La direttiva

Open data pubblici, entro il 2030 varranno 194 miliardi. Le nuove norme Ue

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Ansip (Commissione Ue): “la disponibilità ampia e gratuita di dati di elevata qualità e ad alto valore provenienti da servizi finanziati con fondi pubblici è un fattore essenziale per accelerare l'innovazione europea”.

Si stima che il valore economico diretto totale delle informazioni del settore pubblico e dei dati provenienti dalle imprese pubbliche passerà dai 52 miliardi di euro del 2018 a 194 miliardi di euro del 2030. È quanto affermato dal Vicepresidente e Commissario responsabile per il Mercato unico digitale, Andrus Ansip, in una nota ufficiale di Bruxelles relativa all’accordo raggiunto tra i negoziatori del Parlamento europeo, del Consiglio dell’Unione europea e della Commissione sulla direttiva che faciliterà la disponibilità e il riutilizzo dei dati del settore pubblico.

I big data costituiscono il motore della crescita di molti prodotti e servizi digitali. Garantire “la disponibilità ampia e gratuita di dati di elevata qualità e ad alto valore provenienti da servizi finanziati con fondi pubblici è un fattore essenziale per accelerare l’innovazione europea”.

Un’innovazione che, secondo le Istituzioni europee, riguarda diversi settori altamente competitivi, tra cui l’intelligenza artificiale, che richiedono l’accesso a grandi quantità di dati di elevata qualità.

“I contribuenti hanno già pagato per le informazioni del settore pubblico, perciò renderle più accessibili per il riutilizzo costituisce un vantaggio per l’economia dei dati europea, poiché consente lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi innovativi, ad esempio basati su tecnologie di intelligenza artificiale. Ma al di là dell’economia, la disponibilità di dati aperti provenienti dal settore pubblico è importante anche per la nostra democrazia e la nostra società, perché aumenta la trasparenza e sostiene un dibattito pubblico basato sui fatti”, ha commentato Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l’Economia e la società digitali.

Nelle sue linee generali, la direttiva predispone che tutti i contenuti del settore pubblico, accessibili ai sensi delle norme di accesso nazionale, siano disponibili gratuitamente per il riutilizzo.

Sarà data particolare rilevanza ai set di dati ad alto valore, quali le statistiche o i dati geospaziali, che hanno un notevole potenziale commerciale e possono accelerare lo sviluppo di un’ampia gamma di prodotti e servizi di informazione a valore aggiunto.

Le imprese di servizio pubblico nel settore dei trasporti e dei servizi di pubblica utilità generano dati preziosi. La decisione sulla possibilità di rendere questi dati disponibili deve essere presa in base alle diverse normative nazionali o europee, ma una volta resi disponibili per il riutilizzo, tali dati rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva relativa ai dati aperti e all’informazione del settore pubblico.

La maggiore disponibilità di dati in tempo reale mediante le interfacce API (Application Programming Interfaces) consentirà alle imprese e soprattutto alle start-up di sviluppare prodotti e servizi innovativi (ad esempio applicazioni per la mobilità). Anche i dati della ricerca finanziata con fondi pubblici rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva.

Come spiegato nel comunicato ufficiale, nelle prossime settimane, il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea dovranno adottare formalmente le norme rivedute. Gli Stati membri dovranno quindi attuarle entro due anni prima che esse prendano effetto.

La Commissione inizierà a collaborare con gli Stati membri per individuare le serie di dati ad alto valore che saranno oggetto di un atto di esecuzione.