsale è complessa: si parla di montagne vere – una delle antenne è sulla punta del Cimone, un’altra sul Corno alle Scale e un’altra ancora sulla vetta di Monte Falco – si lavora spesso sopra i mille metri di quota, e ci sono anche punti, come il Monte Pelpi a Parma, dove l’accesso è complesso e difficoltoso.