L'acquisizione

Fastweb-Tiscali, operazione win-win che spariglia le carte dell’asta 5G

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L’acquisizione dei diritti d’uso di 40 Mhz in banda 3.5 Ghz apre un ampio ventaglio di possibilità a Fastweb in vista della gara 5G di settembre. Alcune ipotesi di scenari possibili.

L’acquisizione per 150 milioni di euro da parte di Fastweb della rete Fixed Wireless Access e dei diritti d’uso di 40 Mhz in banda 3.5 Ghz di Tiscali pone l’operatore guidato da Alberto Calcagno in una posizione di vantaggio strategico in vista dell’imminente asta 5G in programma a settembre, quando – oltre ai 60 Mhz a 700 Mhz e a 1 Gigahertz in banda 26.5-27.5 Ghz – andranno a gara 200 Mhz nella banda 3.6-3.8 Ghz, la più appetibile perché sarà disponibile da subito.

Operazione win-win

L’operazione Fastweb-Tiscali, chiusa dopo un lungo percorso iniziato a dicembre 2016 con l’acquisizione da parte di Fastweb del ramo Business di Tiscali, è win-win per entrambi i player per diversi motivi. In primo luogo, perché mette in sicurezza Tiscali, che in cambio degli asset ceduti incassa la possibilità di allargare il suo reach a un bacino molto più ampio di potenziali clienti e di sostanziare così il business plan, grazie all’accordo wholesale per l’utilizzo dell’intera rete in fibra di Fastweb per i prossimi 5 anni.

Ossigeno per Tiscali

Ossigeno finanziario e orizzonte temporale consistente, quindi, al business plan di Tiscali, che da un lato potrà continuare a fornire servizi LTE FWA ai propri clienti in aree di digital divide esteso e, allo stesso tempo, potrà sfruttare l’accesso alla rete in fibra di Fastweb per aumentare la propria copertura di rete fissa a livello nazionale.

Colpaccio frequenze di Fastweb

Fastweb, dal canto suo, ha fatto un colpaccio sul fronte 5G, mettendo in carniere 40 Mhz in banda 3.5 Ghz fino al 2029 in una porzione di spettro pregiata e definita “pioniera” dalla Ue per le future reti 5G, su cui l’azienda controllata da Swisscom sta testando nuovi servizi a Roma, Genova, Bari e Matera.

Asta 5G, ipotesi di nuovi scenari

La disponibilità di 40 Mhz in banda 3.5 Ghz ha poi un effetto non secondario in vista dell’asta 5G. Fastweb, che aveva criticato la mancanza di riserve per i nuovi entranti in banda 3.6-3.8 Ghz, si presenta alla griglia di partenza con un ampio ventaglio di possibilità.

  • Visto il cap di 100 Mhz cumulato sull’intera banda 3.4-3.8 Ghz fissato nel bando di gara 5G, ipotizzando diversi scenari possibili, Fastweb potrebbe decidere di partecipare alla gara per i 3.6-3.8 Ghz (quattro lotti 80-80-20-20 Mhz) puntando su un lotto da 20 Mhz, per poi definire accordi postumi di spectrum sharing con altri player che si aggiudicassero l’altro lotto da 20 Mhz (ad esempio Open Fiber e Wind Tre).
  • Un altro scenario possibile potrebbe essere, sempre come ipotesi, che Tim e Vodafone in banda 3.6-3.8 Ghz decidano di puntare soltanto sui lotti da 80 Mhz, lasciando i due lotti da 20 Mhz a Fastweb o altri player interessati.
  • Sempre in banda 3.6-3.8 Ghz, Fastweb potrebbe invece decidere di non partecipare affatto, forte dei 40 Mhz già in carniere in banda 3.5 Ghz, per puntare su accordi di spectrum sharing con i player che si accaparrassero in gara 20 o 40 Mhz.
  • L’azienda potrebbe anche decidere di partecipare sì all’asta, ma in banda 26.5-27.5 Ghz sparigliando ulteriormente le carte e invadendo per così dire il campo che, secondo gli esperti, sembrerebbe più interessante per Open Fiber.

Tesoretto della Difesa in banda 3.4-3.6 Ghz

Uscendo dal campo delle ipotesi, quel che è certo è che il Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio ha detto chiaramente in audizione alla Camera che è sua intenzione procedere ad una approfondita spectrum review non appena chiusa l’asta 5G di settembre, da cui si attendono incassi per lo Stato di 2,5 miliardi di euro. Nel quadro della spectrum review torna quindi di attualità la liberazione di 74 Mhz in banda 3.4-3.6 Ghz in mano alla Difesa e al Ministero dell’Interno, da valorizzare con un’asta competitiva.

Un altro bel tesoretto di frequenze 5G, per la cui liberazione sta lavorando il commissario Agcom Antonio Nicita, e che era già stato oggetto di interlocuzioni nella passata legislatura fra gli ex ministri Carlo Calenda e Roberta Pinotti.  Un tesoretto di frequenze pregiate che Di Maio vuole portare a valore (si parla di potenziali introiti per le casse dello Stato per 200 milioni) in tempi stretti. E anche qui Fastweb vorrà certo dire la sua in ottica di operatore convergente che nel mobile punta soltanto sul 5G.