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Industria 4.0, proroga dell’iperammortamento col decreto Mezzogiorno

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Il Ministro Carlo Calenda: “ulteriore passo a favore della possibilità per le imprese di sfruttare le enormi potenzialità del piano industria 4.0 per innovare e crescere”. Il termine di consegna dei beni in iperammortamento differito al 31 luglio 2018.

È da ieri in Gazzetta Ufficiale il decreto Mezzogiorno, con il quale si introduce una proroga del termine di consegna dei “beni in iperammortamento” e stabilisce alcune garanzie supplementari per le aziende italiane soggette ad “amministrazione straordinaria”.

Dal confronto con le imprese – ha commentato in una nota il Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calendasta emergendo la possibilità che il significativo aumento degli ordinativi, soprattutto dei macchinari industriali più complessi che beneficiano dell’introduzione dell’iperammortamento, possa determinare l’oggettiva impossibilità per le imprese di rispettare le date per la consegna dei beni che erano state previste dalla norma. Il governo fa dunque un ulteriore passo a favore della possibilità per le imprese di sfruttare le enormi potenzialità del piano industria 4.0 per innovare e crescere”.

Il termine di consegna dei beni in iperammortamento, si legge sul sito del Ministero dello Sviluppo, è stato differito al 31 luglio 2018, “fermo restando che sono in corso approfondimenti tecnici per verificare la possibilità di reperire ulteriori risorse idonee a consentire una proroga trimestrale o semestrale”.

Resta in ogni caso ferma la condizione che “gli investimenti in oggetto si riferiscano a ordini accettati entro la data del 31 dicembre 2017 e che, entro la medesima data, sia anche avvenuto il pagamento di acconti in misura non inferiore al 20%”.

Per quanto riguarda la disposizione sulle amministrazioni straordinarie, il Ministro Calenda ha assicurato che sarà messa in campo “un’ulteriore garanzia per le aziende e per i lavoratori in difficoltà, perché estenderemo la copertura della procedura dell’amministrazione straordinaria anche a quei casi in cui la società acquirente si venga a trovare in una situazione di insolvenza e non sia in grado di rispettare gli obblighi assunti”.

Il Ministro si riferisce al dispositivo contenuto nel decreto Mezzogiorno, che dispone: “nei casi in cui le società cessionarie di complessi aziendali di società sottoposte ad amministrazione straordinaria si rendano gravemente inadempienti nell’esecuzione del contratto di compravendita e si rendano insolventi, il loro assoggettamento ad Amministrazione straordinaria in luogo del fallimento, pur in assenza dei requisiti dimensionali previsti dalla legge per l’apertura della procedura (500 addetti e debiti non inferiori ai 300Mln di euro)”.

Un provvedimento, ha infine sottolineato il Viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, che suggella un patto con tutti coloro “che hanno voglia, capacità, competenze e passione e soprattutto desiderio di restare nella loro terra”. “Lo facciamo sul versante delle imprese – ha chiarito il Viceministro – quelle dove sono presenti giovani uomini e giovani donne, quelle che in questi anni ci hanno chiesto semplificazione per poter proseguire e portare a termine investimenti importanti ma anche con quegli investitori che guardano al Mezzogiorno per investimenti strategici, di lunga durata, grazie alla eccezionale competenza e qualità delle generazioni formate nelle nostre università”.

Pochi giorni fa il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, nel corso del suo intervento al 47° convegno dei Giovani di Confindustria di Rapallo, aveva richiamato l’attenzione dell’esecutivo proprio sui piani di azione per la trasformazione digitale del Paese e per la competitività del sistema imprenditoriale: “Abbiamo bisogno di un governo che affronti, nel tempo che ci separa da qui alle elezioni, una serie di questioni importanti per le imprese. Come la riduzione del costo dell’energia, la proroga degli effetti di Industria 4.0. e i fondi per il Mezzogiorno. Misure largamente discusse e condivise che non possono essere sacrificate sull’altare dell’instabilità politica”.