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Facebook, il sogno di Zuckerberg? La condivisione del pensiero sui social

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Zuckerberg parla del futuro di Facebook durante un Q&A sul social network. Molto presto, scrive, ‘saremo capaci di condividere il nostro pensiero’.

Cosa c’è nel futuro di Facebook? A rispondere è direttamente il Ceo e fondatore Mark Zuckerberg direttamente sul social network durante un Q&A.

“Ci sono alcune tendenze nella comunicazione umana che noi speriamo di migliorare”, dice Zuckerberg.

In primo luogo, la gente sta guadagnando il potere di condividere in modo sempre più ampio.

Finora eravamo abituati a condividere solo testo e adesso postiamo principalmente foto. In futuro i video saranno più importanti delle foto. Dopo di che esperienze immersive come il VR diventeranno la regola. Dopo avremo il potere di condividere pienamente tutta la nostra esperienza sensoriale ed emotiva con le persone tutte le volte che lo vorremo”.

In secondo luogo, continua ancora Zuckerberg, le persone su Facebook hanno adesso il potere di comunicare tra loro con maggiore frequenza. Prima c’erano ingombranti computer, adesso “abbiamo incredibili dispositivi nelle nostre tasche tutto il tempo, ma li usiamo solo a volte nel corso della giornata. In futuro avremo AR e altri device che potremo indossare sempre per migliorare la nostra esperienza e la comunicazione”.

Un giorno, aggiunge il fondatore del social network più popolare del mondo, “credo che saremo anche capaci di inviare il nostro pensiero agli altri usando direttamente la tecnologia. Basterà pensare qualcosa e i tuoi amici potranno immediatamente sentirlo, se lo vorrai. Questa sarà la tecnologia finale della comunicazione”.

Zuckerberg precisa anche che “potremo costruire relazioni più ricche con le persone che amiamo e di cui ci preoccupiamo”.

Siamo sempre informati su ciò che sta succedendo nel mondo e possiamo prendere decisioni migliori per il nostro lavoro e le nostre vite o comunque la collettività.

“Questo aumento del potere delle persone di condividere – conclude Zuckerberg – è una delle principali forze che guidano il mondo oggi”.

Interessante a questo proposito la domanda posta a Zuckerberg da Arianna Huffington, fondatrice del quotidiano online Huffington Post.

Arianna Huffington ha chiesto a Zuckerberg come pensa che in futuro si evolveranno il ruolo dei giornalisti e dei mezzi di informazione online.

Zuckerberg ha mostrato negli ultimi tempi una particolare attenzione verso il mondo degli editori, non a caso è stato recentemente siglato un accordo che consentirà di leggere le notizie direttamente sulle nostre bacheche senza rimandare a link esterni.

Il vantaggio per gli utenti sarà di non dover perdere tempo a caricare gli articoli e per gli editori nuove possibilità di introiti dalla pubblicità.

Zuckerberg ha risposto: “Le notizie vengono accuratamente controllate ma questo modello è difficile da sostenere perché costantemente succedono cose importanti. C’è un importante spazio per la riorganizzazione delle notizie” magari, indica, con articoli più brevi, più veloci e postati in modo più frequente.

In ogni caso, a scanso di equivoci, Zuckerberg tiene a precisare che “questo non sostituirà il lavoro il lavoro più lungo e di ricerca”.

La condivisione del pensiero, quindi, come tappa finale dell’esperienza sui social media. E’ questo il sogno di Zuckerberg.

Ma in realtà la scienza non sembra condividere le più moderne tendenze che vogliono una vita anche troppo ‘condivisa’ sui social media.

A sostenerlo sono gli psicologi dell’inglese Brunel University, in un lavoro pubblicato sulla rivista Personality and Individual Differences.

Secondo questo team di esperti, Facebook, Twitter, Instagram e Google Plus sono il paradiso dei vanesi e narcisisti: “Chi non riesce a fare a meno di aggiornare compulsivamente il proprio profilo virtuale ha un livello di autostima inferiore alla media”.

Gli scienziati, si legge su Repubblica, hanno analizzato il comportamento di 555 utenti di Facebook, che hanno compilato un questionario online per valutare i cosiddetti “big five”, cinque tratti della personalità – estroversione, amicalità, coscienziosità, stabilità emotiva e apertura mentale – comunemente usati per codificare carattere e comportamento umani. “Naturalmente, non è sorprendente che quello che si pubblica su Facebook rifletta la personalità degli utenti“, spiega Tara Marshall, una degli autori del lavoro. “È importante però comprendere perché scelgano di esprimersi in merito a un particolare argomento e quali siano i feedback in termini di ‘mi piace’ e commenti. Le persone che ricevono più ‘mi piace’ e commenti vivono i benefici dell’inclusione sociale, mentre quelli che ne ricevono pochi o nessuno si sentono ostracizzati”.