Consolidamento

Industry Tlc Ue, Breton chiede meno vincoli antitrust per le fusioni transfrontaliere

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Il commissario al Mercato Interno Thierry Breton chiede meno lacciuoli per i merger transfrontalieri nella Ue e nuove regole per il fair share delle reti.

Il commissario Ue al mercato Interno Thierry Breton ha lanciato un appello all’Antitrust per considerare la possibilità di rendere più semplici le fusioni transfrontaliere in Europa nella industry delle Tlc. Una proposta in linea con le richieste giunte di recente da parte di Deutsche Telekom, Orange, Telefonica e Tim.  

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In passato, la commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager è sempre stata contraria a consentire agli operatori l’acquisizione di concorrenti senza forti rimedi, soprattutto quando i merger hanno ridotto  la concorrenza da 4 a 3 player, per timore di eccesivo potere di mercato in mano a pochi operatori Tlc a detrimento della concorrenza.  

La industry delle Tlc, dal canto suo, sostiene che il consolidamento è necessario per riservare le risorse finanziarie alla realizzazione delle nuove reti ultrabroadband.

Incoraggiare il consolidamento

“Credo che la creazione di un vero mercato unico per i servizi di telecomunicazione richieda anche una riflessione per incoraggiare il consolidamento transfrontaliero, il tutto preservando una concorrenza leale e necessaria a vantaggio dei nostri consumatori”, ha affermato Breton in un discorso che sarà pronunciato a un evento a Helsinki.

Fair share

Sulla questione se Google (Alphabet), Meta, Amazon.com, Netflix, Apple e Microsoft debbano sostenere alcuni costi di rete, Breton ha affermato che la Commissione europea lancerà una consultazione questo mese sull’argomento.

“Gli investimenti che saranno necessari per realizzare le nostre ambizioni saranno enormi e dobbiamo garantire che siano accompagnati dalla disponibilità di finanziamenti sufficienti. L’onere di questo finanziamento non dovrebbe essere solo sulle spalle degli Stati membri o del bilancio dell’Ue”. ha detto Breton.

“In un momento in cui le aziende tecnologiche utilizzano la maggior parte della larghezza di banda e gli operatori di telecomunicazioni vedono diminuire il ritorno sull’investimento, questo solleva anche la questione di chi pagherà per la prossima generazione di infrastrutture di connettività”, ha affermato Breton.