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Mobilità pulita nell’UE, stazioni di ricarica per auto elettriche ogni 60 km e per l’idrogeno ogni 200 km

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La spinta del Parlamento europeo alla decarbonizzazione forte di trasporti e mobilità privata entro la fine del prossimo decennio. L’infrastruttura di ricarica di veicoli elettrici dovrà crescere e coprire almeno il 50% delle principali strade europee (TEN-T), con colonnine ogni 60 km. Per il rifornimento di idrogeno una stazione ogni 200 km.

Decarbonizzare trasporti e mobilità privata

Il Parlamento europeo ha adottato le nuove leggi per la realizzazione di una infrastruttura diffusa, capillare e accessibile sia per i punti ricarica per i veicoli elettrici, sia per le stazioni di rifornimento dei mezzi alimentati a idrogeno.

Per decarbonizzare in maniera profonda il settore trasporti e mobilità in Europa bisogna ampliare il più possibile l’offerta di stazioni di ricarica e di rifornimento rispettivamente per veicoli elettrici e a idrogeno.

Sappiamo che entro il 2030 a livello di Unione europea dovranno essere installati non meno di 7 milion di colonnine di ricarica per la mobilità elettrica.

Il voto dell’Europarlamento per accelerare la realizzazione di un’infrastruttura diffusa di ricarica elettrica/rifornimento di idrogeno

Il voto favorevole e definitivo del Parlamento europeo va in questa direzione. A supporto del piano “Fit for 55”, lo ricordiamo, strategia Ue per tagliare entro la fine del 2030 le emissioni inquinanti del 55% rispetto al livello del 1990, si è stabilito che entro la fine del decennio ci dovranno essere una colonnina di ricarica ogni 60 km su almeno la metà delle principiali strade dell’Unione e una stazione di rifornimento per veicoli ad idrogeno ogni 200 km.

L’utilizzo di soluzioni energetiche più sostenibili, rinnovabili ed efficienti nel settore dei trasporti contribuirà a ridurre le emissioni di gas serra e l’inquinamento atmosferico, a migliorare la qualità della vita dei cittadini e a creare nuovi posti di lavoro di alta qualità. Le nuove norme contribuiranno inoltre a diffondere un maggior numero di infrastrutture di ricarica e a renderle facili da usare come le stazioni di servizio tradizionali”, ha commentato il relatore Petar Vitanov.

L’infrastruttura dovrà coprire almeno il 50% della rete di trasporti UE TEN-T. Per l’elettrico, con una potenza minima di 400 kW. Per gli autocarri e gli autobus, previste stazioni di ricarica ogni 120 km. A seconda delle tratte, stimata una potenza di uscita da 1.400 kW a 2.800 kW.

Le TEN-T sono le reti trans-europee di trasporto, cioè un insieme di infrastrutture lineari (ferroviarie, stradali e fluviali) e puntuali (nodi urbani, porti, interporti e aeroporti) considerate rilevanti a livello comunitario. Al loro interno c’è la Core Network, costituita da nodi urbani a maggiore densità abitativa, da nodi intermodali di maggiore rilevanza e dalle relative connessioni.

Oggi la priorità UE è assicurare la continuità di tutti questi “Corridoi”, realizzando i collegamenti mancanti, assicurando collegamenti tra le differenti modalità di trasporto, eliminando i colli di bottiglia esistenti.

Sistemi di pagamento digitali standard (e senza abbonamenti) e una banca dati UE sulla mobilità alternativa e pulita

Fondamentale, inoltre, favorire e semplificare i pagamenti, attraverso sistemi di transazione digitale diretti e istantanei: “Gli utenti di veicoli a combustibile alternativo dovranno poter pagare con facilità presso i punti di ricarica (con carte di pagamento o dispositivi contactless e senza necessità di abbonamento), mentre il prezzo di questi “carburanti” dovrà essere indicato per kWh, kg o per minuto/sessione”.

Per rendere tutto molto più concreto, la Commissione dovrà creare entro il 2027 una “banca dati” europea sui carburanti alternativi, con l’obiettivo di fornire ai consumatori informazioni sulla disponibilità, sui tempi di attesa o sui prezzi nelle diverse stazioni.

Una volta che il Consiglio avrà adottato formalmente entrambe le leggi, le norme sull’infrastruttura per i combustibili alternativi si applicheranno a partire da sei mesi dalla loro entrata in vigore.

Il capitolo mare e infrastrutture portuali

Il voto degli eurodeputati ha inoltre consentito di adottare nuove regole per introdurre carburanti marittimi più puliti.

Durante i negoziati con il Consiglio, hanno ottenuto l’obbligo per le navi di diminuire gradualmente le emissioni di gas a effetto serra riducendone la quantità nel mix energetico che utilizzano del 2% a partire dal 2025 e dell’80% a partire dal 2050 (rispetto al livello del 2020). Ciò si applicherà alle navi di stazza lorda superiore a 5.000 tonnellate, responsabili, in linea di principio, del 90% delle emissioni di CO2.

La riduzione coinvolgerà inoltre tutta l’energia utilizzata a bordo nei porti dell’UE o tra di essi, il 50% dell’energia utilizzata per le tratte in cui il porto di partenza o di arrivo si trovi al di fuori dell’UE o nelle sue regioni ultraperiferiche.