I dati Ue

Economia digitale: Italia fanalino di coda insieme a Grecia, Bulgaria e Romania

di |

Presentato oggi il nuovo indice dell’economia digitale della Commissione Ue. Italia in fondo alla classifica: 26° posto, prima solo di Grecia, Bulgaria e Romania per connettività, e competenze digitali.

La società digitale europea avanza a velocità differenti. E’ quanto emerge dal nuovo indice dell’economia e della società digitali messo a punto dalla Commissione europea e pubblicato oggi.

I dati dimostrano che all’interno dell’UE la digitalizzazione dei paesi non è uniforme e che i confini nazionali continuano a rappresentare un ostacolo a un vero e proprio mercato unico digitale, una delle priorità fondamentali della Commissione Juncker.

Tuttavia sono innumerevoli le opportunità digitali in attesa di essere sbloccate a vantaggio dei cittadini e delle imprese europei: dagli acquisti allo studio online, al pagamento delle bollette o all’utilizzo di servizi pubblici.

Internet, sottolinea la nota dell’UE, “è la risposta, ma alle giuste condizioni”.

Italia in fondo alla classifica

L’Italia ancora una volta fanalino di coda. Il nostro Paese si piazza al 26esimo posto, prima solo di Grecia, Bulgaria e Romania sia per connettività, che per competenze digitali, attività online, integrazione della tecnologia digitale e servizi pubblici digitali. L’Italia è ben distante, insomma, dalle prime in classifica, rispettivamente Danimarca, Svezia e Olanda, che raggiungono il podio europeo delle prestazioni digitali.

Per quanto riguarda le prestazioni digitali, l’Italia registra nel 2014 un punteggio pari a 0,31, in crescita rispetto allo 0,28 del 2013.

Le aziende italiane, evidenzia però la Ue, sono ancora in gran parte non digitali e potrebbero beneficiare maggiormente dell’uso dell’eCommerce (solo il 5,1% delle PMI vende online e l’eComm rappresenta solo il 4,8% del fatturato totale).

L’Italia risulta in ritardo anche sulla connettività: a dicembre 2013 internet veloce era disponibile solo nel 21% delle abitazioni, la peggiore copertura d’Europa; solo il 51% delle famiglie era abbonato alla banda larga fissa, percentuale più bassa d’Europa; solo il 2,2% degli abbonamenti broadband riguardavano velocità superiori ai 30 Mbps.

Per la Ue, l’Italia ha bisogno di far progressi dal lato della domanda. Il nostro Paese ha inoltre bassi livelli di competenze digitali (l’Italia ha una delle più basse percentuali di uso regolare di internet, 59%); il 31% della popolazione italiana non ha mai usato la rete e la scarsa fiducia (il 42% non usa servizi di eBanking e il 35% i negozi online) verso i servizi internet per la Ue frena lo sviluppo dell’economia digitale.

 

Andrus Ansip: ‘Bisogna aiutare le imprese a innovare’

Per Andrus Ansip, Vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale, “Questi dati dimostrano che l’Europa sta diventando digitale e che i cittadini europei godono di nuovi, eccellenti servizi. La stragrande maggioranza degli europei usa internet: i cittadini desiderano accedere a contenuti online e noi dobbiamo facilitare quest’accesso. Un mercato unico digitale può offrire loro un accesso più ampio, aiutare le imprese a innovare e a crescere e rafforzare la fiducia nei servizi online quali l’amministrazione elettronica o i servizi bancari via internet. La Commissione europea farà in modo che questo accada.”

 

Günther Oettinger: ‘Adeguare la nostra strategia alle esigenze dei cittadini’

Il Commissario responsabile per l’Economia e la società digitali, Günther Oettinger, ha sottolineato che “L’indice digitale dimostra come siano radicalmente cambiate le modalità con cui si guardano i film: le persone guardano ancora le serie preferite in televisione, ma un numero considerevole, pari al 40%, guarda anche video su richiesta e film online. Dobbiamo adattarci alle esigenze dei cittadini e pensare di adeguare la nostra strategia”.

Il nuovo strumento presentato oggi fornisce un’istantanea, per ogni paese, della connettività, delle competenze internet, dell’utilizzo delle attività online, dai notiziari agli acquisti, dello sviluppo delle principali tecnologie digitali (fatture elettroniche, servizi di cloud, commercio elettronico, ecc.) e dei servizi pubblici digitali quali i servizi di amministrazione e sanità elettroniche. I dati si riferiscono principalmente al 2013 e al 2014 e forniscono una panoramica sul livello di digitalizzazione dell’Europa, comprese le classifiche dei principali protagonisti digitali.

L’indice digitale è particolarmente rilevante dato che la Commissione europea sta elaborando la propria strategia per il mercato unico digitale, che sarà presentata nel mese di maggio. Con la creazione del single digital market nei prossimi cinque anni l’Europa potrà generare fino a 250 miliardi di euro di ulteriore crescita e centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro.

L’esperienza digitale dipende dal paese in cui si vive

I risultati variano dai principali protagonisti digitali come la Danimarca (con un punteggio di prestazione digitale pari a 0,68 su un massimo di 1) fino ai paesi con le prestazioni più basse come la Romania (con un punteggio pari a 0,31).

Dati Ue febbraio 2015

La maggior parte dei cittadini europei usa internet regolarmente

Il 75% nel 2014 (il 72% nel 2013), con percentuali che variano dal 93% del Lussemburgo al 48% della Romania.

 

I cittadini europei desiderano accedere a contenuti audiovisivi online

Il 49% degli utenti europei di internet ha utilizzato o scaricato giochi, immagini, film o musica. Il 39% dei nuclei familiari che possiedono un televisore guarda video su richiesta.

 

Le PMI incontrano difficoltà nell’eCommerce

Solo il 15% delle PMI vende online e meno della metà di questa percentuale vende all’estero.

I servizi pubblici digitali

Sono una realtà quotidiana in alcuni paesi, ma quasi inesistenti in altri: il 33% degli utenti europei di internet ha utilizzato formulari online per inviare informazioni alle autorità pubbliche, con percentuali che variano dal 69% della Danimarca al 6% della Romania. Il 26% dei medici di famiglia in Europa utilizza prescrizioni elettroniche che vengono trasferite ai farmacisti tramite internet, con percentuali che variano però dal 100% in Estonia allo 0% a Malta.