Hacking civico

Italia in fiamme, danni per 900 milioni. Gli open data disegnano la mappa interattiva degli incendi

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Secondo il dossier “Le mani sporche degli incendi”, sono andati in fumo 44 mila ettari nel 2017, per un danno di quasi 1 miliardo. Grazie all’hacking civico e i dati aperti è possibile costruire in maniera collaborativa una mappa dei fuochi e capire come meglio intervenire.

In queste prime settimane dell’estate 2017 sono andati in fumo tanti ettari quanti quelli dell’interno anno passato. Un dato inquietante, per il numero di roghi, le aree verdi andate distrutte, le emissioni inquinanti e per il fatto che ad appiccare le fiamme sono sempre organizzazioni criminali che si contendono il territorio tra loro e con lo Stato (a cui si deve aggiungere il danno provocato dai tradizionali piromani).

Un danno incalcolabile, sia a livello economico, sia per gli alti costi in termini di salute, in termini sociali e ambientali. Secondo il dossier “Le mani sporche degli incendi“, presentato ieri nel corso di un flash-mob dei Verdi in piazza del Pantheon a Roma, “dall’inizio dell’anno sono andati a fuoco quasi 44mila ettari. Il danno economico sfiora i 900 milioni di euro; cifra che arriva a 9 miliardi di euro se si prendono in considerazione i 447mila ettari ‘bruciati’ dal 2010 a oggi, che tanto per avere un’idea è pari alla superficie del Molise”.

La tecnologia già oggi ci viene incontro e ci può dare una grossa mano, sia per spegnere i roghi, sia per capirne l’estensione e l’intensità, ma anche per tenere un archivio aggiornato degli eventi sempre accessibile e soprattutto per riuscire nel tempo a prevenirli.

Gli open data (i dati aperti) ci consentono, in maniera semplice e trasparente, di condividere informazioni ed elaborarle liberamente per sviluppare conoscenza e promuovere comportamenti virtuosi. Grazie a questo tipo di dati, accessibili a tutti, è possibile immaginare nuove politiche di intervento, tutela e valorizzazione del territorio, quindi, nel nostro caso, nuove soluzioni per affrontare gli incendi e provvedere a ridurli il più possibile (fino alla loro estinzione).

Un esempio è il progetto di hacking civico “Italia a fuoco”, piattaforma open data (e non profit), sviluppata e coordinata da volontari, nata per “condividere informazioni utili e verificate sugli incendi che ogni estate affliggono l’Italia. Il progetto si pone come scopo quello di aggregare e non disperdere contenuti utili a tutti, provenienti da fonti di varia natura (ufficiali e non) al fine creare valore in un momento di crisi per il paese”.

Tutti i dati contenuti sono a disposizione di “organizzazioni, associazioni, gruppi informali ed anche pubbliche amministrazioni che avessero bisogno di un servizio per informare su quanto sta avvenendo a seguito degli incendi”.

I dati sono concessi dal progetto “EFFIS” (European Forest Fire Information System) e sulla mappa compaiono sempre aggiornate le notizie relativi a tutti gli incendi in corso: “I marker di colore “nero” localizzano gli incendi registrati negli ultimi sette giorni, i marker di colore “bianco” localizzano tutte le segnalazioni meno recenti”.

Segnalare un rogo è facilissimo: basta inserire la posizione dell’evento e commentare i fatti, allegare immagini ed eventuali link a giornali. Tutte le informazioni che riusciamo a dare vanno a costituire il marker sulla mappa.