Viaggio in Europa

Google: fisco, ricerca ed editoria i fronti aperti in Europa

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Il Ceo di Google impegnato in tour europeo. A Parigi ha rilanciato il fondo per gli editori mentre il governo reclama 1,6 mld di tasse. Oggi a Bruxelles per parlare col Commissario Vestager.

Grande attesa per l’esito dell’incontro di oggi a Bruxelles tra il Ceo di Google, Sundar Pichai, i Commissari Ue alla Concorrenza e alla Digital Economy, Margrethe Vestager e Günther Oettinger.

Nella stessa giornata il top manager ha visto pure il capo di gabinetto del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker per discutere di Mercato Unico Digitale.


Sotto la lente l’indagine Ue per sospetto abuso di posizione dominante nella ricerca online per la quale l’Antitrust deciderà entro marzo.

Con ogni probabilità si sarà discusso anche di fisco ed editoria. L’appuntamento si è tenuto infatti il giorno seguente gli annunci di Google per quanto riguarda l’accordo con gli editori e la notizia che la Francia ha chiesto al gruppo di pagare 1,6 miliardi di euro di tasse.

La compagnia americana è sotto torchio nella Ue, non solo per la propria posizione sul mercato della web search ma anche per i sistemi di ottimizzazione fiscale che gli permettono agilmente di bypassare il fisco traghettando tutto alle Bermuda.

E così, mentre in Italia potrebbe arrivare al patteggiamento, accettando di versare al fisco circa 250 milioni di euro, in Gran Bretagna il partito Laburista sta incalzando il governo perché definisce ‘irrisorio’ l’accordo da 172 milioni di euro stretto con l’azienda per sanare la propria posizione contributiva.

La Francia ha fatto sapere da subito che non avrebbe accettato alcun compromesso e adesso, secondo alcune fonti, chiederebbe a Google una somma dieci volte superiore a quella fissata dagli inglesi.

 

La Francia reclama 1,6 miliardi di tasse

La somma non è stata confermata dal Ministro all’Economia, Emmanuel Macron, che ieri sera ha incontrato Pichai.

Il tutto è coperto, ha indicato Macron, dal ‘segreto fiscale’.

Google non ha commentato l’informazione ma ieri Pichai, nell’incontro a Parigi con gli editori, ha detto ai cronisti che la società rispetta la legge: “Siamo un gruppo mondiale e rispettiamo le leggi fiscali in tutto il mondo e lo facciamo in ogni Paese”.

Pichai ha però anche chiesto senza mezzi termini “una semplificazione fiscale globale“.

Dal fisco una fonte fa sapere che “questo non significa che Google pagherà 1,6 miliardi. Ci potrà essere un ricorso e forse alla fine una negoziazione in particolare sulle penalità“.

Google impiega in Francia 700 persone e nel 2014 ha realizzato nel Paese un utile di 12,2 milioni di euro.

La somma di 1,6 miliardi di euro è nettamente superiore ai 500 milioni di euro di cui parlava inizialmente la stampa.

Google riesce a ‘ottimizzare’ grazie alla sue sede in Irlanda, uno dei Paesi Ue con l’imposta sugli utili azienda tra le più basse (12,5%).

Non a caso questo Paese è indagato dalla Ue per gli accordi fiscali stretti con una altra web company, Apple.

La Commissione Ue ha da tempo lanciato un’offensiva contro questi sistemi furbetti che permettono di eludere il fisco.

Dopo la presentazione del piano antievasione a fine gennaio, è arrivata un’ulteriore stretta. Stando ad alcune fonti interne, la Ue ad aprile potrebbe presentare nuove misure che costringerebbero le multinazionali a rendere completamente trasparenti i propri bilanci.

Google France ha ricevuto una notifica da parte del governo nel marzo del 2014. La cifra esatta non è però mai stata rivelata. A giugno del 2011 le autorità hanno perquisito gli uffici di Parigi del gruppo e sequestrato una montagna di documenti che proverebbero il trasferimento dei profitti dalla Francia alla sede irlandese di Google.

E in Francia si sta indagando anche su Apple per i bilanci relativi al periodo 2011-2013. La società di Cupertino ha raggiunto, invece, in Italia un accordo, accettando di pagare al fisco 318 milioni di euro di imposte arretrate.

 

Editoria, 27 milioni in 23 Paesi. Germania in pole position

Google ha deciso i primi finanziamenti del Fondo per l’Innovazione della Digital News Initiative lanciato ad aprile dello scorso anno: 27 milioni di euro in 23 Paesi europei per gli editori che hanno partecipato al primo bando da 150 milioni di euro in tre anni, pensato per favorire la sperimentazione e offrire l’opportunità di provare nuove iniziative e innovare nel contesto digitale.

La notizia è stata data ieri, alla Sciences Po di Parigi, dal Ceo Pichai che ha annunciato che Google ha offerto finanziamenti a 128 organizzazioni di 23 diversi paesi europei. In tutto, più di 27 milioni di euro per progetti grandi e piccoli, con l’obiettivo di favorire l’innovazione nel settore.

Google non ha fornito i nomi di chi ha ottenuto il finanziamento (saranno pubblicati sul sito del gruppo prima dell’estate, ndr) ma ha offerto un paio di esempi di progetti che mostrano un nuovo approccio al giornalismo digitale, lo spagnolo Eldiario.es e il tedesco Spectrm.

I fondi sono andati soprattutto a progetti tedeschi (4,9 milioni), spagnoli (2,5 milioni), britannici (2,8 milioni), francesi (2,3 milioni) e belga (2,3 milioni).

Annunciato anche il lancio delle Accelerated Mobile Pages che cominceranno a comparire nella Search da mobile in un carosello dedicato, che aiuterà gli utenti a trovare i contenuti di news sviluppati in AMP in modo ancora più rapido.

Tra le testate italiane che hanno già sviluppato i propri contenuti con tecnologia Accelerated Mobile Pages ci sono Corriere, Repubblica, Sole 24 Ore, Stampa, Ansa e Sorrisi e Canzoni.

Le pagine realizzate con AMP si caricano in media quattro volte più in fretta delle pagine di mobile web tradizionali e usano fino a 10 volte meno dati.