Il Rapporto

Jet privati, emissioni CO2 su del 30%, serve transizione idrogeno/elettrico. L’Italia tra le rotte più inquinanti

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Secondo un nuovo studio, questi voli generano emissioni di un’intensità di carbonio 10 volte superiori a quelle degli aerei di linea: “Volare su un jet privato è probabilmente la cosa peggiore da fare per l’ambiente. Eppure, i super inquinanti ultra ricchi continuano a volare come se la crisi climatica non esistesse”.

Un volo su jet privato di circa quattro ore emette tanta CO2 quanto una persona media in un anno intero. Volare di lusso costa, non solo in termini di spesa par l’acquisto del biglietto, ma anche in termini di emissioni di diossido di carbonio, appunto la CO2, e di altri gas climalteranti.

I voli sui jet privati e il danno ambientale

Secondo un nuovo studio pubblicato da Transport & Environment, dal 2005 al 2019 le emissioni inquinanti dei jet privati sono aumentate del +31%, ad un tasso di crescita maggiore rispetto all’aviazione commerciale ad esempio.

Questi, inoltre, dimostrano in media un’intensità di carbonio 10 volte maggiore rispetto agli aerei di linea e sono 50 volte più inquinanti dei treni.

Dati allarmanti, perché queto tipo di velivoli sono utilizzati sempre di più da chi può permettersi il prezzo del viaggio, tanto che il settore praticamente ha avuto una flessione anche corposa solo per alcuni mesi durante il lockdown del 2020, tornando ai livelli pre-Covid già a luglio.

Volare su un jet privato è probabilmente la cosa peggiore da fare per l’ambiente. Eppure, i super inquinanti ultra ricchi continuano a volare come se la crisi climatica non esistesse. Il lato positivo è che il mercato dei jet privati è l’ideale per arrivare al “momento Tesla” dell’aviazione, facendo degli aerei a idrogeno ed elettrici una realtà”, ha dichiarato Andrew Murphy, Responsabile Aviazione T&E.

Le soluzioni green

Una soluzione al problema dell’impatto ambientale dei jet privati è il cambio di carburante, invece che combustibili fossili sarebbe il caso di passare all’idrogeno verde e all’elettrificazione.

Una possibilità che secondo il Report dovrebbe già avvenire come transizione entro il 2030, almeno in tutte le tratte sotto i 1.000 km, che rappresentano il maggior numero dei voli.

Fino al raggiungimento di questo traguardo, hanno suggerito gli studiosi, dovrebbe valere il principio “chi inquina paga”: “sui jet privati a combustibile fossile dovrebbe essere applicata una combinazione di prezzo effettivo del carbonio e tasse su jet fuel e voli, da scalare in base alla portata del volo e al peso dell’aeromobile”.

Una tassazione di questo tipo potrebbe generare 325 milioni di euro l’anno, secondo lo studio. Il problema è che “nonostante il loro impatto spropositato sul clima, nella maggior parte dei Paesi europei i jet privati non vengono tassati a causa delle esenzioni dal sistema per lo scambio di quote emissione di gas a effetto serra dell’UE (EU ETS) e della mancata tassazione del cherosene”.

La classifica europea delle tratte più inquinate

Le principali rotte europee percorse dai jet privati si trovano soprattutto lungo l’asse Regno Unito, Francia, Svizzera e Italia. Le capitali di questo sistema di trasporto aereo così inquinante sono Roma, Milano, Nizza, Ginevra, Parigi e Londra.

Stando ai dati diffusi da T&E, 7 delle 10 rotte più inquinanti percorse dai veicoli privati in Europa si trovano proprio lungo quest’asse, mentre i jet privati in partenza dal Regno Unito e dalla Francia rappresentano la maggior fonte di inquinamento nei cieli e corrispondono a più di un terzo (36%) delle emissioni da voli privati in Europa tra i due paesi.