L'intervista

‘La Digital Transformation opportunità unica per l’Italia’. Intervista a Stefano Pileri (Italtel)

di A cura di Alessandra Talarico |

La Digital Transformation sarà il perno per affrontare l’evoluzione verso l’industria 4.0. L'Italia - dice Pileri - deve necessariamente dotarsi di un piano per digitalizzare l’intero sistema produttivo.

Nell’era del cloud e dell’Internet delle cose, le reti di telecomunicazioni hanno necessità di trasformarsi seguendo un percorso sempre più orientato verso la virtualizzazione e l’automazione. Un trend che vede Italtel fra i pionieri dell’industria non solo a livello italiano. L’ad dell’azienda, Stefano Pileri, ha fatto il punto sulle nuove evoluzioni tecnologiche e sulla necessità che l’Italia si doti di un piano per la ‘Digital Transformation’ dell’intera filiera produttiva in un’intervista a margine del Mobile World Congress a TotalTelcom Tv.

K4B. Si parla molto di virtualizzazione e automazione delle reti. Che cosa si intende e quali sono le opportunità per l’industria?

Pileri. Virtualizzazione significa la necessità di trasformare un network tradizionale in un network basato su Data center. Tutti gli elementi della rete stanno diventando componenti software che funzioneranno in Data center di tipo centralizzato o distribuito. A monte c’è il concetto di automazione, che risponde alla necessità di rendere il funzionamento delle reti sempre più agile e low cost per bilanciare i margini che nella nostra industria sono sempre più risicati. Quindi il concetto di automazione, sia per quanto riguarda le infrastrutture degli operatori sia per le reti in ambito enterprise, è molto importante e deve diventare parte integrante del nostro sistema ed essere applicato a tutti i processi.
Proprio per soddisfare questa esigenza Italtel ha portato al MWC la soluzione “Sip Trunking as a Service” basata sul nostro Session Border Controller NetMatch-S Cloud Inside e dedicata ai clienti business dei service provider.

K4B. Un altro trend di cui si parla tantissimo è quello di Internet delle Cose. Quali sono le proposte di Italtel in quest’area?

Pileri. Quando si parla di Internet of Things si parla da un lato dell’evoluzione delle reti verso il 5G e dall’altro lato dell’evoluzione verso gli smart objects, i sensori e tutto quello che concerne la connessione, appunto, delle ‘cose’ alla rete. L’industria dell’Internet of Things è pronta e crescerà sempre di più nei prossimi anni. Italtel ha sviluppato la sua piattaforma di Internet of Things che raccoglie dati attraverso sensori e che organizza questi dati in maniera da renderli disponibili ad applicazioni di terze parti. E’ una piattaforma aperta che può essere utilizzata in molteplici segmenti verticali. Le proposte che abbiamo portato al Mobile World Congress riguardano la sanità digitale e lo smart energy/smart metering. L’IoT avrà impatti fortissimi su tutti gli aspetti del vivere moderno. E’ un trend in grande crescita che stiamo seguendo con attenzione grazie alle competenze che abbiamo in ambito TLC e IT.

K4B. Cosa si intende quando si parla di ‘estrarre l’oro’ dai dati?

Pileri. Al momento sulle reti abbiamo disponibili tonnellate di dati, alcuni pensano che potrebbero essere anche troppi. E anche in questo caso i software devono essere d’aiuto per estrarre il meglio da questi dati. Con la nostra proposta di “Data Science” che presentiamo a MWC noi stiamo lavorando in questa direzione, ovvero aiutando gli operatori di telecomunicazioni a ridurre il tasso di abbandono dei clienti. Utilizzando più di 100 tipi diversi di dati siamo in grado di aiutare i dipartimenti vendite, marketing e anche i Ceo a trarre valore da questa mole di dati e a focalizzarsi su campagne che riducano il tasso di abbandono dei clienti nel settore mobile.

K4B. Dunque i modelli di business dei service provider stanno cambiando. Come reagisce un’azienda come Italtel a queste evoluzioni?

Pileri. La necessità per aziende come Italtel è quella di essere innovativi ma allo stesso tempo estremamente efficienti, e questo è possibile, appunto, attraverso l’offerta di soluzioni per la virtualizzazione di reti basate su hardware standard. Cerchiamo di affiancare i nostri clienti nel raggiungimento non solo di questo obiettivo ma anche offrendo loro soluzioni che permettano una sostanziale riduzione della complessità della rete tradizionale.
Nello specifico, le grandi reti si strutturano su livelli differenti basati su altrettante tecnologie differenti. Nel corso degli ultimi 30 anni, tuttavia, le tecnologie, sia per quanto riguarda le reti fisse che quelle mobili, sono sostanzialmente cambiate. Come abbiamo fatto, ad esempio, con l’operatore belga Proximus, noi aiutiamo gli operatori telefonici ad accelerare la ”digital transformation”, ossia lo smantellamento di queste vecchie tecnologie per avere reti più snelle e moderne che possano ospitare nuovi servizi destinati alla clientela.

K4B. Di cosa c’è bisogno per portare a termine con successo progetti di decommissioning così complessi?

Pileri. Per fare questo abbiamo bisogno di ‘project management’ ma soprattutto di specifici strumenti software che permettano questa trasformazione e semplificazione dei network. Crediamo di essere i partner giusti per questo tipo di operazioni, perché abbiamo forti capacità sia tecnologiche che di software e siamo in grado di creare e sviluppare strumenti che non sono standard ma sono ‘customizzati’ in base alle esigenze dei clienti. Abbiamo team di tecnici molto preparati in grado di affiancare l’operatore in tutte le fasi del progetto e di indirizzarlo nelle scelte tecnologiche da compiere.

K4B. La ‘Digital Transormation’ è un’opportunità solo per il settore ICT?

Pileri. La Digital Transformation è la nuova star dell’industria, proprio perché non si limita solo al settore dell’ ICT ma investirà e trasformerà profondamente tutti i settori: manifatturiero, agricoltura, servizi, sanità, energia, amministrazioni pubbliche.
La Digital Transformation sarà, pertanto, il perno per affrontare l’evoluzione verso l’industria 4.0, con la piena automazione e la piena connettività di tutta la filiera, dagli stabilimenti produttivi ai clienti finali. Per l’Italia, in particolare, che è il secondo produttore manifatturiero d’Europa dopo la Germania, c’è bisogno di un piano della durata di 15 anni che permetta di digitalizzare l’intero sistema produttivo. E’ un’opportunità che non possiamo perdere.