gli aspetti

Food & Wine, le potenzialità digitali di un settore chiave

di |

La strada da seguire in questo momento per i piccoli produttori è quella di abbandonare per un attimo il B2B e di dedicarsi al B2C, utilizzando soprattutto gli strumenti del digitale

Enterprise 4.0 è una rubrica settimanale dedicata ai processi di innovazione aziendale a cura di Neosperience. Per consultare gli articoli precedenti clicca qui.

Noi italiani ci vantiamo spesso di avere il cibo e il vino migliori al mondo. Fortunatamente è una convinzione che condividiamo con gran parte del mondo. L’export del settore food & wine vale centinaia di miliardi di euro l’anno.

Food & Wine: settore chiave in Italia

Oggi, però, il mercato sta vivendo un periodo di crisi notevole. Mentre le grandi realtà produttive, ovvero quelle che distribuiscono i propri prodotti nei supermercati, stanno vivendo un po’ meglio la situazione, le piccole aziende del settore, quelle che pongono la qualità e la territorialità al primo posto, stanno invece soffrendo per la chiusura dei ristoranti, sia in Italia sia all’estero.

Il contesto italiano di oggi

Eppure anche in questa situazione i consumi per i beni di prima necessità fra il pubblico non solo non sono diminuiti, ma hanno visto una crescita vicina alla doppia cifra. Il cibo, per ovvi motivi di sopravvivenza, ma anche perché elemento culturale chiave e supporto consolatorio, è uno dei pochi beni su cui raramente risparmiamo risorse economiche.

Inoltre, a causa della chiusura di uffici e ristoranti, la gente ha dovuto reinventarsi chef, riscoprendo il piacere di mangiare bene e sano. Una nuova disponibilità di denaro, dovuta alla chiusura di tutti gli apparati per il divertimento e la socialità, ha permesso alle persone di impreziosire la propria esperienza culinaria.

È corretto però far presente che questo discorso è valido solo per chi non ha visto erosa la propria disponibilità economica. Chi ha perso il lavoro, e magari non ha ricevuto ancora nessun sussidio statale, si trova in questo momento in una situazione che dire disperata è un eufemismo. In questo periodo le richieste per poter usufruire dei servizi della banca del cibo sono aumentate di 10/100 volte.

Le prospettive per i piccoli produttori

Detto ciò per correttezza, è interessante analizzare le prospettive di crescita per quei piccoli produttori che in questo momento stanno vivendo la crisi sulla propria pelle.

eCommerce per il Food & Wine

Innanzitutto, è importante considerare l’importanza di poter disporre di una piattaforma nativa per l’eCommerce. Sappiamo tutti benissimo che questo periodo ha permesso a milioni di italiani di scoprire il valore del commercio online. Difficilmente quando la crisi finirà torneremo alla situazione di arretratezza digitale che aveva contraddistinto l’Italia fino a poco tempo fa. 

È quindi ormai diventato essenziale dotarsi di una propria piattaforma per il commercio online. Attenzione, non deve essere per forza una piattaforma esclusiva per singolo produttore.

Per migliorarne l’efficacia, sarebbe meglio creare hub di più soggetti che insieme decidano di unire le forze: facendo così si diminuirebbero i costi, aumenterebbe la notorietà della piattaforma e si darebbe più scelta ai consumatori e agli esercenti.

Un esempio? Una piattaforma che unisca tutti i produttori piemontesi di Barolo.

Il commercio online, però, richiede di avere ben in mente il pubblico a cui ci si rivolge.

Sebbene il digitale permetta di raggiungere più persone, esiste il rischio – dato dalla spersonalizzazione della comunicazione – di sbagliare il proprio “target”.

Per evitarlo, è importante dedicare una certa quantità di tempo e risorse ad analizzare i comportamenti, le opinioni e i desideri del pubblico di riferimento. Esistono numerosi strumenti di analisi qualitativa: è necessario trovare quello giusto e imparare ad utilizzarlo nel modo corretto.

Personalizzazione

Sempre in riferimento al commercio online, la tendenza alla personalizzazione del prodotti – vista in questi anni per innumerevoli settori – può essere una strategia corretta da applicare anche al food & wine. Più un produttore è piccolo, più è semplice offrire prodotti su misura, per cui peraltro il pubblico è disposto a spendere di più.

Ovviamente ciò avviene già (chi non si è mai fatto preparare una torta personalizzata?), ma solo per poche tipologie di prodotti. Le potenzialità della pratica della personalizzazione, per molti settori, sono ancora tutte da esplorare.

Vuoi personalizzare l’etichetta del tuo vino preferito? Nessun problema, carica l’immagine sul nostro sito e ti faremo arrivare la bottiglia direttamente a casa tua. Hai voglia di una bella bistecca? Dicci quanto la vuoi spessa o sottile, con osso o senza, e se la vuoi già pulita; pensiamo a tutto noi.

Abbonamenti ai prodotti

Un’altra possibilità è la cosiddetta subscription economy, ovvero l’abbonamento a servizi e prodotti. Amazon già permette agli utenti di iscriversi a un servizio di consegna in abbonamento per i prodotti di consumo comune (food, detersivi, etc.). Questa iniziativa ha però due grossi problemi:

  1. Sono prodotti che possono essere acquistati al supermercato sotto casa: la comodità del servizio è quindi limitata;
  2. La subscription per prodotti di consumo generici va a scontrarsi con la tendenza ormai diffusa – detta dell’infedeltà commerciale – a voler cambiare spesso i brand e i prodotti.

Al contrario, un abbonamento, per esempio mensile, a prodotti alimentari e vinicoli di qualità può essere un’ottima strategia per trovare e fidelizzare nuovi e vecchi clienti. Perché?

  1. Perché la qualità è richiesta da quelle generazioni che sono più fedeli ai brand;
  2. Perché i prodotti offerti sono difficili da trovare e difficilmente sostituibili.

Quando si parla di subscription è però importante ricordarsi che bisogna offrire una certa possibilità di scelta e personalizzazione al cliente.

Inoltre la subscription offre notevoli possibilità di interazione fra il pubblico e il produttore.

Per esempio si può pensare di inserire dinamiche di Gamification. Grazie a giochi, concorsi, punti e premi si ottiene con minore difficoltà l’affetto e quindi la fedeltà dei propri consumatori.

In definitiva, la strada da seguire in questo momento per i piccoli produttori è quella di abbandonare per un attimo il B2B e di dedicarsi al B2C, utilizzando soprattutto gli strumenti del digitale e alleandosi con altre realtà simili alla propria.

Certo, è un investimento di tempo e risorse comunque considerevole (considerando il momento), ma è anche una strategia sul lungo periodo che può dare grandi soddisfazioni.