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Facebook lancia Telecom Infra Project: open source a servizio delle reti (e le telco approvano)

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Telecom Infra Project, o TIP riunisce una trentina tra operatori e vendor – da Deutsche Telekom a SK Telecom, da Intel a Nokia Networks - con l’obiettivo di guidare l'evoluzione delle tecnologie mobili e di condividere liberamente questo lavoro con le telco.

Facebook si è da sempre professato ‘amico’ delle telco, nonostante diversi progetti e servizi del social network siano in netto antagonismo con quelli degli operatori tradizionali: dai progetti per portare la connettività nelle aree non servite attraverso droni e satelliti alle app come Facebook messenger e Whatsapp.

Mark Zuckerberg ha spesso ricordato, anche con una certa dose di convenienza, che i veri fautori dell’evoluzione delle comunicazioni sono gli operatori con i loro investimenti multimiliardari nelle reti.

In queste ore, quindi, è stato presentato un progetto che sembra dimostrare la buona fede del patron di Facebook: si chiama Telecom Infra Project, o TIP, e riunisce una trentina tra operatori e vendor – da Deutsche Telekom a SK Telecom, da Intel a Nokia Networks – con l’obiettivo non solo di guidare l’evoluzione delle tecnologie mobili, ma anche di condividere questo lavoro con le telco di tutto il mondo in uno spirito open source.

Sulla base dell’esperienza dell’ Open Compute Project  Facebook vuole insomma che tutte le società coinvolte nello sviluppo delle reti mobili, dagli operatori ai fornitori di infrastrutture, collaborino per realizzare infrastrutture ‘aperte’, più performanti e a costi più vantaggiosi, anche nell’ottica dell’imminente arrivo del 5G.

Hardware e software open source dovranno coprire i tre elementi fondamentali di una rete: l’accesso, il backhaul e il core. L’accesso riguarda la connessione alla rete di un cellulare o un computer e comprende elementi come le stazioni base e i ripetitori. Il backhaul può essere in fibra o in rame o microonde, a seconda della situazione e riguarda la modalità con cui i segnali dei dispositivi ‘raggiungono’ la rete internet. Una volta arrivati sulla rete, i pacchetti di dati devono arrivare a destinazione  ed essere conteggiati in modo appropriato per questioni di fatturazione o a seconda dell’applicazione usata. Questo avviene nel ‘core’.

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Ognuno, certo, ha le sue ragioni per partecipare la progetto: gli operatori sono alla ricerca di apparecchiature più economiche e che possano essere facilmente programmate e distribuite, mentre i vendor devono incrementare le vendite.

Per Facebook, il motivo ufficiale è quello di far muovere l’evoluzione delle reti al passo delle esigenze di utenti sempre più accaniti consumatori di video, contenuti in streaming, realtà virtuale: tutti servizi che il social network offre e vuole continuare a offrire a sempre più persone possibili, anche quelle che attualmente non sono raggiunte dalle reti tlc.

“Ogni giorno – spiega Jay Parik,  Global Head of Engineering and Infrastructure di Facebook – sempre più persone e dispositivi in tutto il mondo stanno si collegano alla rete e sta diventando sempre più facile condividere…video e realtà virtuale, ma le infrastrutture di telecomunicazione tradizionali non si muovono abbastanza velocemente per soddisfare le esigenze delle persone. Sappiamo che non c’è una sola soluzione e che nessuna azienda può affrontare il problema da sola. E’ pertanto necessario accelerare l’innovazione per soddisfare queste nuove sfide tecnologiche e sbloccare nuove opportunità per tutti i player nell’ecosistema”.

Non tutti, ovviamente, vedono di buon occhio il progetto: grandi vendor come Ericsson, Cisco e Huawei non hanno aderito e non sono favorevoli alla progettazione open source delle reti. Del resto i loro guadagni derivano dalla vendita di tecnologie proprietarie.

Ma Deutsche Telekom, il maggiore operatore europeo, ritiene che il progetto creerà grandi opportunità non solo per le telco e i fornitori di hardware ma anche per i consumatori che con reti mobili più veloci e performanti potranno continuare a passare il loro tempo online a qualsiasi latitudine.