Certificazione

Firma digitale: +55% nell’ultimo anno. Sposato (Aruba): “Semplifica i rapporti tra PA, cittadini e imprese”

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La firma digitale come motore della digitalizzazione documentale: raggiunte le 3,1 miliardi di firme generate da remoto nel corso dell’ultimo anno.

La digitalizzazione dei processi documentali sta trasformando l’organizzazione aziendale, il modo di lavorare e di comunicare con l’esterno, con le amministrazioni pubbliche e il mercato stesso.

La firma digitale (o firma elettronica qualificata) è un modo di validare e autentificare un documento elettronico.

3 miliardi di firme generate

Ad oggi, secondo un monitoraggio a cura dell’Agenzia per l’Italia digitale (Agid), risulta che per il 2020 i dispositivi attivi di Firma Digitale, e i relativi certificati qualificati, superano i 22 milioni sul territorio nazionale.

L’utilizzo di questo strumento, infatti, consente di semplificare i rapporti tra Pubbliche Amministrazioni (PA), cittadini e imprese e contribuisce in modo sensibile a ridurre la gestione documentale in forma cartacea, visto che è possibile firmare digitalmente e legalmente qualsiasi documento elettronico – come ad esempio fatture, visure camerali, contratti e molto altro – semplicemente apponendo la propria firma, ovunque ci si trovi”, ha spiegato in un articolo Gabriele Sposato, Direttore Marketing di Aruba.

Nell’ultimo anno, inoltre, sono state generate 3,1 miliardi di firme digitali remote, con una crescita del 55%.

La firma digitale remota rappresenta l’80% circa di tutte le firme digitali generate. “Grazie ad essa – ha spiegato Sposato – tutte le operazioni di firma possono essere svolte tramite un certificato di firma digitale – che si trova depositato su server sicuro – e una OTP (One Time Password) generata dall’app mobile o da un token display o USB, e permette di utilizzare la firma in qualsiasi momento o con qualsiasi dispositivo, come ad esempio uno smartphone”.

Chi la utilizza e perchè

Più in generale, per firma digitale si intende un dispositivo fisico – token USB o lettore di smart card – e una card (in formato smart o SIM) contenente il certificato di Firma e il certificato di autenticazione CNS (Carta Nazionale dei Servizi) per accedere ai servizi online della PA.

Tra gli utenti che utilizzano il servizio di Firma Digitale offerto da Aruba, il 70% è rappresentato da liberi professionisti, un altro 20% da privati cittadini e per il 10% da aziende.

Indipendentemente dal target dell’utenza, il servizio viene impiegato soprattutto per comunicazioni con la PA (28%), per la sottoscrizione di contratti (24%), per progetti e pratiche edilizie (21%), per procedure gestionali aziendali (19%), per procedure aziendali (19%) e per gestire le fatture elettroniche (10%).