Progetto 5GCity

Lucca 5G ready. Albanese (Italtel): “Una rete avanzata per servizi media di nuova generazione”

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La città toscana conclude la sperimentazione del progetto europeo 5gCity e anticipa così Barcellona e Bristol nel test di trasmissione e sviluppo di servizi e prodotti legati al 5G. Albanese (Italtel): “Lucca pronta al real time video streaming e all’acquisizione e la trasmissione di video con risoluzione 4K”.

La città di Lucca ha portato a termine la sperimentazione del progetto europeo 5GCity e lo ha fatto anticipando sul tempo le città di Barcellona e Bristol, soprattutto nel test di trasmissione e sviluppo prodotti di realtà aumentata legati al nuovo standard di rete che sarà di fatto operativo diffusamente già a partire dal prossimo anno.

Una città europea ideale Lucca, scelta perché capace di rappresentare ottimamente le circa 1.400 città dell’Unione che contano fra 40mila e 200mila abitanti, per il centro storico medievale, per le esigenze di decoro urbano e rispetto dei vincoli architettonici e ambientali, per l’esistenza di manifestazioni che attirano, in determinati periodi dell’anno, decine di migliaia di persone (come il Lucca Comics & Games e il Lucca Summer Festival); quindi problematiche simili e soluzioni possibili da applicare in tutto il continente.

Il progetto 5GCity, finanziato dall’Unione europea (Ue) nel 2017 con oltre 7.7 milioni di euro erogati tramite il programma finanziario Horizon 2020, che vedeva coinvolte le città di Lucca, Barcellona e Bristol, è stato sostenuto fin dall’inizio da una partnership di aziende internazionali, che vedeva in campo tra le altre Italtel, H3G, Nec e Rai.

Sull’iniziativa abbiamo sentito Antonino Albanese, referente di Italtel nel progetto 5GCity, che ci ha spiegato i punti chiave del progetto e i possibili utilizzi del 5G nella città toscana: “Il progetto 5GCity prevede la realizzazione di una infrastruttura 5G basata su una piattaforma che rende disponibile la capacità di virtualizzazione e di “slicing”, non solo delle risorse computazionali e di rete ma anche delle risorse radio ospitate su small cells”.
“Il paradigma NFV ed SDN – ha precisato Albanese – viene così esteso fino all’estremo bordo della rete consentendo l’integrazione delle infrastrutture già presenti nelle città (data center, reti Wi-Fi, sistemi di telecamere) con le reti degli operatori, basandosi sul modello del Neutral Host.  Questo modello, da un lato consente agli operatori di risparmiare sui costi di posa delle infrastrutture, dall’altro consente l’erogazione di servizi in modo ottimale, a vantaggio dei cittadini”. 

L’utilizzo della tecnologia 5G, ha affermato il responsabile Italtel: “Consente inoltre di avere disponibile una rete a bassa latenza con alta capacità computazionale e copertura radio, estremamente flessibile nella sua configurazione, che consente quindi di ospitare diverse tipologie di servizi, come per esempio servizi media di nuova generazione (video immersivi, augmented reality, video 360°)”.
La partecipazione attiva delle tre città all’interno del progetto, Barcellona, Bristol e Lucca, ha concluso Albanese, “è finalizzata ad ospitare la piattaforma sviluppata dal progetto stesso, per consentire l’implementazione di diversi casi d’uso in un ambiente operativo. In questo scenario la città di Lucca è stata la prima a dimostrarsi pronta ad ospitare uno dei casi d’uso previsti, in particolare il “Real Time Video Streaming”; la sperimentazione ha riguardato l’acquisizione e la trasmissione di video con risoluzione 4K utilizzando come mezzo di trasmissione la rete 5G dalla Torre Guinigi verso la sala conferenze del Real Collegio”.

Verranno quindi sviluppati alcuni servizi a larghissima banda, veicolati su un tratto di fibra ottica comunale e su rete 5G, e saranno ulteriormente sperimentati sistemi innovativi di monitoraggio ambientale e realizzati contenuti multimediali.
La rete 5G non significa solo maggiore banda e maggiore potenza, la vera rivoluzione è legata al sistema di trasmissione diffuso che, in un’ottica di sostenibilità ambientale, vedrà abbandonare il metodo di poche grandi antenne molto potenti per adottarne uno di trasmissione diffusa, a bassa intensità, supportata dalla fibra ottica.
In questo modo le emissioni saranno notevolmente al disotto dei limiti di legge risolvendo i problemi di inquinamento elettromagnetico, ma ci saranno anche minor numero di lavori di cablaggio, minor impatto estetico e consumi più contenuti di energia elettrica.