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IA, in Europa è guerra tra le aziende per accaparrarsi i migliori professionisti

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Mancano i talenti per l’intelligenza artificiale nel vecchio continente e le imprese finiscono per litigarsi quei pochi che ci sono, a suon di aumenti di stipendio. Ma se lo potranno permettere tutti? Lo scenario.

Aumenta il numero di imprese del settore IA europeo

Negli ultimi 10 anni, il numero di persone che lavorano nel campo dell’intelligenza artificiale (IA) in tutta Europa è aumentato del 1.000%.

Gran parte degli esperti sta progressivamente confluendo in alcune startup di grande rilevanza. Lo scorso anno queste società si sono assicurate 11 mega-round europei su 36, da 100 milioni di dollari. Tra queste possiamo evidenziare Mistral AI, che ha portato a casa 105 milioni di dollari circa, e Aleph Alpha, che si è assicurata 460 milioni di dollari in finanziamenti di serie B.

Dei sette unicorni nati in Europa nel 2023, quattro sono attivi nel settore IA: DeepL, Helsing.ai, Synthesia e Quantexa.

Negli ultimi cinque anni, la forza lavoro IT europea è passata da 750.000 dipendenti agli oltre 2,3 milioni di oggi. Secondo Tom Wehmeier, capo dell’intelligence di Atomico: “Spesso si pensa che i migliori talenti nel settore tecnologico migrino dall’Europa agli Stati Uniti, ma guardando bene i dati si può constatare che è il contrario”.

Più professionisti in Europa che negli USA (ma qui è più facile raccogliere fondi)

Oggi in Europa abbiamo più professionisti IA che gli Stati Uniti, circa 120 mila contro 110 mila.

Cambia però il rapporto tra le due sponde dell’Atlantico per quel che riguarda gli investimenti e la capacità di raccogliere risorse finanziarie.

Le startup americane hanno il 40% di possibilità in più di raccogliere fondi di venture capital entro i primi cinque anni di attività. Le probabilità di diventare unicorni, però, sono le stesse alla fine.

Secondo un articolo di Martin Coulter, pubblicato dalla Reuters, cavalcando l’onda degli investimenti nel settore, un gruppo di aziende straniere di intelligenza artificiale – tra cui la canadese Cohere e le statunitensi Anthropic e OpenAI – hanno aperto uffici in Europa l’anno passato, aumentando la pressione sulle aziende tecnologiche che già cercano di attrarre e trattenere talenti nella regione.

Per trattenere professionisti dell’IA aziende costrette ad ingaggi costosi

Per evitare di perdere competenze al momento difficili da rimpiazzare, secondo la società di ricerca Avery Fairbank, nell’ultimo anno c’è stato un “aumento esponenziale” delle retribuzioni per il personale dirigente delle società di intelligenza artificiale in Gran Bretagna, con un incremento tra 50 e 100 mila sterline (su uno stipendio base di 350 mila sterline).

Questo potrebbe rappresentare un punto di svolta in negativo per il mercato dell’IA europeo, perché molte aziende si troveranno in tempi rapidi di fronte ad una scelta cruciale: sborsare più soldi, o perdere professionisti (al momento già insufficienti rispetto alle sfide che attendono le organizzazioni).