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Negli Usa il boom dei data center per l’AI potrebbe sottrarre risorse a strade e ponti

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Il rapido sviluppo dei data center alimentati dall’AI negli Stati Uniti rischia di compromettere i progetti di manutenzione e rinnovamento delle infrastrutture pubbliche come strade, ponti e fognature.

Il rapido sviluppo dei data center alimentati dall’AI negli Stati Uniti rischia di compromettere i progetti di manutenzione e rinnovamento delle infrastrutture pubbliche come strade, ponti e fognature.

Secondo Bloomberg, la crescita esponenziale degli investimenti privati, che ha raggiunto un ritmo annualizzato di oltre 41 miliardi di dollari nel 2025, sta assorbendo manodopera e risorse che altrimenti sarebbero destinate a lavori pubblici finanziati tramite il mercato delle obbligazioni municipali, un comparto da 4 trilioni di dollari.

Nel 2025, le vendite di obbligazioni per nuovi progetti infrastrutturali sono aumentate del 14%, superando i 340 miliardi di dollari, con l’82% delle iniziative approvate dagli elettori.

Tuttavia, l’intensificarsi della competizione con i colossi dell’AI — che potrebbero investire fino a 4 trilioni entro il 2030 — sta aggravando la carenza di lavoratori qualificati nel settore delle costruzioni.

Il backlog nei progetti di data center è salito a circa 11 mesi, superando quello delle opere pubbliche. Questo rallenta l’esecuzione dei lavori civili e aumenta la difficoltà di trovare imprese disposte a occuparsi di progetti statali, spesso meno remunerativi.

Secondo Andrew Anagnost, CEO di Autodesk, l’attuale boom infrastrutturale dell’AI potrebbe trasformarsi in una bolla: per sostenere gli investimenti previsti, le aziende dovrebbero generare entrate annue di 2 trilioni di dollari entro il 2030, ma le previsioni indicano un deficit di 800 miliardi.

Il rischio è che la costruzione superi di gran lunga la domanda reale, replicando gli effetti dello scoppio della bolla dot-com. In questo contesto, anche il settore manifatturiero e quello immobiliare statunitense mostrano segnali di debolezza, aggravando le incertezze economiche generali.

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Elon Musk collabora con El Salvador per portare il chatbot Grok nelle scuole pubbliche

Elon Musk, attraverso la sua azienda xAI, ha avviato una collaborazione con il governo di El Salvador per introdurre il chatbot Grok in oltre 5.000 scuole pubbliche, raggiungendo circa un milione di studenti. L’iniziativa, descritta come un programma educativo ‘potenziato dall’AI’, mira a integrare strumenti basati sull’intelligenza artificiale nella didattica quotidiana e nello sviluppo dei programmi scolastici.

Il presidente Nayib Bukele ha definito questa partnership come un passo deciso verso la costruzione del futuro, affidando a Grok la creazione dei contenuti didattici in aula. Il progetto si inserisce in un contesto globale in cui vari Paesi stanno testando soluzioni analoghe.

OpenAI, ad esempio, ha stretto un accordo con l’Estonia per personalizzare ChatGPT per il sistema scolastico locale, mentre in Colombia l’adozione degli assistenti AI di Meta ha suscitato critiche da parte degli insegnanti, che li accusano di contribuire al calo del rendimento scolastico.

La proposta di xAI è supportata da posizioni ideologiche che vedono in Grok un’alternativa ‘non progressista’ agli strumenti educativi attuali. Tali visioni sollevano interrogativi sull’indipendenza culturale e sui contenuti che saranno trasmessi agli studenti.

Il coinvolgimento di Musk, noto anche per le sue controverse dichiarazioni online, acuisce il dibattito sul ruolo dell’AI nell’istruzione pubblica e sui potenziali rischi di politicizzazione della tecnologia didattica.

Sebbene l’iniziativa venga promossa come innovativa e accessibile, resta da valutare l’impatto concreto sull’apprendimento, soprattutto nei contesti vulnerabili, e l’effettiva capacità dell’AI di rispondere ai bisogni educativi reali, senza compromettere l’autonomia pedagogica.

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