L'operazione

IPTV pirata: smantellata rete CyberGroup, rischio sanzioni per 500 mila utenti. Il plauso di Sky e della FAPAV

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Bagnoli Rossi (FAPAV): “Operazioni di questo tipo consentono di rivelare le reali dimensioni della pirateria audiovisiva, un fenomeno ancora troppo sottovalutato dall’opinione pubblica”. Sky: “La pirateria audiovisiva non solo finanzia la criminalità organizzata e colpisce negativamente le industrie creative, ma comporta anche rischi reali per gli utenti finali”.

L’operazione antipirateria audivisiva

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, su delega della Procura della Repubblica del capoluogo lombardo, ha eseguito perquisizioni in tutta Italia con l’obiettivo di mettere fuori gioco una vasta rete di IPTV pirata e abbonamenti illeciti.

L’operazione, denominata “The Net, partita nel 2020, ha preso di mira un gruppo di criminali digitali, che si faceva chiamare CyberGroup, che per soli 10 euro al mese forniva alla persona interessata un abbonamento illegale a tutti i canali delle piattaforme a pagamento come Sky, Dazn o Netflix.

Si tratta come detto di IPTV di natura criminale, cioè un sistema di trasmissione di segnali televisivi su reti informatiche (appunto Interner Protocol TeleVision), basate sui protocolli TCP/IP, in particolare sulla rete Internet.

Sono in tutto venti gli indagati perquisiti per violazione della legge sul diritto d’autore e si tratta di persone residenti in Toscana, Emilia-Romagna, Campania e Calabria.

Bagnoli Rossi (FAPAV): legalità e tutela dei contenuti per la ripartenza dell’industria audiovisiva

L’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano e condotta dalla Guardia di Finanza, a cui vanno il nostro plauso e ringraziamento per il costante lavoro svolto a tutela dei contenuti audiovisivi, ha portato allo smantellamento di una complessa rete criminale operante a livello nazionale e dedita alla diffusione illegale e vendita di abbonamenti pirata per la fruizione di contenuti televisivi”, ha dichiarato il Segretario Generale FAPAV, Federico Bagnoli Rossi.

Ancora una volta operazioni di questo tipo consentono di rivelare le reali dimensioni della pirateria audiovisiva, un fenomeno ancora troppo sottovalutato dall’opinione pubblica ma che in realtà è gestito da veri e propri criminali informatici. Soprattutto in un momento così difficile come quello attuale per l’industria audiovisiva, a causa della pandemia, le operazioni di contrasto sono ancora più decisive per sostenere la fase di ripartenza”, ha proseguito il Segretario Generale della Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali.

Ringraziamo nuovamente le Forze dell’Ordine e le Autorità competenti per il lavoro portato avanti a contrasto degli illeciti e che si rivela fondamentale e decisivo per tutelare un comparto industriale, come quello audiovisivo, fondamentale per l’economia e l’occupazione del nostro Paese” – ha poi aggiunto il Segretario Generale.

SKY: azioni sempre più efficaci volte a porre fine a questo fenomeno illegale

Dal primo blitz, coordinato dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal PM Paolo Pirotta, era già emerso che rischiano condanne fino a 4 mesi, oltre che ad una multa, quegli utenti che avrebbero guardato anche le partite di serie A, ma non solo, attraverso il network ‘pirata’ di piattaforme digitali.

In tutto si tratta di oltre 500 mila utenti di IPTV pirata che sono finiti nei guai.

L’emittente satellitare Sky Italia, tramite comunicato ufficiale, ha manifestato il suo pieno sostegno all’operato della Guardia di Finanza, accogliendo con favore quanto fatto finora: “La Guardia di Finanza ha il pieno sostegno di Sky nella sua attività di contrasto alla pirateria audiovisiva e accogliamo con favore l’operazione di oggi, l’ultima di una serie di azioni sempre più efficaci volte a porre fine a questo fenomeno illegale. La pirateria audiovisiva non solo finanzia la criminalità organizzata e colpisce negativamente le industrie creative, ma comporta anche rischi reali per gli utenti finali”.

CyberGroup è stata definita dagli inquirenti un vero e proprio Internet Service Provider, i cui server consentivano il funzionamento di numerose IPTV illecite, soprattutto in Campania, dove il gruppo di criminali aveva sede.

Solo in Toscana un appartenente alla cyber banda, attraverso l’utilizzo di oltre 50 dispositivi mobili, distribuiva illegalmente contenuti audiovisivi del palinsesto Sky, permettendone cosi la visione agli utenti, senza il pagamento del servizio dovuto.